Razzismo, Koulibaly: "Buu allo stadio? Io li vivo come attacco personale"

Serie A

Le parole del difensore del Napoli nel corso della prima puntata di Sky Sport Room: "Quando sono stato insultato contro la Lazio ero molto destabilizzato. Chi insulta per il colore della pelle si deve vergognare"

Il tema del razzismo in primo piano nella prima puntata di “Sky Sport Room”. Un tema di grande attualità, anche nel mondo del calcio, del quale ha parlato il difensore senegalese del Napoli Kalidou Koulibaly.

 

Sui buu razzisti

Quando abbiamo giocato la partita contro la Lazio, è stata veramente difficile da vivere, perché non ero pronto, ho avuto, forse, un atteggiamento un po' diverso da quello che ho oggi, perché ero molto destabilizzato. Penso lo si sia visto nel corso della partita, perché io sono un giocatore che deve essere concentrato al 100% e quando ho sentito quei buu e quell’odio contro di me, mi ha fatto veramente molto male e lo si è visto nel mio atteggiamento, nelle mie reazioni. Spero di non viverlo mai più, perché è veramente una cosa brutta. La gente pensa che i buu sono solo per deconcentrare un giocatore, ma io non la vedo così, la vedo come un attacco alla persona, al colore della mia pelle, anche alle origini dei miei genitori e alle mie di origini. Io lo vedo come un attacco personale e spero che nei prossimi anni, in futuro, questo non ci sia più, perché è brutto avere il dito puntato addosso.

 

Calciatori come modelli da seguire

Siamo tutti dei modelli e dobbiamo essere consapevoli che i bambini ci guardano e se abbiamo l’atteggiamento giusto, combattiamo il razzismo sul terreno, negli stadi, e penso lo si possa combattere anche nella vita sociale. È veramente una lotta da fare ogni giorno negli stadi, ma forse anche nelle scuole calcio, diciamo nello sport, perché è una cosa molto importante. Sappiamo che è molto difficile prendere posizione su queste cose, perché non vogliamo imbrogliare la gente o non far piacere alla gente che ci supporta. Ma io penso che sono cose che devono essere combattute e non dobbiamo avere vergogna di combattere il razzismo, perché la gente che si deve vergognare è quella che fa buu.

 

Dovessi dire tu due parole a un razzista…

Penso che se la gente non conosce e non capisce la persona, o non vuole conoscere le origini, è molto difficile capire una persona per non essere razzista. Quindi, lo invito a venire qua, a passare del tempo con me, poi vedrà che sono una persona normale, come anche lui lo è.