Intervenuto nel corso di un evento che si è svolto a San Siro, l’amministratore delegato nerazzurro ha parlato della gestione del caso Icardi: “Ho cercato di stemperare la tensione nell’interesse di tutti, risolvendo la questione con leadership. La diplomazia è una delle qualità che mi riconosco”. Poi sugli obiettivi: “I bilanci sono importanti, ma conta vincere”. Infine chiarimento su CR7
Dalla questione relativa al futuro di San Siro al caso Icardi, passando per gli obiettivi da raggiungere con l’Inter fino ad arrivare a un chiarimento sull’acquisto di Cristiano Ronaldo da parte della Juventus. Tanti gli argomenti affrontati da Giuseppe Marotta, tra i protagonisti dell’evento 'Il Foglio a San Siro', che si è svolto allo stadio 'Giuseppe Meazza'. In un periodo di dibattito serrato sul futuro dell’impianto milanese, l’amministratore delegato nerazzurro ha esordito commentando la questione: "Lo stadio è senza dubbio un contenitore di emozioni. Tutti parlano di struttura, ma è necessario anche fornire uno spettacolo. Bisogna che ci siano giocatori forti in campo – ha spiegato Marotta -, se lo spettacolo è carente i tifosi rimangono a casa. In Italia abbiamo la migliore classe di giocatori, allenatori, arbitri e dirigenti, ma siamo indietro nelle strutture, anche nei centri di allenamento. Io sono molto favorevole, soprattutto per quanto riguarda la Serie A, a mettere vincoli ancor più forti per le licenze. Senza un contorno all’altezza, il prodotto non si vende. L’accoglienza deve essere una delle peculiarità di un modello vincente: serve che il tifoso venga intrattenuto anche prima delle partite, magari guardando gli highlights di altre gare, e che rimanga poi anche dopo con la famiglia. Se penso a Inter-Barcellona di Champions League, ad esempio, viene fuori un dato significativo: la partita ha generato 4,5 milioni di euro ed è lo stesso incasso di Juventus-Manchester United, giocata in uno stadio con 30mila persone in meno. I bianconeri garantiscono una maggiore qualità. I prezzi? Bisognerebbe salvaguardare una fascia di tifosi, perché non tutti possono spendere 100 euro per un biglietto. Si dovrà ragionare su questo".
La gestione del caso Icardi
Marotta ha poi affrontato il tema legato al caso Icardi. L’attaccante argentino, dopo un lungo tira e molla con la società, è tornato ad allenarsi con il gruppo e con ogni probabilità dovrebbe tornare a disposizione dell’Inter nella prossima gara di campionato contro la Lazio. "Se c’è una qualità che mi riconosco è la diplomazia – ha ammesso l’amministratore delegato nerazzurro -, la capacità di risolvere le questioni con leadership e senza bisogno di sbraitare. Nel caso di Icardi ho cercato di stemperare le tensioni nell’interesse di tutti. In una società ci sono delle dinamiche che non possono essere rese pubbliche, è necessario prendere le decisioni con grande senso di responsabilità e nell’interesse di tutti. Noi non volevamo punire nessuno, questo è un dato di fatto: l’allenatore deve gestire nella maniera migliore le risorse e il compito della società e quello di proteggerlo con l’obiettivo di rispettare il gruppo. Questo non vale per la questione legata a Icardi, è un discorso generale. Tra l’altro, nella mia carriera, ormai sono un esperto nel gestire queste situazioni: ho avuto anche Cassano e il figlio di Gheddafi…".
Gli obiettivi con l’Inter e l’arrivo di CR7 alla Juve
In chiusura Marotta ha parlato degli obiettivi da raggiungere con l’Inter e ha dato la sua versione dei fatti sull’arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juve, negando la sua contrarietà all’operazione. "Fino a qualche tempo fa immaginavo diversamente il mio futuro – ha concluso Marotta -, ma ora sono all’Inter e voglio vincere qui, perché si vive di obiettivi. Con il tempo ho imparato che i bilanci sono importanti, bisogna stare attenti, ma ciò che conta sono le vittorie. Quando si vince, in qualche modo le perdite si riescono a ripianare. Quando non si vince, ti mandano a casa anche se i bilanci sono a posto. Con l’Inter non sarà facile vincere, se non ci si è riusciti in questi anni vuol dire che ci sono state delle problematiche. Il club ha cambiato più volte proprietà negli ultimi anni, ma ora c’è Zhang che è voglioso di arrivare in alto. Penso che ci siano tutti i presupposti per fare bene. L’arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juve? Non è vero che io non lo volevo, è una storia falsa. In qualità di amministratore delegato della Juve sapevo che non c’era la sostenibilità economica per un’operazione del genere e quando parlammo con Agnelli lui disse che ci avrebbe pensato qualche giorno. Poi, con grande intelligenza, disse che si poteva fare: fu un atto di coraggio e io non potevo decidere, potevo solo valutare con Paratici e Nedved, ma non mi sono opposto. Avevo già presentato un piano A senza Ronaldo, poi di fianco c’era questa operazione. Ho avuto modo di conoscere il giocatore, non ho mai visto uno con la stessa cultura del lavoro in vita mia. Mette il calcio e la mamma davanti a tutto. È un grande campione, dà l’esempio e diventa fonte di emulazione per gli altri".