Serie A, le 6 cose da seguire della 37^ giornata

Serie A

Francesco Lisanti

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Chi rischia di più tra il Cagliari e il Crotone, chi ha più possibilità di tirarsi fuori dai guai tra Udinese, SPAL e Chievo, la sfida a distanza tra Inter e Lazio: i temi principali della penultima giornata di campionato

LE PROBABILI FORMAZIONI

Il Cagliari contro l’ombra della retrocessione

Domenica pomeriggio il campionato presenterà un menù interamente dedicato alla lotta per non retrocedere: cinque partite in contemporanea che coinvolgeranno le cinque squadre ancora incastrate nella fascia tra i 35 e i 33 punti, aggiornamenti che rimbalzeranno da un campo all’altro, accolti da silenzi allarmati e sospiri di sollievo.

Il Cagliari e il Crotone, in particolare, combatteranno la loro personale battaglia contro i pronostici, che al momento assegnano loro le maggiori probabilità di chiudere il campionato al terzultimo posto. L’impressione è che possa bastare una vittoria per ipotecare i proverbiali “punti salvezza”, ma tanto i sardi quanto i calabresi dovranno misurarsi contro avversari più forti, più in forma e altrettanto sospinti dalla necessità di vincere.

Il Cagliari sarà ospite della Fiorentina, che punta ad approfittare dello scontro diretto tra Atalanta e Milan per agganciare il settimo posto. López può scegliere tra il 4-4-2 con centrocampo a rombo che ha sperimentato contro la Roma o tornare al tradizionale 3-5-2. Questa soluzione dovrebbe garantire una migliore copertura delle fasce laterali, che la squadra di Pioli sfrutta sempre con grande efficacia, pur garantendo la parità numerica a centrocampo.

Il problema, come sempre, sarà avvicinarsi alla porta avversaria. L’attacco del Cagliari si è arenato sia sul piano puramente realizzativo (18.esima squadra per gol segnati) che sul piano della produzione offensiva (17.esima per tiri tentati, 18.esima per tiri in porta, oltre che prima per distacco nella proporzione tra tiri di testa e tiri totali, superiore al 26%). Insomma, il Cagliari crea poco e quel poco deriva spesso da situazioni a basso indice di realizzazione come i cross e le palle inattive.

Una buona sintesi delle difficoltà del Cagliari, offerta da Diego Farias.

Per il Cagliari, ricercare spesso il duello aereo è in qualche modo una scelta naturale. La formazione titolare presenta infatti diversi elementi (Lykogiannis, Faragò, Barella, Ionita, Deiola, Pavoletti) che hanno la forza fisica per reggere l’impatto con qualunque avversaria, specie quelle che vivono di intensità a corrente alternata come la Fiorentina. Almeno da questo punto di vista, la prestazione offerta contro la Roma è stata incoraggiante.

Il Crotone spera in un’altra festa contro la Lazio

Il Crotone vive invece una situazione diametralmente opposta: diversi giocatori non avrebbero la stazza o lo spessore per competere in Serie A, ma attraverso l’organizzazione di gioco e la carica che ricevono dal pubblico riescono in qualche modo a superare i propri limiti. Il notevole rendimento casalingo rispetto al mediocre rendimento in trasferta ne è la prova lampante.

I tifosi hanno già esaurito i biglietti disponibili e, così come era successo l’anno scorso, si augurano di congedare ancora il campionato con una vittoria contro la Lazio e una festa salvezza. Zenga non dispone di giocatori abbastanza strutturati da incollare a due freak come Milinkovic-Savic e Felipe Anderson, ma può sperare di pescare dal cilindro un’altra partita di personalità di Mandragora, per giocare d’anticipo sulle combinazioni dei trequartisti laziali e contenere i danni. In attesa di un’altra rovesciata di Simy.

SPAL, Chievo e Udinese hanno un’opportunità per tirarsi fuori dai guai

Circoscrivere il rischio di retrocedere a Cagliari e Crotone è una conseguenza del calendario piuttosto che della recente condizione. L’unica squadra che dà l’impressione di viaggiare con il vento a favore da ormai diverse settimane è la SPAL, che ha perso soltanto una partita delle ultime undici, ha vinto senza troppi patemi contro Verona e Benevento e ha dimostrato di poter fare a meno di giocatori centrali negli equilibri di squadra come Meret e Lazzari (domani mancherà anche lo squalificato Vicari).

Torino-SPAL sarà l’occasione di vedere a confronto due 3-5-2 con molti punti di contatto: il baricentro basso, lo sviluppo conservativo dell’azione, diretto principalmente verso le fasce e il tentativo di recuperare rapidamente il pallone per aggiungere una dimensione verticale alla manovra. I punti di contatto tra Verona e Udinese si limitano invece al fatto che entrambe sono in profondo disarmo, e a due giornate dalla fine del campionato non hanno ancora un’idea chiara su quale possa essere la formazione ideale con cui schierarsi.

L’Hellas è matematicamente retrocesso dopo la pesante sconfitta rimediata contro il Milan, per cui ci si aspetta che l’Udinese in un modo o nell’altro vada a prendersi quella vittoria che sarebbe sufficiente a raggiungere la soglia salvezza e che pure manca da ormai quindici partite, un’infinita galleria di match point sciupati che assomiglia sempre più a una grande allucinazione, man mano che va allungandosi.

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L'Udinese pressa male e lascia libera la linea di passaggio verso Candreva

L’Udinese va a pressare a uomo i centrocampisti dell’Inter, senza preoccuparsi di coprire il portatore di palla o di disturbare la ricezione di Candreva, che può girarsi e puntare la porta indisturbato.

L’Udinese scesa in campo contro l’Inter è apparsa senza mordente e senza idee, ha provato a pressare nella metà campo avversaria, ma ha sbagliato tempi e distanze, e altrettanto inefficace è risultato il tentativo di difendere la propria area. Le verticalizzazioni di de Paul per Lasagna hanno rappresentato l’unica arma tattica insidiosa, per quanto ricercata con frequenza insufficiente. Domani dovrebbe ritornare in campo Jankto, che aumenterebbe le opzioni offensive a disposizione di Tudor.

Il Chievo, al contrario, ha portato a casa il suo match point, battendo il Crotone nella scorsa giornata e abbassando così il rischio di retrocedere insieme ai concittadini dell’Hellas. In realtà il Chievo non ha dato l’impressione di aver risolto i problemi di sterilità offensiva e ha vinto la partita grazie a due gol segnati con tre tiri in porta. Contro il Bologna ci si può attendere un canovaccio simile: molti cross, ricerca del gol sfruttando il vantaggio nei duelli in fascia e poi onere del possesso lasciato tra i piedi degli avversari.

Sarà però pesante l’assenza dell’infortunato Cacciatore, che ha dimostrato da subito un’ottima intesa con Birsa sulla fascia destra. Una simile assenza potrebbe essere però ricompensata dal probabile ritorno in campo di Lucas Castro, vero barometro delle fortune clivensi.

L’Inter non può sbagliare contro il Sassuolo

Dopo la bruciante sconfitta contro la Juventus, l’Inter ha vissuto un fine settimana in cui tutti gli astri si sono allineati in suo favore. La delicata trasferta a Udine è stata gestita con facilità irrisoria, nonostante le numerose assenze a causa di squalifiche e infortuni, mentre la Lazio ha perso il suo margine di sicurezza contro un’arrembante Atalanta, e nel corso della partita ha dovuto rinunciare anche a Luis Alberto, colpito come Immobile da una lesione muscolare.

Anche questa settimana l’Inter godrà del leggero vantaggio di giocare in anticipo rispetto alla diretta concorrente per il quarto posto. Ospiterà il Sassuolo tra le mura amiche del Meazza, che può vantare la media spettatori più alta della Serie A e offrirà un ulteriore aiuto in termini di spinta emotiva, contro una squadra che ha ormai raggiunto la salvezza matematica e non ha più nulla da chiedere al campionato. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per assistere al tradizionale tracollo inatteso dell’Inter, compreso l’elemento “bestia nera”: nei nove incontri tra le due squadre in campionato, il Sassuolo ha vinto cinque volte.

Spalletti proporrà il classico 4-2-3-1 con qualche leggero dubbio sugli undici titolari: se Miranda avrà recuperato pienamente sarà schierato, altrimenti ancora spazio a Ranocchia; Vecino potrebbe ricevere un altro attestato di fiducia dopo la prematura espulsione contro la Juve, oppure essere sacrificato per lasciare il posto a Borja Valero, che contro l’Udinese ha confermato ancora una volta che se il contesto glielo consente (ritmi lenti, spazi ampi, avversari che pressano poco e male), è ancora un centrocampista fenomenale.

La Lazio deve difendere la Champions con le ultime forze rimaste

La Lazio invece dovrà calarsi nella bolgia dell’Ezio Scida di Crotone con la panchina ridotta all’osso (Di Gennaro unico cambio a centrocampo, Nani unico cambio in attacco), ma con un undici titolare sufficientemente tecnico e versatile per controllare il contesto di gioco. Nelle ultime uscite la squadra di Inzaghi è apparsa leggermente in riserva, come era normale che fosse dopo una stagione iniziata con la vittoria in Supercoppa e arrivata fino ai quarti di Europa League, alle semifinali di Coppa Italia e all’ultima giornata di campionato per l’obiettivo Champions. Tuttavia ha sempre trovato in qualche modo la via del gol e ha poi saputo resistere, in parte grazie al distintivo spirito di sacrificio, in parte grazie al grande momento di Strakosha.

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La Lazio può sfruttare il dominio di Milinkovic-Savic nei duelli aerei

Una delle possibili combinazioni tra Milinkovic-Savic e Felipe Anderson: Strakosha lancia lungo verso il serbo, il brasiliano si muove per ricevere alle sue spalle. È una situazione statica, ma è di difficile lettura per la difesa.

Contro il Crotone, il titolare in attacco sarà ancora Caicedo, che contro l’Atalanta ha offerto la sua solita prestazione di scarsa qualità, sensibile senso di spaesamento, ma tante sponde, tante sportellate, tanti duelli aerei per far salire la squadra, condita anche da un gol sotto porta su invito irrinunciabile di Luis Alberto. Capuano e Ceccherini potrebbero soffrire la sua fisicità, per tacere della superiorità fisica e tecnica di Milinkovic-Savic e Felipe Anderson. Lo scontro a distanza tra Lazio e Inter prosegue: Crotone e Sassuolo dovrebbero rappresentare solo un impegno interlocutorio prima del vero e proprio spareggio.

Quel che resta della lotta scudetto

La giornata si concluderà infine con due posticipi in contemporanea. Sampdoria-Napoli si presenta sostanzialmente inutile sul piano della classifica, ma contiene numerosi motivi di interesse legati alla sfera tattica, dal momento che si affronteranno due delle proposte di gioco più ambiziose del campionato: Sarri farà finalmente turnover? (Dalle indiscrezioni sembra di no). Sarà la partita della consacrazione di Kownacki? Adesso che sono sfumati gli obiettivi di classifica e la tensione che ne conseguiva, Sampdoria e Napoli ritroveranno quella brillantezza di inizio stagione? Può essere la partita in cui Giampaolo lancia la sua candidatura a proseguire ancora una volta il ciclo di Sarri?

All’Olimpico, nel frattempo, alla Juve basterà raccogliere un punto per conquistare l’agognata vittoria matematica del campionato. La Juve sembra trascinarsi in linea di galleggiamento da almeno un paio di mesi, con poco smalto e poca brillantezza, e non si riesce mai a capire se questa condizione sia destinata a fare da preludio a una grande sconfitta o a una grande vittoria. Per il momento ha fatto da preludio solo a grandi impeti di collera di Allegri, che forte della sua posizione di vincitore ne ha approfittato per togliersi dei sassolini che si era ritrovato nella scarpa, convinto che qualcuno ce li avesse messi dentro di proposito.

In attesa di capire se Allegri è ancora in grado di godersi serenamente una vittoria, o se lascerà prevalere il suo lato artistico, sarà possibile concentrarsi sugli aspetti tattici della sfida con Di Francesco. La Juve potrebbe schierare Mandzukic, Dybala, Douglas Costa e Higuaín insieme dal primo minuto, concedendo alla Roma una potenziale superiorità numerica a centrocampo, ma costringendo De Rossi e Strootman a un lavoro di copertura sfiancante per non liberare spazi davanti alla difesa.

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Uno sviluppo tipico della gara d'andata, sfruttando la fisicità di Mandzukic

Nella gara di andata la Juve aveva insistito sui suoi punti di forza: Cuadrado contro Kolarov, Mandzukic contro Florenzi, Higuaín bravo a smarcarsi con tempismo.

L’inerzia della partita potrebbe anche essere decisa dai duelli individuali, a cui Allegri presta sempre grande attenzione, come il mismatch fisico tra Mandzukic e Florenzi, o quello atletico tra Kolarov e Douglas Costa. Nel corso dei novanta minuti si alterneranno le fasi di calma apparente e le fasi di grande intensità, in cui entrambe le squadre dovranno stare attente a non perdere la palla nelle zone cruciali del campo. L’auspicio è che entrambi i tecnici vogliano affrontare a viso aperto questa partita, che potrebbe spostare di poco o nulla gli equilibri di classifica, ma potrebbe divertire molto il pubblico a casa e allo stadio.