Scudetto Juve, Allegri: "Non si vince se sei un c..."

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Durante la conferenza stampa post partita con la Fiorentina, l’allenatore bianconero ha chiarito la sua posizione sulle critiche ricevute: “Fanno parte del gioco, ognuno ha i suoi metodi, ma chi vince non va criticato: nessuno porta un'azienda a fatturare milioni se è un c..."

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L’amarezza per l'eliminazione dalla Champions League è stata rimpiazzata dalla gioia di uno scudetto vinto prima di Pasqua, l’ottavo di fila per la Juventus. Al termine della gara con la Fiorentina, Massimiliano Allegri ha voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Non gli sarebbero andate giù alcune critiche dopo la doppia sfida con l'Ajax: "Purtroppo l’intelligenza va di pari passo con la presunzione. Io non so la verità e non la voglio sapere, non sono neanche il Vangelo. So solo una cosa: nel calcio io ho avuto tanti allenatori, tra cui quelli vecchio stampo che non potrebbero mai sentire tutti questi numeri he si fanno ora, ma che hanno vinto tanto. Anche perché uno non vince a caso, uno non porta a fatturare un’azienda un miliardo di euro o 500 milioni se è un coglione. Però per pensare certe cose non bisogna essere polli d’allenamento” ha detto l’allenatore in conferenza stampa.

Critiche e obiettivi

Allegri è consapevole che il suo lavoro come quello di tutti gli allenatori è sotto il continuo giudizio di media e addetti ai lavori: "Le critiche fanno parte del gioco e vanno accettate perché sono anche stimolanti. La cosa che penso è comunque che io sono cresciuto cercando di stare con i migliori e non ho mai criticato qualcuno che ha fatto risultati importanti sia nel lavoro che nella vita, perché ognuno ha i suoi metodi ma l’obiettivo lo deve raggiungere. Poi uno può piacere come non può piacere, ma non si può criticare. Magari uno non mi piaceva, ma poi mi dicevo ‘se vince, qualcosa deve avere’".