Fiorentina, Chiesa: "Kakà e Shevchenko i miei idoli. Se valgo 60 milioni? Esagerato"

Serie A

Federico Chiesa in una lunga intervista rilasciata ai microfoni del Corriere dello Sport ha affrontato diversi temi. Ovviamente su tutti la Fiorentina ("Siamo giovani e abbiamo fame") e la nazionale ("C'è ancora tanta strada da fare"). Poi, il fratellino Lorenzo ("più forte di me"), il legame con Astori ("A tavola sempre accanto a lui") e non solo. Le parole di Chiesa

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Il futuro della Fiorentina, della nazionale e del calcio italiano in generale. Federico Chiesa ad appena ventun anni sta bruciando le tappe. Anche in questa Serie A è partito fortissimo: già 2 gol e 2 assist in otto presenze, con la Fiorentina settima a quota 13. "Il mio unico pensiero è sempre stato quello di scendere in campo e divertirmi. Vedendo mio padre giocare non nascondo di aver sognato di esordire nel calcio che conta. Se valgo 60 milioni? Mi sembra un po’ esagerato. La mia unica priorità è dimostrare domenica dopo domenica quanto valgo. Ora penso solo alla prossima partita contro il Cagliari", ha dichiarato Chiesa in una lunga intervista rilasciata ai microfoni del Corriere dello Sport. "Devo sicuramente migliorare nelle scelte. Col mister stiamo lavorando a riguardo. Il dribbling invece è un pregio così come i falli che subisco perché fanno parte del gioco. Sto dove Pioli mi chiede di giocare: a destra o sinistra non c’è differenza". Riguardo le critiche rivoltegli da Gasperini invece ha tagliato corto: "Non voglio rispondere. Io devo pensare al campo e a giocare, poi ha già parlato a sufficienza la mia società. È acqua passata".

Fiorentina nel segno di Astori

La Fiorentina può essere considerata la vera e propria sorpresa di questa Serie A anche perché è la squadra più giovane d’Europa: "Ci capiamo in un attimo e abbiamo fame di arrivare. Ci divertiamo e puntiamo sempre a migliorare. A Firenze abbiamo la spinta della nostra gente. I tifosi sono il dodicesimo uomo in campo e non sto dicendo la solita frase fatta. In trasferta invece forse ci è mancata la giusta furbizia fin qui, insieme all’esperienza. Tuttavia siamo fiduciosi e stiamo lavorando tanto. L’obiettivo è l’Europa League ma dobbiamo fare il meglio possibile in campionato e Coppa Italia". Un legame con la gente di Firenze diventato ancora più forte nel segno di Davide Astori: "Davide per tutti noi era il capitano, uno da 110 e lode dentro e fuori dal campo. Legava tutto lo spogliatoio. Quando arrivò Hugo in ritiro, nonostante non parlasse una parola d’italiano, era lui a gesti a fargli capire cosa chiedeva l’allenatore, così come con i francesi. Ogni volta che arrivava un nuovo giocatore, dopo esser stato aggiunto alla nostra chat di Whatsapp, era sempre suo il primo messaggio con scritto 'Ciao, benvenuto' – ha continuato Chiesa -. Quando io sono entrato per la prima volta al centro sportivo, ricordo ancora che c’erano lui e Bernardeschi. Fu Davide il primo a salutarmi. A tavola ho sempre avuto il posto accanto al suo perché lui mi fece sedere lì. Quel posto è rimasto il suo! Davide è sempre con noi".

"Mio fratello più forte di me? È vero"

Federico Chiesa ha parlato anche del fratellino Lorenzo. L’abbraccio tra i due in seguito al gol segnato dal 25 viola contro la Spal, ha fatto davvero il giro del mondo. E a chi afferma che Lorenzo – tesserato nelle giovanili della Fiorentina - sia potenzialmente addirittura più forte di Federico… Il ’97 viola risponde così: "Secondo me è vero – ride – sono convinto si potrà togliere delle belle soddisfazioni. Adesso però anche lui si sta prima di tutto divertendo, com’è giusto che sia. Quando ci siamo abbracciati lui mi ha detto 'Grande Fede'. Prima della gara però parlando con mio padre ci avevamo quasi scherzato su sapendo che a bordo campo ci sarebbe stato lui. ‘Se segni vieni ad abbracciarmi’. Quella frase mi era rimasta dentro e poi l’ho fatto per davvero". Una specie di déjà-vu: "Anche io ho fatto il raccattapalle quando papà giocava. Ricordo un suo gol in un derby contro la Sangiovannese, quando poi è corso verso di me. Sì, è una questione di famiglia". A parte papà Enrico, Chiesa ha avuto sempre un debole per un giocatore in particolare: "Kakà! Invece come attaccante mi ha sempre affascinato Shevchenko". Parlando del padre, a Federico non è mai pesato esser 'figlio d’arte'. Anzi: "Il supporto di papà è sempre stato fondamentale così come quello di mia mamma. La mia famiglia è un pezzo della mia forza. Il mio padre calcistico invece è Paulo Sousa, che mi ha insegnato tantissimo: ha visto in me quel qualcosa in più che l’ha convinto a lanciarmi. E nonostante avessi poco più di 18 anni, non mi ha mai fatto mancare la fiducia".

La nazionale e l’università

Impossibile negare il fatto che Federico Chiesa sia una delle speranze della nazionale del futuro: "Questa è ancora un’Italia giovane e c’è ancora tanta strada da fare. La mia priorità è farmi trovare pronto dal ct: non mi sento né un titolare né un pilastro ma voglio dimostrare di meritare l’azzurro e lavorerò per questo". Un’Italia… a forti tinte viola! Nelle ultime convocazioni si potevano leggere tre nomi di giocatori provenienti dal vivaio della Fiorentina: Bernardeschi, Piccini e ovviamente Chiesa. "Nel nostro settore giovanile c’è grande organizzazione e ti fanno capire fin da piccolo che significa vestire la maglia della Fiorentina. Il professor Vergine ci ha sempre ripetuto una frase: 'Si vince approcciandosi dal primo minuto con la giusta voglia ed il necessario entusiasmo'. Aveva ragione". Non solo calcio. Federico è anche iscritto all’università: "Procede tutto bene. Sono iscritto a Scienze Motorie e mamma mi segue da vicino. Sono felice di questo percorso di vita. Del resto anche in azzurro ho esempi di un certo spessore come Giorgio Chiellini".