Abbiamo analizzato le prime stagioni dell'allenatore emiliano sulle panchine di Parma, Juventus, Milan, Chelsea, Psg, Real e Bayern. Il bilancio? Ha vinto subito o ha costruito per vincere l'anno successivo
Ogni inizio è complicato, l'anno 1 può essere difficile anche se sei un numero 1. L'anno 1 di Carlo Ancelotti divide, tra nostalgici di Sarri e sostenitori di Carlo. 14 punti meno dell'anno scorso comunque una riflessione tra meriti e demeriti la portano. La miglior risposta si può trovare solo scavando nel suo passato
Parma (1996/1997)
Un parma forte, va detto, ma alla fine di un ciclo con Nevio Scala. Dopo 4 trofei in 4 anni la squadra era reduce da un sesto posto; Ancelotti la portò seconda, a 2 punti dalla Juventus, con un girone di ritorno clamoroso dopo essere stato 14^ a dicembre e aver rischiato l'esonero.
Juventus (febbraio 1999)
Alla Juve entrò in corsa, a febbraio '99 al posto di Lippi, con la squadra nona. Arriverà settima a fine anno, seconda alla prima stagione vera, per colpa del famosissimo gol di Calori sotto la pioggia di Perugia.
Milan (novembre 2001)
Al Milan altro inizio in corsa, al posto di Fatih Terim. Porta la squadra in Champions League e l'anno dopo, partendo dai preliminari, la vince. Costruisce e raccoglie.
Chelsea (2009/10), Real (2013/14), Bayern (2016/17)
Ai Blues la squadra è pronta, colpisce subito. Double al primo anno. Così come al Real Madrid, vincendo la "Decima", così come al Bayern, doppietta continuando il lavoro di Guardiola.
Psg (dicembre 2011)
In mezzo il Psg, che non era quello di oggi. Quando subentra a Koumbuaré a Parigi la squadra e' prima a +3 sul Montpellier. Arriverà secondo, ma rifacendosi l'anno dopo, vincendo un titolo che mancava da 19 anni.
Nei secondi anni però...
Eccola la verità: escluse Real, Bayern e Chelsea, squadre già pronte per vincere, il passato dice che Ancelotti ha bisogno di tempo per costruire. il secondo anno juventino meglio del primo. Il secondo al Psg storico. Il secondo al Milan portò la Champions. iI girone di ritorno di Parma il 2^ posto. Un mattone alla volta: più che il presente, si costruisce il futuro