La squadra di Spalletti dovrà cercare di fornire una prestazione convincente per mettere in cassaforte un posto nella prossima Champions League e dimostrare che la distanza dalla Juventus può essere ridotta
La partita di andata tra Inter e Juventus si è giocata l’8 dicembre scorso, quindi circa quasi quattro mesi fa, ma se guardiamo allo sviluppo di quella gara, ai temi tattici e ai giocatori coinvolti, sembra essere trascorso molto più tempo. Allo Juventus Stadium andò in scena una partita tatticamente di alto livello tra due squadre molto motivate, compatte e capaci di reagire in modo flessibile alle varie contingenze. Oggi il contesto è diverso: la Juventus è ormai in vacanza, l’Inter invece sembra vedere la luce dal periodo negativo che l’ha portata ad essere più vicina al quarto posto in classifica che al secondo. Oggi l’Inter può essere piuttosto tranquilla per la qualificazione alla prossima Champions League - è a cinque punti dal quinto posto - ma ha comunque bisogno di provare a non perdere e soprattutto di una prestazione convincente. Anche per evitare di esasperare ulteriormente un ambiente già teso.
All’andata Politano e Brozovic furono autori di una prestazione sopra le righe, con l’esterno bravo a ripiegare anche in maniera profonda pur senza perdere efficacia nella metà campo avversaria; Brozovic invece determinante negli scivolamenti orizzontali in difesa posizionale e nelle coperture, prezioso anche per resistere al pressing della squadra di Allegri. In quella occasione, Spalletti adattò parzialmente il suo tipico 4-2-3-1, chiedendo alle ali di scendere di più sotto la linea del pallone per controllare le catene laterali bianconere, e alzando un mediano (Gagliardini) per portare il pressing insieme a Icardi e il trequartista (Joao Mario). Per il ritorno Brozovic sembra recuperato e arruolabile insieme a Nainggolan e Vecino. In questo caso Spalletti potrebbe adottare uno scaglionamento senza palla simile, sfruttando la verticalità di Nainggolan e l’insistenza di Vecino, per schermare le linee di passaggio ai fianchi di Pjanic (o chiunque giocherà come mediano centrale nella Juventus).
I differenti approcci alla difesa posizionale dell’Inter nella gara di andata, a seconda dell’altezza del possesso. A palla centrale, Perisic e Politano si abbassavano ai fianchi di Brozovic, con Joao Mario e Gagliardini che uscivano in pressing, creando una sorta di 4321. Con palla sulla trequarti, l’unico a rimanere sopra la linea del pallone era Icardi.
Qualche grana in più potrebbe arrivare nella circolazione bassa: Allegri ha dimostrato di avere a cuore la marcatura del mediano avversario, non è quindi da escludere una soluzione ad hoc per limitare Brozovic. Dybala, specializzatosi in questa stagione proprio in questo tipo di marcatura, autore di una prestazione eccellente in questo senso contro De Jong, è infortunato. Allegri dovrà capire se chiedere lo stesso lavoro a Bernardeschi, schierato già un paio di volte in stagione come trequartista con mansioni anche difensive, o piuttosto puntare sull’aggressività di Matuidi o Emre Can in avanzamento. Al fianco di Brozovic, Vecino non garantisce la stessa qualità di palleggio e letture di Borja Valero, che però potrebbe soffrire un ritmo troppo serrato, come quello imposto dalla Juve nel secondo tempo dell’andata; l’uruguaiano ha dato il meglio di sé in partite come quella contro il Milan, in cui ha potuto giostrare alle spalle del centrocampo avversario aiutando la costruzione in maniera più “mobile”, atteggiamento che verosimilmente sarà lasciato a Nainggolan, alle spalle della punta.
La scelta dell’attaccante sarà come sempre fondamentale per capire in che modo vorrà attaccare l’Inter. La maggiore dinamicità di Lautaro potrebbe essere utilizzata per attirare fuori dalla linea i centrali della Juve e attaccarli alle spalle con gli inserimenti dello stesso Nainggolan, mentre con Icardi la Juventus dovrà essere abile a non concedere seconde palle a rimorchio e attacco della profondità. Uno scenario spesso escluso da Spalletti, ma che potrebbe trovare applicazione a gara in corso, magari in caso di svantaggio, potrebbe essere l’impiego simultaneo degli argentini. Con due punte sopra la linea della palla la Juve sarebbe spinta ad abbassare un centrocampista (Emre Can?) per le marcature preventive, o bloccare un terzino.
Allegri ha dichiarato che utilizzerà le ultime giornate di campionato per testare qualche nuova situazione tattica, alludendo soprattutto a Cancelo e Bernardeschi in posizione di mezzali. La partita contro l’Inter, considerata la rigidità del centrocampo a due, potrebbe essere un ottimo banco di prova per cercare di trovare superiorità tecnica e numerica nel centro e attrarre magari in una posizione più accentrata gli esterni Politano e Perisic (come accaduto parzialmente nella gara di andata), per poi sfruttare l’ampiezza attraverso le sovrapposizioni dei terzini. Dato lo storico di Allegri, sarebbe però sorprendente vederlo rinunciare simultaneamente a due mediani come Matuidi e Can, contro una delle squadre più fisiche del campionato. Possiamo insomma supporre che, al massimo, solo uno dei due interni al fianco di Pjanic sarà un “adattato”, anche alla luce della conferenza prepartita in cui sembrava suggerire che la Juventus non avrebbe rinunciato all’ossatura titolare per non “fare brutte figure”.
Juventus e Inter sono due tra le quattro squadre (quarti i bianconeri con 529.4, secondi i nerazzurri con 557.2) con la media di passaggi più alta della Serie A, hanno approcci offensivi differenti (giocate sul lungo e cambi campo per la squadra di Allegri, palleggi corti e risalite per catene laterali quella di Spalletti), entrambe si allungano molto per prendere campo, privilegiano la rifinitura attraverso cross e traversoni, e hanno fasi di non possesso ordinate ed essenziali. Sarà una sfida per il controllo della palla, presumibilmente molto ragionata nella gestione delle situazioni, condita dalla solita dose di agonismo che siamo abituati a vedere nel Derby d’Italia.