Inter Atalanta, le chiavi tattiche della sfida

Serie A

Dario Pergolizzi

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A San Siro si troveranno due squadre in grande forma, con alcuni punti di contatto a livello di filosofie di gioco. Diretta su Dazn1, canale 209 di Sky

INTER-ATALANTA LIVE

Nell’ultima giornata del girone di andata, le due nerazzurre della Serie A si affrontano a San Siro in una partita preziosissima per recuperare/guadagnare punti sulle dirette concorrenti, alla luce degli altri scontri diretti tra Lazio e Napoli e Roma e Juventus. L’Atalanta, dopo aver chiuso il 2019 con cinque gol segnati al Milan, ha aperto l’anno nuovo con lo stesso identico risultato, contro il Parma, confermando l’incredibile produttività offensiva di questa stagione nonostante l’assenza pesantissima di Zapata. L’Inter, invece, viene dal convincente 3-1 in casa di un Napoli in completa crisi, ma che ha ribadito ancora una volta il livello di cinismo raggiunto dalla squadra di Conte.

 

A San Siro sarà dunque una partita tra due squadre in grande forma, dal punto di vista fisico, psicologico e di risultati. Si tratta però di una gara interessante soprattutto a livello tattico: le filosofie di Conte e Gasperini, per quanto divergenti, hanno diversi punti di contatto (sia a livello metodologico che strategico), e senza dubbio entrambi si troveranno di fronte un avversario inedito in questa stagione, non essendoci in campionato altre squadre con le stesse peculiarità.

 

Somiglianze e differenze tra le due nerazzurre

La prima analogia che salta all’occhio è l’utilizzo di tre difensori centrali di ruolo e due “quinti” (o meglio “quarti” nel caso dell’Atalanta) di centrocampo nel sistema di gioco di base; l’assortimento in mediana e nell’ultimo terzo di campo è ovviamente differente, così come lo stile difensivo e i pattern di sviluppo delle azioni offensive.

 

Pur essendo due squadre che puntano parecchio sulla fisicità e sulla forza (anche e soprattutto nella preparazione atletica), vi è una sostanziale differenza nell’approccio difensivo. Come noto, Gasperini adotta dei dispositivi di marcatura parecchio orientati sull’uomo, soprattutto in determinate zone di campo, e questo rende la struttura dell’Atalanta spesso camaleontica, liquida. Conte, invece, pur richiedendo parecchia aggressività in verticale sul portatore e i relativi appoggi, rimane parecchio più ancorato al mantenimento delle distanze del sistema di riferimento, ormai da anni il 3-5-2.

 

Dando un’occhiata a qualche statistica avanzata, possiamo riscontrare la conferma dell’esuberanza degli atalantini rispetto a uno stile più riflessivo come quello dell’Inter. Ad esempio, tra i primi 30 calciatori della Serie A per intercetti (“aggiustati” in base al possesso della squadra), l’unico calciatore dell’Inter è Brozovic, al ventinovesimo posto, con 1.7 p90. L’Atalata, invece, ha ben tre giocatori: Toloi (2) diciassettesimo, Djimsiti (2.6) quinto e addirittura Palomino al primo posto con 3.3.

Parametrando allo stesso modo anche i tackle riusciti, il risultato è molto simile: Palomino quinto (2.3 p90), De Roon tredicesimo (1.8), Toloi quattordicesimo (1.7), Malinovskiy ventiduesimo, contro i soli Brozovic (1.7) sedicesimo e Barella (1.4) ventitreesimo.

 

L’Atalanta è una squadra capace di trasportare la sua grande fluidità in fase di non possesso anche in attacco, proiettando i propri difensori spesso e volentieri fino all’area avversaria, per poter sfruttare gli spazi creati dai costanti movimenti dei compagni offensivi, come ad esempio Gomez che arriva a prendere palla persino davanti alla propria area o la punta centrale che si defila parecchio per aiutare il possesso sulle catene laterali, veri e propri “hub” per Gasperini. L’Inter di Conte, invece, si è affermata sin da subito con le sue rapide verticalizzazioni verso le punte, utilizzando gli esterni come supporti costanti per l’ampiezza al fine di stanare l’avversario schierato. L’apporto del centrocampo alla fase offensiva è stato un valore aggiunto cospicuo soprattutto con la presenza di Barella e Sensi; in loro assenza, la manovra interista è diventata più asciutta e meno varia, trovando comunque un buon livello di efficacia grazie agli attaccanti, dominanti nella gestione degli spazi e del pallone e precisi sottoporta.

 

La disposizione quasi speculare dei sistemi di gioco porta a immaginare una gara fatta di parecchi duelli individuali e una reciproca aggressività durante le fasi di costruzioni della manovra. Se però l’Atalanta fatica a mantenere la propria frenesia e incanalarla al bisogno in fasi di difesa posizionale, l’Inter si è dimostrata capace di adattare il proprio baricentro ai momenti della partita e all’avversario, pur rimanendo una squadra dalla mentalità proattiva.

 

Parallelamente, è facile immaginare che Gasperini non rinuncerà all’enfasi del pressing sulla costruzione bassa interista, dedicando sicuramente uno o più uomini al controllo di Brozovic, magari attivando una trappola di pressing specifica per creare ripartenze centrali. Riuscire ad accettare questo contesto, e a manipolarlo sulle proprie esigenze, potrebbe rivelarsi determinante per l’Inter, in quanto creare spazi sufficienti a sfruttare le verticalizzazioni sulle punte o in generale a portare palla in avanti potrebbe rivelarsi parecchio complicato senza muovere il pallone da dietro con sicurezza e pazienza. 

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In questo caso, contro la Lazio, l’Atalanta è stata abile a contrastare la risalita sulla verticalizzazione verso Milinkovic-Savic, seguito nell’occasione da Masiello ma prontamente triplicato da tutti i giocatori vicini, più uno immediatamente sul possibile appoggio centrale. Una situazione simile potrebbe verificarsi anche contro l’Inter: i movimenti incontro, nella squadra di Conte, sono per lo più quelli delle punte ma lo scaglionamento potrebbe essere simile, con uno spazio aperto nel corridoio centrale che potrà essere utilizzato anche come “esca” dagli orobici.

 

Ricercare eccessivamente le seconde palle potrebbe mettere la gara su un piano favorevole ai giocatori di Gasperini, abituati da anni a scalate rapide e densità improvvise intorno al pallone, e dunque vanificare anche le doti degli attaccanti di Conte, che in ogni caso saranno chiamati a giocare una partita di grande livello, contro difensori asfissianti, abituati a seguire ben oltre la linea di centrocampo e, come abbiamo visto, generalmente impeccabili in anticipi e contrasti. Lukaku e Lautaro, oltre a confermare l’intesa con e senza palla, dovranno essere abili e rapidi a giocare con i compagni per trovare gli spazi in profondità naturalmente concessi dall’atteggiamento voluto da Gasperini. Un ruolo chiave potrebbero giocarlo gli esterni, che si troveranno nella duplice sfida di dover controllare adeguatamente i corrispettivi avversari, tra i più aggressivi del campionato, e fornire un adeguato supporto in ampiezza per consentire agli attaccanti di allargare il gioco con combinazioni rapide, prima che l’Atalanta riesca a compensare.

 

Sulla trequarti opposta, invece, la situazione non è molto prevedibile. L’Inter sarà priva di Barella e Skriniar, squalificati, e dunque perderà i due giocatori più aggressivi della rosa. Godin dovrebbe completare il trio difensivo con De Vrij e Bastoni, mentre Gagliardini potrebbe trovare spazio al posto di uno tra Sensi e Vecino. In entrambi i casi, l’Atalanta potrebbe sfruttare le incertezze dei due, indietro rispetto ai compagni nell’assimilazione dei meccanismi di Conte, per trovare spazi tra le linee o portare fuori posizione i marcatori, colpendo rapidamente in profondità.

 

Insomma, Conte affronterà per la prima volta in carriera l’Atalanta di Gasperini, in una situazione di grande forma per entrambe le squadre, nonostante qualche assenza importante. Il possibile piano gara è del tutto inedito, ma l’interesse per noi spettatori è alto: la partita potrebbe rivelarsi una delle più dense di contenuti tattici di tutto il campionato.