Serie A, le migliori giocate della 8^ giornata

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Redazione l'Ultimo Uomo

©Getty

Il gol di Radja Nainggolan alla SPAL, con un tiro praticamente perfetto, il colpo di tacco con cui Calhanoglu si è portato avanti la palla prima di servire l'assist a Piatek contro il Lecce e altre grandi giocate dall'ultimo turno di campionato

L’ottava giornata di campionato ci ha portato in dote una serie di gol assurdi, che da soli avrebbero potuto riempire questa rubrica. Abbiamo deciso di sceglierne solo uno - quello di Nainggolan - per restare quanto più fedeli all’idea di giocata che ci siamo dati, ovvero qualcosa più estemporanea e improbabile che non sia soltanto un grande gol. Rimangono fuori la coordinazione di Danilo, lo slalom di Boga, la grande girata di Pinamonti e le due perle di Calhanoglu e Calderoni in Milan-Lecce.

Il controllo di Higuaín

La nuova vita di Higuaín sembra terribilmente simile alla vecchia: se abbiamo imparato ad amarlo come implacabile realizzatore, il centravanti argentino si è sempre distinto per la grande qualità che riesce a esprimere sulla trequarti avversaria quando si tratta di cucire il gioco. Sarri sta sviluppando una Juventus che predilige un palleggio stretto nelle zone centrali del campo, una soluzione che coinvolge tutti i giocatori e che trova in Higuaín un trequartista aggiunto quando riceve spalle alla porta. 

 

In questo controllo c’è tutta la sua classe, a vederlo una prima volta sembra che sia involontario, che non sia possibile fare uno stop del genere con cognizione di causa. Higuaín accomoda il lancio di Alex Sandro con la parte posteriore del piatto, in modo da effettuare un controllo orientato, ma orientato verso le sue spalle. Higuaín in un tocco solo (anche se sembra quasi un tocco accompagnato, una volée smorzata) si apre il campo e taglia fuori l’avversario. Come se non bastasse il chip con cui serve Khedira è delizioso come la panna sulle fragole (peccato poi che il tedesco non provi a trasformarlo in un tiro al volo sotto l’incrocio per rendere il tutto memorabile).

Il tacco di Pasalic

 

Pur non essendo finita bene, con il pareggio della Lazio nei minuti finali, il primo tempo dell’Atalanta all’Olimpico è stata una grande esibizione di calcio, 45 minuti giocati con un’intensità martellante a cui però i giocatori di Gasperini sono riusciti ad abbinare una grande precisione tecnica, almeno fino al momento della conclusione. Non è infatti immediato pensare che a un gioco veloce e verticale vada a corrispondere anche una sensibilità tecnica dei suoi interpreti così elevata. Contro la Lazio ha aiutato la presenza in contemporanea di Gómez, Malinovskyi e Pasalic, tre giocatori con caratteristiche diverse, ma funzionali a uno sviluppo più fluido dell’azione.

 

Il modo in cui Pasalic riesce a chiudere il triangolo con Gosens con un tacco volante è assolutamente geniale, praticamente il trequartista si trova una palla a mezza altezza dietro le spalle e invece di farla scivolare oltre, la tocca appena con il tacco, come se conoscesse alla perfezione la traccia del compagno, che infatti può ricevere sulla corsa e spezzare la linea avversaria, finendo per servire un facile assist a Muriel

Calhanoglu si porta avanti la palla col tacco

 

Se c’è un giocatore che può beneficiare dell’arrivo di Stefano Pioli in panchina è Hakan Calhanoglu. Il turco è stato forse tra i calciatori più deludenti delle ultime stagioni rossoneri, ma bisogna riconoscere che si tratta di un centrocampista dalle caratteristiche spiccate e che si abbinavano male ai sistemi di gioco del Milan. In squadre lente e riflessive, Calhanoglu era costretto a pensare troppo. Con una squadra più verticale - come ci immaginiamo il Milan di Pioli - potrà giocare in maniera più istintiva e ricevendo fronte alla porta. È sembrato quasi uno scherzo che alla prima partita Calhanoglu sia sembrato un misto tra Kakà e Wesley Snejder. Un giocatore capace di strappi continui e soluzioni balistiche da fantascienza, come la traversa (!) colpita direttamente da calcio d’angolo.

 

C’è poi da contare ovviamente il gol, e un tiro poco prima del gol di sinistro che stava filando sotto l’incrocio dei pali. Questo colpo di tacco, un controllo a seguire che disorienta e manda fuori tempo il difensore del Lecce come di fronte a un trucco di magia, precede l’assist per Piatek. Calhanoglu è stato di gran lunga il migliore in campo.

Il tiro perfetto di Nainggolan

 

La perfezione nel calcio è rara. A differenza degli sport individuali, dove l’esecuzione dei gesti tecnici rientra interamente nel dominio della coordinazione e della precisione dell’atleta, e degli sport giocati con le mani, nel calcio è difficile, quasi utopistico, immaginare un’azione che non venga sporcata in nessun modo dal fatto che ci sono 22 esseri umani in campo e che i piedi non possano venire usati per dipingere. E però, succede più spesso di quanto si penserebbe. Succede perché ad alto livello è pieno di giocatori dotati di una grazia davvero divina, capaci di immaginare e dare forma al calcio nella sua forma più pura purezza. Succede più spesso di quanto immaginiamo, e ogni volta è una sorpresa, perché noi spettatori che di divino abbiamo molto poco ci perdiamo in frivolezze.

 

Prendiamo il caso di Radja Nainggolan. Quante cose ci vengono in mente che non riguardano il suo talento innato, la sua propensione naturale, istintiva, per il calcio? Senz’altro troppe. Il gol contro la Spal è di una bellezza archetipica, il gol che chiunque giochi a calcio sogna di realizzare almeno una volta in vita sua (sognare non costa nulla). Un concentrato di violenza e armonia per cui dobbiamo ringraziare anche il "Pata" Castro, che si abbassa appena in tempo per non prendersi la palla di Nainggolan in faccia. Dal collo del piede di Nainggolan, che calcia quasi da fermo, dopo aver controllato di petto una respinta della difesa, parte un missile che entra nell’incrocio dei pali come un’auto da corsa effettua una curva, aderendo perfettamente alla tensione della rete. L’effetto-esplosione è dovuto al fatto che Nainggolan colpisce di controbalzo, la grazia viene dal modo in cui incrocia le gambe dopo aver lasciato andare la palla. Se avesse completato il movimento con una piroetta alla Michael Jackson, prendendosi l’inguine con una mano e alzando l’altra al cielo, non ci sarebbe stato niente di strano o fuori luogo. 

Il tocco di suola e lo scavetto Tonali

 

Tonali è senza dubbio una delle storie di questo campionato. Alla prima stagione da titolare in Serie A, ad appena 19 anni, il centrocampista del Brescia è chiamato a dimostrare quanto fosse valido l’hype intorno alla sua figura, un'aura da predestinato che lo segue dalle prime partite disputate in Serie B, quando sembrava un piccolo clone di Andrea Pirlo. Tonali non sembra volersi tirare indietro e in questo primo squarcio di campionato è riuscito a esprimersi su livelli molto solidi, guadagnando anche la Nazionale. 

 

Pur senza essere un giocatore particolarmente appariscente, vedendolo giocare si nota bene la confidenza che ha con il pallone, la facilità nel calciarlo, passarlo, toccarlo. Qui esegue una di quelle giocate che si vedono di solito nelle pubblicità dei marchi sportivi, dove funamboli si contendono il pallone in campi d’asfalto. Con la suola evita la scivolata di Pulgar portando indietro il pallone, con un piccolo scavetto poi lo fa invece passare oltre l’avversario per aprirsi il campo e partire in un’azione personale che si concluderà con il gol di Aye. Gol che verrà però successivamente annullato, proprio perché durante questa fantastica giocata - a vederla al replay - si nota un tocco di mano di Tonali. La bellezza della giocata, però, ci sentiamo di dire che rimane.