
L'ex centrocampista compie 40 anni. Ripercorriamo le tappe della sua carriera, nella quale ha vestito le maglie di Brescia, Inter, Reggina, Milan e Juventus, prima di chiudere l'esperienza sul campo in Mls. Dotato di una tecnica sopraffina e acclamato come uno dei migliori registi di tutti i tempi, Pirlo ha vinto praticamente tutto e lasciato ricordi meravigliosi in tutte le squadre per cui ha giocato
QUIZ SU ANDREA PIRLO: METTITI ALLA PROVA!
DE ROSSI E GLI ALTRI CAMPIONI DEL MONDO 2006: CHI GIOCA ANCORA?

L'ex centrocampista compie 40 anni. Ripercorriamo le tappe della sua carriera, nella quale ha vestito le maglie di Brescia, Inter, Reggina, Milan e Juventus, prima di chiudere l'esperienza sul campo in Mls. Dotato di una tecnica sopraffina e acclamato come uno dei migliori registi di tutti i tempi, Pirlo ha vinto praticamente tutto e lasciato ricordi meravigliosi in tutte le squadre per cui ha giocato.

Un giovanissimo Andrea Pirlo, ancora adolescente, fa il suo debutto in Serie A. Il 21 maggio 1995, al minuto 79 di Reggiana-Brescia, il centrocampista fa il suo ingresso in campo al posto di Marco Schenardi e diventa, a 16 anni e 2 giorni, il più giovane esordiente nel massimo campionato italiano della storia delle Rondinelle

Il Brescia retrocede in Serie B e Pirlo comincia ad acquisire esperienza con la prima squadra. Nel frattempo, nel febbraio 1996, con la Primavera conquista il torneo di Viareggio. La formazione lombarda, composta da altri talenti come Diana, Baronio e Bonazzoli, batte in finale il Parma per 3-1

Il Brescia conquista la promozione e ritorna nella massima serie. Pirlo diventa ormai un punto fermo della squadra, conquistando progressivamente la maglia da titolare. Nel poker rifilato al Vicenza il 19 ottobre 1997, il giocatore classe ’79 trova la sua prima realizzazione in A: assist in mezzo di Hubner e Pirlo appoggia in rete

Pirlo conclude la stagione con 4 centri, non sufficienti tuttavia a garantire la salvezza. Nel 3-1 ai danni dell’Empoli, il centrocampista battezza quello che diventerà uno dei suoi punti di forza: il calcio di punizione. Il numero 21 apre le marcature, sorprendendo il portiere sul suo palo

Le sue qualità non passano inosservate e a metterci gli occhi sopra è in particolare l’Inter che, nell’estate del 1998, ne acquista il cartellino. Pirlo, a 19 anni, si trasferisce all’Inter per circa cinque miliardi di lire. Nella foto, durante la presentazione, scherza con altri due nuovi arrivi in casa nerazzurra: Nicola Ventola e Paulo Sousa

Con la maglia nerazzurra, Pirlo trova anche il debutto nelle competizioni europee: scende in campo, infatti, a partita in corso al posto di Roberto Baggio durante il preliminare di Champions tra Inter e Skonto Riga, terminato 4-0 a favore dei padroni di casa

Le soddisfazioni, però, non finiscono qui: grazie ai due gol nell'ultimo atto, infatti, Pirlo si laurea capocannoniere del torneo e viene eletto miglior giocatore

Terminata l'esperienza con gli azzurrini, Pirlo fa un breve ritorno all'Inter. Sei mesi dopo, però, il giocatore torna in prestito al Brescia. Qui trova Carlo Mazzone, fondamentale nella sua crescita calcistica: sarà lui ad arretrarlo di qualche metro in campo e trasformarlo in un vero e proprio regista

Nell'estate del 2001 Andrea Pirlo ritorna a Milano, ma passa sull'altra sponda, quella rossonera. L'Inter lo cede per 35 miliardi di lire ai cugini, inserendo nella trattativa il cartellino Andres Guglielminpietro, valutato poco meno di 30

La prima stagione non va benissimo, ma Pirlo cresce esponenzialmente a partire dal successivo ritiro estivo. Decisivo in questo sviluppo la mano di Ancelotti, altro suo mentore, che gli perfeziona ulteriormente il ruolo e lo consacra a livello internazionale

Il suo esordio in Nazionale arriva, invece, a 23 anni. Alla guida degli azzurri c'è Giovanni Trapattoni che lo fa debuttare in Azerbaijan-Italia del 7 settembre 2002, gara valida per le qualificazioni europee. A lasciargli il posto, a un quarto d'ora dal termine, è un altro rossonero: Pippo Inzaghi

Il legame tra Pirlo e Ancelotti diventa sempre più forte. La fiducia dell'allenatore per il numero 21 è talmente tanta che il 2 febbraio 2003, durante Milan-Modena, lo inserisce dalla panchina per fargli battere un calcio di rigore. Fin lì, il centrocampista è stato perfetto dagli 11 metri, mentre in sua assenza i compagni hanno fallito. E anche davanti a Ballotta, Pirlo si dimostra infallibile e sblocca il punteggio

Passano pochi mesi e si arriva al 28 maggio 2003, data che segna la prima straordinaria impresa di Pirlo: all'Old Trafford di Manchester, il Milan batte ai rigori la Juventus in finale e conquista la 6^ Champions League della sua storia

Nonostante in bacheca vanti già una Champions, Pirlo non ha mai lasciato la propria firma in ambito europeo. Quel momento arriva nell'edizione successiva quando, con una punizione strepitosa da quasi 30 metri, chiude i conti contro il Deportivo e segna il 4-1. L'avventura, però, si conclude nella sfida di ritorno, con gli spagnoli capaci di un'incredibile rimonta che elimina i rossoneri

La Champions finisce nelle mani del Porto, ma il Milan riesce comunque a primeggiare in campionato. Grazie all'1-0 nello scontro diretto contro la Roma, i rossoneri si aggiudicano il campionato 2003-04. E per Andrea Pirlo è il primo scudetto in carriera

Una stagione dopo, invece, Pirlo è costretto ad affrontare la prima grande tragedia sportiva della sua carriera. Il Milan approda di nuovo in finale di Champions e disputa un primo tempo memorabile contro il Liverpool. Nella ripresa, però, i Reds rimontano nel giro di 6 minuti e proiettano la sfida ai rigori: il centrocampista fallisce la sua esecuzione e a trionfare è la squadra di Benitez. Qualche anno dopo confesserà che quella notte ha pensato di lasciare il calcio

Passata la delusione, Pirlo riprende fiducia e torna a dominare in mezzo al campo. Nel frattempo continua ad allenarsi per migliorare i suoi calci di punizione e un giorno, in bagno - come confessato nella sua autobiografia - gli viene l'illuminazione: in allenamento sperimenta la 'maledetta' e poi la concretizza ufficialmente in un Milan-Juventus del 29 ottobre 2005. La sua traiettoria imprevedibile beffa Chimenti e apre un nuovo capitolo della carriera di Pirlo

Pirlo è già considerato uno dei migliori giocatori nel suo ruolo, ma per consacrarsi definitivamente ha bisogno di illuminare anche nella vetrina Mondiale. L'occasione arriva nel 2006 e il regista si presenta nel migliore dei modi: destro dalla distanza vincente contro il Ghana. È il primo gol degli azzurri alla spedizione in Germania

Proprio contro i padroni di casa, Pirlo sfodera un'altra prestazione da urlo e contribuisce al gol del vantaggio a tempo quasi scaduto. Il suo passaggio no look diventa un invito a nozze per Grosso che apre il compasso e col mancino fa esplodere di gioia un'intera nazione

L'immagine forse per eccellenza del Mondiale, la fotografia perfetta per raccontare le emozioni vissute da un intero popolo. L'Italia si sta giocando il trofeo contro la Francia ai rigori e arriva il turno di Grosso. Pirlo si avvicina a Cannavaro, lo abbraccia e gli chiede: "Fabio, ma se Grosso segna siamo campioni?" e il capitano risponde: "Eh sì". Il resto è storia!

L'Italia vince la lotteria dei rigori e conquista, a distanza di 24 anni dall'ultima volta, il Mondiale per la quarta volta nella sua storia. Andrea Pirlo è uno dei protagonisti principali della straordinaria cavalcata azzurra. Il suo bacio alla Coppa ripaga tutti i sacrifici fatti nel corso della sua carriera

La fame di trofei di Pirlo, però, non conosce limiti. E così, a un anno di distanza dal successo Mondiale, alza al cielo un'altra coppa. È la Champions League, la seconda della sua storia, quella che rappresenta la rivincita contro il Liverpool. La sua punizione propizia l'1-0 di Inzaghi che poi raddoppia nella ripresa e fa partire la festa dei rossoneri

Pirlo, dopo gli addii di alcuni senatori, diventa sempre di più il punto di riferimento della Nazionale. E il 3 settembre 2010, vista l'assenza di Gigi Buffon, scende in campo per la prima volta con la fascia di capitano. Il match di qualificazione è Estonia-Italia, nel quale è proprio lui a sfornare l'assist per il vantaggio di Cassano. Finirà poi 2-1 per gli azzurri

Meno di un mese dopo, Pirlo firma la sua ultima rete con il Milan. Al Tardini di Parma, il centrocampista fa partire una traiettoria pazzesca dalla distanza che si infila all'incrocio e regala un successo fondamentale ai rossoneri

Fondamentale per avvicinarsi, passo dopo passo, alla conquista del 18° scudetto. Pirlo finisce lentamente fuori dal radar di Allegri, ma riesce comunque a vincere il secondo titolo nazionale. All'Olimpico di Roma, il 17 maggio 2011, basta lo 0-0 per laurearsi campione d'Italia. È l'ultimo passo della sua carriera in rossonero. A 32 anni, dopo un decennio con la stessa maglia caratterizzato da 401 presenze, 41 gol e 46 assist, Pirlo lascia il Milan

E a Torino, Andrea Pirlo rinasce. La sua regia in mezzo al campo diventa la base su cui i bianconeri ripartono e inaugurano il loro ciclo vincente. Il classe '79 chiude la stagione con 14 assist e tre gol, il primo dei quali arriva contro il Catania. Grazie al successo contro il Cagliari, la squadra di Conte vince lo scudetto con una giornata d'anticipo

In maglia bianconera Pirlo continua ad arricchire la sua personale e straordinaria bacheca. Allo scudetto del 2011 aggiunge anche quello successivo, caratterizzato da un altro campionato super che lo introduce al meglio al prossimo appuntamento in programma: l'Europeo del 2012

E nella competizione in Polonia e Ucraina, il centrocampista si rivela probabilmente il miglior giocatore. Trascina da campione gli azzurri fino alla finale contro la Spagna, poi persa nettamente per 4-0. Immagine simbolo di quel torneo è il penalty calciato contro l'Inghilterra nella lotteria finale dei rigori: il suo cucchiaio beffa Hart e qualifica la Nazionale di Prandelli

Pirlo continua a collezionare scudetti e il 6 ottobre 2013 arriva anche la prima rete da ex al Milan, la squadra per la quale ha giocato per 10 anni. La modalità, tanto per cambiare, è il calcio di punizione

Terminata la stagione e vinto il 3° scudetto consecutivo, Antonio Conte lascia la Juve e i bianconeri lo sostituiscono con Max Allegri. Pirlo ritrova, così, l'allenatore con la quale aveva chiuso l'esperienza al Milan, a causa proprio delle poche partite disputate con il mister toscano

Il passato viene cancellato e il classe '79 resta il punto fermo della Juve anche sotto la gestione di Allegri. Trascina i suoi verso il trionfo in un altro campionato a suon di gol e assist: una in particolare lo colloca nella storia della Serie A. Con la rete siglata nel derby contro il Torino (poi perso), infatti, Pirlo raggiunge Mihajlovic come miglior marcatore di sempre su calcio di punizione: 28 centri in totale

Campionato, ma non solo. La regia di Pirlo contribuisce a una stagione straordinaria dei bianconeri anche in ambito europeo. La squadra di Allegri raggiunge, infatti, la finale di Champions League. L'avversario è il Barcellona

La notte di Berlino si rivela, però, un'altra notte buia: il Barça vince 3-1 contro la Juventus e Pirlo perde la seconda finale di Champions della sua carriera. Nonostante una bacheca colma di trofei, il centrocampista non trattiene la delusione e scoppia in lacrime

Quella contro i blaugrana diventa anche l'ultima partita di Pirlo con la maglia della Juve e, in generale, per un club italiano. Dopo quattro anni il regista decide di non rinnovare il contratto con i campioni d'Italia e vola oltre oceano per affrontare l'ultima tappa della sua carriera

La carriera del centrocampista si chiude in Mls. Il numero 21, nell'estate del 2015, si trasferisce al New York City, dove resta per due anni collezionando complessivamente 62 presenze. Nella sfida playoff contro i Columbus Crew, datata 5 novembre 2017, Andrea Pirlo scende in campo da professionista per l'ultima volta

Il 3 dicembre 2018 il contributo dato da Pirlo al calcio italiano e mondiale viene riconosciuto ufficialmente. Al Gran Galà del Calcio, infatti, il centrocampista classe '79 riceve il premio alla carriera