Pochi punti, un allenatore già cambiato, un attacco spuntato, una classifica impietosa e ora anche un calendario difficile da affrontare. L'inizio di stagione del Milan è un fallimento, ma è ancora presto per alzare bandiera bianca
Per il momento, il mondo Milan è un fallimento generale. Le cose vanno malissimo in questo inizio complicatissimo di stagione. Dal campo agli equilibri fuori campo. Senza Europa e con già un cambio di guida tecnica (via Giampaolo dentro Pioli), il bilancio della squadra in campionato è sintetizzato in 5 lettere: crisi. 9 gare, 10 punti, 12esimo posto in classifica, +3 sulla zona retrocessione. L'Europa appare un miraggio: -7 dalla zona Champions League e -5 dalla zona Europa League.
Il Milan appare distratto. In confusione. Vince poco e, quando vince, vince male. E segna pochissimo. I rossoneri sono il quintultimo attacco di tutta la serie A: 9 reti in 9 gare, 4 delle quali giocate contro Brescia, Verona, Lecce e Genoa e 3 contro Udinese, Torino e Fiorentina, club oggi non di prima fascia. C'è qualcosa, forse più di qualcosa, che non va. E con all'orizzonte la Spal, ma soprattutto il trittico Lazio, Juve e Napoli, il futuro prossimo fa paura. Mancano 29 giornate alla fine del campionato, tante, troppi mesi, per alzare bandiera bianca già a fine ottobre. Ma serve un cambio di rotta. Serve un Milan differente. Nelle gambe e nella testa. E magari più compatto, in campo e tra tutte le differenti anime di una storica società come il Milan, che deve trovare la strada giusta per abbassare i toni, resettare e ripartire. Da tutti i punti di vista.