Con la doppietta al Bologna, l'attaccante belga raggiunge il fenomeno brasiliano con 9 centri in 11 partite alla sua prima stagione in Italia, scatenando paragoni con grandi centravanti interisti del recente passato. Numeri decisivi, soprattutto in trasferta
Un po’ Vieri, un po’ Ronaldo: al triplice fischio di Bologna-Inter si scatena la corsa al paragone, e il mondo nerazzurro in particolare si chiede quale grande centravanti del passato ricordi il nuovo idolo di casa, Romelu Lukaku. Centonovanta centimetri di stazza per 94 chili, fisico imponente, “alla Vieri”, perfetto per farsi sentire in area, creare spazi per i compagni, attirare su di sé palloni da smistare, e in questo senso perfetto per il gioco di Conte, che l’ha corteggiato un’estate intera dopo aver chiuso la porta in faccia a Icardi. Ma anche una progressione che, pur non essendo quella del “Fenomeno” Ronaldo, impressiona ogni volta che il gigante belga mette in moto la sua potente macchina, sprigionando potenza in velocità. Altro motivo per cui Conte lo adora, e non a caso nel post-partita lo definisce una “punta atipica, perché forte fisicamente, ma se gli dai campo è anche molto veloce”.
Più pagato di Vieri
Tornando all’estate, Inter e Juventus se lo sono contese al mercato, tra intrighi, dispetti e rilanci che fanno parte del gioco. I nerazzurri, che avevano un enorme bisogno di riempire la casella del “9” là davanti, l’hanno spuntata pagandolo fino all’ultimo etto (75 mln di euro, acquisto interista più costoso di sempre, più di Vieri, secondo con i suoi 90 miliardi di lire, e di Ronaldo, pagato “solo” 48 miliardi nel 1997), e adesso è a lui che si affidano per rincorrere la Juve, in questo gioco di sorpassi e controsorpassi che va in scena da un paio di giornate.
Eguagliato il Fenomeno Ronaldo
Tornando ai paragoni con il passato, invece, sono i numeri a dire che Lukaku in questo avvio di stagione ha già eguagliato Ronaldo il Fenomeno. Nove gol nelle prime 11 giornate, con la maglia dell’Inter solo il brasiliano ci era riuscito alla prima stagione in A, nel 1997/98. Ci è riuscito pur avendo “bucato” gli appuntamenti contro Udinese, Lazio, Samp e Juve, rimediando con le doppiette contro Sassuolo e Bologna (6 gol nelle ultime 4). Così ha raggiunto Ronaldo al 91’ di una partita che si era messa male e che ha raddrizzato con freddezza e la giusta mentalità, nonostante sia lui stesso a dichiarare di volerla migliorare ancora (“Ho 26 anni, sono molto giovane e devo crescere, come il resto della squadra”), e in questo senso con Conte può stare sereno.
Che numeri in trasferta
Uomo da trasferta, Romelu, con i suoi 6 gol su 8 segnati lontano da San Siro (dove comunque si era presentato con il suo primo gol, alla prima giornata, contro il Lecce), il terzo su rigore a confermarne la freddezza quando conta; squadra da trasferta l’Inter, l’unica dei cinque maggiori campionati europei ad averle vinte tutte in campionato (sei su sei). Con numeri così, l'idea dello scudetto può anche diventare qualcosa di più del semplice "aspetto mediatico" di cui ha parlato Conte.