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Atalanta, Gasperini in esclusiva: "Contro il Napoli come con l’Inter. Vogliamo tornare a essere 'ammazza-grandi'"

Serie A

L’allenatore dell’Atalanta è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Sky Sport per una lunga intervista. Diversi gli argomenti trattati, dal momento attraversato dalla squadra nerazzurra alla prossima sfida di campionato contro il Napoli. Tutte le parole di Gasp

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Rialzare immediatamente la testa dopo l’inaspettata sconfitta in rimonta arrivata nell’ultimo turno di campionato contro l’Empoli e acquisire il ruolo di "ammazza-grandi" in Serie A. Obiettivi chiari per l’Atalanta, che dopo lo stop del 'Castellani' vuole immediatamente riprendere a correre. Dopo aver mandato al tappeto l’Inter, allo stadio 'Atleti Azzurri d’Italia' i nerazzurri vogliono fare lo sgambetto anche alla seconda forza del campionato, il Napoli di Ancelotti che arriverà a Bergamo per il Monday Night della quattordicesima giornata di Serie A. Della sfida agli azzurri e del momento della sua squadra ha parlato Gian Piero Gasperini, intervenuto ai microfoni di Sky Sport per una lunga intervista.

E’ ancora viva la ferita oppure la state risanando?
No, adesso è un periodo in cui va bene, ma certe cose non sono mai troppo statiche, cambiano. In questo momento facciamo anche gol, semmai il problema è che domenica ne abbiamo presi troppi. La novità, rispetto al passato, è stata che domenica è stata una giornata particolarmente brutta in fase difensiva, cosa che non ci capitava quasi mai. Questo ci ha fatto perdere una partita pesante.

Una sconfitta pesante perché eravate reduci da un momento positivo e da quattro vittorie consecutive. Siete pronti per ripartire?
Sì, il calcio è questo e bisogna essere sempre pronti. Chiaramente, l’ideale sarebbe avere un maggiore equilibrio. Però non è così facile, questo è un campionato equilibrato, difficile per tutti, forse c’è solo la Juventus che anche nelle giornate meno buone riesce comunque a tirar fuori il risultato perché ha dei valori davvero importanti. Per tutte le altre, e lo dimostra la classifica, basta essere un po’ meno concentrati e può arrivare qualsiasi risultato contro chiunque.

Cosa chiede a questa nuova Atalanta?

Quest’anno tutti si stanno dando la carica ogni settimana, forse l’Europa sfuggita ad agosto-settembre dopo una stagione esaltante ha lasciato degli strascichi. C’è questa grande voglia di tornare. Ma io non mi sento di poter promettere nulla, anche se ogni tanto mi attribuiscono delle dichiarazioni secondo cui punterei al quarto posto e alla Champions. Non è così, è difficile per tutti oggi dire qual è l’obiettivo, è ancora molto presto. Penso che soltanto a febbraio-marzo, a seconda di quella che sarà la classifica, si potrà pensare a qualcosa. Ma è stato così anche negli anni passati. In questo momento giochiamo per cercare di stare il più in alto possibile.

Ilicic cosa dà e cosa toglie?
Ilicic ci dà tanto, perché è un giocatore straordinario, non solo per il nostro gioco ma in generale per la capacità offensiva che ha, per la qualità nello sviluppo del gioco. E’ chiaro cha la sua assenza è comunque una grossa perdita, ma detto questo l’Atalanta ha giocato altre volte senza di lui o senza altri giocatori importanti. Quello che dà fastidio è questa squalifica, arrivata in modo così sciocco e così stupido. Peccato, lui non è un giocatore che solitamente incorre in squalifiche. Domenica poteva essere una gara esaltante per il risultato e la classifica, invece abbiamo perso lui, abbiamo perso Toloi e abbiamo perso i tre punti. Di colpo, così, si parla di una discesa. Questo ci ha dato un po’ di fastidio perché non ce lo aspettavamo. Adesso ripartiremo forte e reagiremo subito.

Come è cambiato il Napoli con Carlo Ancelotti?
Ancelotti è stato veramente bravo, perché questo Napoli era una patata bollente. Arrivava da stagioni esaltanti con Sarri, con un pubblico che era molto legato giustamente ai risultati e al gioco di quella squadra. Lui, invece, è stato capace con gli stessi giocatori di modificare la squadra e dare un’impronta diversa, giocando un bel calcio. Per questo è stato veramente bravo.

Qual è l’insidia maggiore del Napoli?
Il Napoli si conosce, ha capacità, qualità e tanti giocatori importanti, è una squadra che può fare gol sempre. Ma come tutte le squadre, magari quando meno te lo aspetti come è capitato con il Chievo che è ultimo in classifica, può capitare di pareggiare. Questo è il calcio, noi dobbiamo preparare bene la nostra gara, riscattare la partita di Empoli. Forse una richiesta che possiamo fare al nostro campionato, più che parlare di classifica, è di giocare delle partite belle ed esaltanti come è già capitato con l’Inter. Adesso avremo il Napoli, più avanti altre grandi e questo è forse quello che possiamo chiedere al nostro campionato.

C’è qualcosa di nuovo che si può vedere nel nostro campionato?
L’ho detto come provocazione, ma un po’ ci credo che nel prossimo futuro il portiere sarà il giocatore aggiunto della difesa. Ma nel calcio non si inventa niente, si trasforma tutto. Può essere un passo in più, chiaramente è molto rischioso, ma in questa maniera si aggiunge un giocatore in più alla manovra e diventa più difficile per l’avversario pressarti. Ho detto che magari in futuro i portieri saranno scelti più per come giocano con i piedi, che per come parano con le mani. E’ un ruolo che forse ha più margini di cambiamento.

Si può dire che i ruoli fissi non esistono più o è solo una moda?

No, non è una moda. E’ frutto della partecipazione corale al gioco: i difensori partecipano al gioco, cosa che prima non facevano, gli attaccanti partecipano alla fase difensiva. Ci sono meno centravanti. E questo in generale, nel mondo e non solo in Italia. C’è meno specificità del ruolo di prima punta, forse perché magari non ci sono grandissimi interpreti, allora ci si adatta in un altro modo.

Com’è Mancini, già convocato dal CT in Nazionale?
Mancini è un ragazzo di qualità, ma io sono da sempre convinto che in Italia ci sono giovani di valore e di qualità. Quello che sta facendo Roberto Mancini con la Nazionale secondo me è molto positivo. Anche lui a volte fa un po’ delle provocazioni, anticipando la convocazione di alcuni giocatori, però effettivamente il nostro è un momento strano. In Italia giocano tantissimi stranieri, la Nazionale è costretta ad andare a pescare giocatori semi-sconosciuti o che hanno appena iniziato a giocare. Però questo forse può dare una spinta ad utilizzare di più i nostri giocatori, magari a togliere qualche straniero in più e a dare un po’ più di spazio ai nostri, soprattutto nei settori giovanili. Sarebbe importante, credo che in Italia il calcio ha un tale seguito e una tale partecipazione da parte dei bambini che cresceremo come movimento.

Si può dire che De Roon e Freuler sono cresciuti e rappresentano il motore dell’Atalanta?
Assolutamente, a volte i giocatori diventano più bravi per quanto sono complementari l’uno con l’altro. Loro sono indubbiamente una bella coppia: ovviamente ci sono anche altri giocatori, ma io faccio un po’ fatica a privarmi di loro perché hanno raggiunto una sintonia notevole. L’Atalanta ha un suo nucleo solido, importante, sul quale fa riferimento, la famosa spina dorsale. Su quella possono poi crescere i vari Mancini o altri giocatori più giovani.

La partita contro il Napoli cosa può significare per il campionato dell’Atalanta e per la Serie A in generale?
E’ un modo di misurarci contro una grande squadra, la seconda forza del campionato. Quindici giorni fa lo abbiamo fatto con l’Inter, adesso abbiamo il Napoli quindi è sempre più difficile. Magari tornassimo ad essere l’”ammazza-grandi”, questo potrebbe dare un senso al nostro campionato, al di là della classifica. Quando si incontrano le grandi le motivazioni sono sempre molto forti, ma il coefficiente di difficoltà aumenta. Sono delle opportunità, delle occasioni per giocare delle buone partite, per misurarsi e vedere anche a che livello siamo noi al cospetto di squadre così forti.

E’ una partita particolarmente sentita a Bergamo. Ci saranno troppe tensioni?
No, in due anni e mezzo che sono qua ho capito che quella di Bergamo è una tifoseria fantastica. Io sento solo cori di incitamento, mi piacciono molto i tifosi per come cantano, l’atmosfera è coinvolgente. Non ci sono problemi, ho anche sentito Ancelotti, che forse è stato un po’ troppo tempo fuori dall’Italia. Bergamo è un esempio di civiltà, siamo stati in giro in Europa, ovunque, con una bella tifoseria.

Quanta voglia di Europa è rimasta?
Sembrava di esserci ripresi e di aver dato continuità, ma la partita di Empoli ci ha dato grande rabbia. Lì, però, è stata essenzialmente colpa nostra, a volte anche le Nazionali possono incidere. Io non cerco mai alibi, però domenica eravamo forse un po’ “sfarfallati”. Abbiamo perso quella concentrazione difensiva, che è sempre stata alla base dei nostri risultati. I gol ti alzano il livello della classifica, però è la solidità che ti garantisce forza. Questa, probabilmente per la prima volta, è venuta fuori in maniera un po’ negativa. Adesso, contro il Napoli, abbiamo l’occasione di vedere principalmente quanto siamo solidi difensivamente perché loro davanti sono forti.