#SkyBuffaRacconta, in memoria di Erno Egri Erbstein

Serie A

Buffa Racconta l'incredibile storia del condottiero del Grande Torino attraverso i ricordi della figlia Susanna. Disponibile on demand

Federico Buffa intervista Susanna Egri, Presidente della Fondazione Egri per la Danza, per scoprire insieme a lei l’incredibile storia di suo padre, Ernesto (Ernö) Egri Erbstein, l’allenatore del Grande Torino, la leggendaria squadra degli “Invincibili”.

 

Tutti conoscono la mistica del Grande Torino, i padri granata la trasmettono ai loro figli e così sarà per sempre. Eppure di quella squadra si tende sempre a parlare e a ricordare il presidente, i giocatori e non l'architetto, l’uomo che quei giocatori li scelse e poi li condusse. Ancor meno note sono le vicende che accompagnarono la vita e il percorso professionale di quest’uomo, un umanista prestato al calcio, costretto, per via delle sue origini ebraiche, ad affrontare insieme alla sua famiglia la fuga e le atrocità cui la Seconda Guerra Mondiale li sottopose e a cui insieme, con coraggio, riuscirono a scampare per una assurda e fortuita combinazione di eventi.

 

“Ascoltare la sua storia lascia chiaramente intendere che fosse destinato a quel ruolo, con tutte le conseguenze del caso. E questa storia ce la può raccontare una persona sola, una che l'ha vissuta fino in fondo e continua a viverla: sua figlia Susanna.”   Federico Buffa.

 

Susanna Egri, cresciuta secondo i principi etici trasmessi dal padre, ha trasferito nella danza la profonda passione per l’arte e per l’insegnamento appresa negli anni trascorsi a Budapest. Autentica pioniera della tv italiana, fu lei a ideare il primo programma originale televisivo per la nostra emittente di Stato, “Le Foyer de la danse”, nel 1952, prima ancora che la Rai iniziasse le trasmissioni nel 1954 ed oltre ad essere Presidente della Fondazione che porta il suo cognome. Oggi è direttrice, con Raphael Bianco, della Compagnia EgriBiancoDanza.

 

La Egri, ultranovantenne, con estrema lucidità ha ripercorso insieme a Federico Buffa tutte le vicende che videro protagonista la sua famiglia, fin dall’arrivo in Italia di suo padre.

Federico Buffa

Meglio accendere una piccola candela che maledire l'oscurità: antica saggezza cinese, per provare a definire una sorprendente vicenda umana, quella che state per ascoltare. Tutti conosciamo la mistica del Grande Torino, i padri granata la trasmettono ai loro figli e così sarà per sempre. Eppure si tende sempre a parlare e a ricordare il presidente, i giocatori e non l'architetto, quello che quei giocatori li scelse e poi li condusse. Ascoltare la sua storia lascia chiaramente intendere che fosse destinato a quel ruolo, con tutte le conseguenze del caso. E questa storia ce la può raccontare una persona sola, una che l'ha vissuta fino in fondo e continua a viverla: sua figlia Susanna.” Federico Buffa.

 

Mio padre aveva molta ammirazione per Mazzola diceva: ‘Valentino è un artista del pallone’. Oltre a quello, mio padre gli ha insegnato il meccanismo del gioco del calcio, le strategie per affrontare le singole partite. Fra di loro c'era una grande intesa. Un po’ come fra me e mio padre. Bastava un'occhiata, Mazzola in campo e mio padre in panchina.” Susanna Egri

 

 “La memoria è la capacità di ricordare e quindi il codice con cui decriptare il mondo che ci circonda dandogli un significato, altrimenti il trascorrere del tempo non sarebbe altro che una collezione di eventi senza una dimensione temporale. Quel codice ci permette di dar forma a qualcosa di fondamentale, qualcosa che non possiamo permetterci di perdere: la nostra identità. Quando ci dimentichiamo di ricordare, perdiamo contatto con chi siamo stati, chi siamo e probabilmente chi saremo". Federico Buffa.

 

Mio padre mi ha dato la forza dei valori. Siamo stati educati secondo principi etici e non confessionali e l’eredità più forte che abbiamo ricevuto è la convinzione che il bene, alla fine, avrebbe avuto la meglio sul male. Anche quando siamo dovuti fuggire da Lucca, quando né a Torino, né a Rotterdam, né a Budapest siamo stati al sicuro dalla folle persecuzione nazista, in mio padre non ho mai percepito rabbia. Era un uomo saldo nella sua moralità e io, anche durante la guerra, non ho mai avuto paura perché sapevo che finché ci sarebbe stato mio padre non mi sarebbe accaduto niente di male". Susanna Egri.

 

#SkyBuffaRacconta In memoria di Erno Egri Erbstein è disponibile on demand