Milan, lo strano caso del dottor Yonghong e mister Li

Serie A

Luca Marchetti

La trattativa tra Yonghong Li e Commisso sembrava aver imboccato una buona strada in seguito alla mega offerta dell'italo-americano al presidente cinese. Ma un colpo di scena ha cambiato nuovamente le carte in tavola...

MILAN-COMMISSO, FRENA LA TRATTATIVA

Un altro colpo di scena per la cessione del Milan. Una telenovela, con triangolazione Milano, New York, Nyon (anzi Losanna) che tiene con il fiato sospeso i tifosi rossoneri.
Fuso orario o no, Commisso, Elliot, Ricketts e Ross sullo sfondo. I nomi sono sempre quelli, si gira sulle valutazioni, su ultimatum, su percentuali da tenere e su rifinanziamenti. Ormai la maggior parte dei milanisti sono diventati esperti di diritto finanziario e di trading ad alta quota. Ma anche con queste nuove competenze acquisite vorrebbero capire qual è il disegno di Yonghong Li. La trattativa con Commisso sembrava aver imboccato una buona strada. L’italo-americano aveva proposto al proprietario cinese una mega offerta (pare di poco superiore ai 500 milioni di euro) per prendersi tutto il Milan. Corredati questi 500 milioni di un piccolo margine di trattativa per rinfodere Li dello sforzo profuso in questi mesi. Naturalmente a Li non andava bene: avrebbe voluto un socio per ripagare Elliot del prestito, e poi avere più tempo per (eventualmente) vendere. Ma Commisso non voleva partecipare ad aste: prendere o lasciare. Ultimatum con aggiunta di percentuale che sarebbe rimasta in mano a Li. Sembrava tutto in discesa. Sembrava. Ma mister Li è tornato dottor Yonghong e con un colpo di scena ha cambiato nuovamente le carte in tavola. Alzando le percentuali, a poco dalla scadenza dell’ultimatum di Commisso. E così l’italoamericano non è più fiducioso. Il motivo?
Di sicuro cercare di strappare più soldi, prima ipotesi. Oppure perché ha trovato i 32 milioni di euro con cui rifondere Elliot (il prestito per il rifinanziamento) e quindi poi ci penserà lui a rivendere il Milan e non Elliot. Fino almeno ad ottobre se non sarà in grado di tirar fuori i 380 milioni di prestito che proprio ad ottobre scadranno.
È un altro rilancio, un altro giro di poker. Yonghong Li ci ha abituati a questi colpi di scena: le caparre da centomilioni per comprare il tempo. I pagamenti effettuati all’ultimo secondo disponibile. Ora cambiare i termini di accordi verbali per andare ancora più a fondo. O per prendere di più o per far capire che non vuole essere preso per necessità.
Di sicuro entro il 6 luglio deve trovare i 32 milioni di euro, altrimenti tutto passa ad Elliot. E questo ulteriore azzardo avrebbe portato soltanto a un grande fracaso. Possibile che così “spericolato”? Di rischiare senza alcun tipo di rete?
Se li ha, il Milan respira e Li proverà a creare lui stesso l’asta con gli interlocutori che preferisce. Se non li ha passerà tutto in mano ad Elliot che già ha avviato contatti con la famiglia Ricketts e con Ross.
Tutto questo fino alla scadenza di ottobre quando, se Li dovesse arrivarci, si giocherà la vera partita.
Ma in realtà la partita è iniziata ora. Si sta giocando su più piani. Perché poi può anche influire sull’altra gara che il Milan sta giocando in questa estate difficilissima: quella con la Uefa. Finora a Nyon, dopo la sentenza a Losanna. E l’eventuale incertezza societaria è possibile che pesi nelle decisioni.
Commisso è ancora li. E Li ad esser tornato Yonghong.