Il gip Guido Salvini, come riporta l'Ansa, ha disposto i domiciliari per l'ultrà interista Luca Da Ros, arrestato per gli scontri prima della sfida contro il Napoli in cui ha perso la vita Daniele Belardinelli. Decisione arrivata in seguito ai dettagli forniti durante l'interrogatorio di venerdì davanti ai pm
Sono stati concessi i domiciliari a Luca Da Ros, il 21enne ultrà interista arrestato per gli incidenti prima di Inter-Napoli che sono costati la vita al tifoso del Varese, Daniele Belardinelli. Lo ha deciso il gip Guido Salvini dopo il lungo interrogatorio di venerdì 4 gennaio davanti ai pm. A chiedere la scarcerazione era stato l'avvocato Alberto Tucci. Secondo quanto riportato dall'Ansa, l'ultrà interista è stato scarcerato sabato 5 gennaio dopo la collaborazione nelle indagini sugli scontri del 26 dicembre, avendo fornito ai magistrati "numerosi dettagli utili" sulle modalità dell'attacco e ulteriori informazioni per "risalire ai responsabili dell'omicidio di Belardinelli", nonostante le minacce ricevute presso la sua abitazione e apparse su numerosi social network". Lo scrive il gip, spiegando che Da Ros ha anche svelato l'identità di numerose persone coinvolte malgrado la "pressione" e l'"omertà" della curva. Secondo il gip Salvini, la scelta del supporter nerazzurro di parlare con i magistrati non è stata facile, vista la "pressione che i gruppi di tifosi ultras sono in grado di esercitare". Malgrado questa pressione e le numerose minacce ricevute, Da Ros, spiega il giudice, ha manifestato "un concreto distacco da quelle regole di omertà che caratterizzano la realtà di tali gruppi".
Il resoconto dell'interrogatorio e le ultime news sulle indagini
La collaborazione di Da Ros è stato oggetto chiave, dunque, per la concessione dei domiciliari. Il tifoso interista infatti, come affermato dal suo legale Tucci, ha riconosciuto 7-8 ultras che hanno partecipato all'assalto e anche i tre soggetti presenti con lui in macchina, compreso colui che ha trasportato Belardinelli in ospedale. Nei giorni scorsi, invece, aveva indicato in Marco Piovella, 34enne imprenditore, il presunto organizzatore dell'agguato ai sostenitori napoletani. Aveva visto Belardinelli essere trasportato dai napoletani e poi lasciato nell'aria degli interisti, ma si era perso il momento dell'incidente, avvenuto comunque prima degli scontri. Piovella si era poi presentato volontariamente in questura il 29 dicembre per fornire la propria versione dei fatti, prima di essere arrestato due giorni dopo. Il 3 gennaio, infine, a Napoli è stata sequestrata una Volvo B40 station wagon che potrebbe essere quella che ha investito l'ultrà morto. L'inchiesta degli investigatori ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di un 25enne tifoso napoletano, ascoltato dagli inquirenti insieme ad altri ragazzi presenti nell'auto. Le indagini continuano.