Napoli Juventus, le chiavi tattiche della partita

Serie A

Dario Pergolizzi

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La squadra di Gattuso con i nuovi acquisti è alla ricerca di una vittoria che motiverebbe l'ambiente, la squadra di Sarri invece deve cercare di confermare i progressi delle ultime partite soprattutto nel pressing. Il match è in diretta su Sky Sport Uno, Sky Sport Serie A e Sky Sport 251

NAPOLI-JUVE LIVE

La ventunesima giornata di Serie A si chiuderà con il primo ritorno da avversario al San Paolo di Maurizio Sarri, per una partita che, guardando gli ultimi risultati e la condizione generale delle due squadre, potrebbe forse apparire scontata. Tuttavia sarebbe sbagliato sottovalutare il Napoli, soprattutto in una partita dal valore emotivo così alto ed è indubbio come un risultato positivo darebbe a Gattuso la tranquillità di lavorare in un ambiente più sereno, dopo un avvio abbastanza traumatico

 

Un esame tosto per la costruzione del Napoli

Fin dal suo arrivo sulla panchina del Napoli, una delle priorità di Gattuso è stata l’enfasi sulla pulizia nella costruzione dal basso. Il suo 4-3-3 esige una grande responsabilizzazione del quartetto difensivo nelle scelte in fase di possesso e chiede al portiere e al vertice basso di rendersi sempre disponibili sia come soluzione conservativa del palleggio, sia come opzione per risalire il campo sfruttando le esitazioni del pressing avversario. Emblematica, dopo l’errore di Ospina contro la Lazio, la sua assunzione di colpe. 

Per quanto riguarda l’uomo da schierare davanti alla difesa, dopo l’utilizzo emergenziale di Fabian Ruiz, che è sembrato svilire sia il giocatore che la solidità difensiva (già compromessa) della squadra, il mercato ha finalmente portato due specialisti, Diego Demme dal frenetico Lipsia di Nagelsmann e Stanislav Lobotka, profilo più assimilabile a quello di Marco Verratti, mezz’ala di possesso e quantità, ma certamente più adattabile in caso di necessità di tutti gli altri colleghi di reparto al ruolo di regista davanti alla difesa.

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Il 4+3 in costruzione scelto da Gattuso contro la Lazio ha avuto vita breve a causa dell’espulsione di Hysaj, ma potrebbe essere un’opzione frequente.

 

I due sono partiti entrambi titolari nella vittoria in Coppa Italia contro la Lazio, ma le due espulsioni arrivate dopo venti minuti, non ci ha consentito di valutare con precisione i possibili vantaggi portati in dote (Lobotka è stato costretto ad uscire dopo l’espulsione di Hysaj). L’impressione della primissima frazione di gara è stata quella di un Napoli sostanzialmente più convinto nelle proprie uscite e più intenso del solito, capace di creare qualche preoccupazione alla Lazio. Contro la Juventus Gattuso avrà un’occasione importante per convincere il suo centrocampo, e tutta la squadra, che la risalita del campo attraverso il palleggio sia la miglior soluzione per la squadra. 

Il Napoli ha bisogno di una prima costruzione pulita e affidabile, ma deve fare a meno di Koulibaly: per questo Gattuso sembra orientato a spostare al centro Di Lorenzo, togliendo però una soluzione provvidenziale sull’esterno, dove l’italiano è sembrato il più affidabile tra i terzini. Inoltre deve provare a diminuire, se non eliminare del tutto, i rischi e gli errori tecnici che tanto sono costati a livello di punti nelle ultime giornate. Inserire i due nuovi acquisti può bilanciare meglio la squadra e può permettere all’allenatore di riportare Fabian Ruiz in una zona del campo dove le sue qualità possono tornare più utili. Lo spagnolo è il secondo giocatore del campionato per metri guadagnati a partita in “Progressive Passes  & Runs”, con una media di 314,80 per novanta minuti, sotto solo a Luis Alberto e prima di Miralem Pjanic. Buona parte di questi numeri sono legati soprattutto alle sue doti di passaggio e visione, che il Napoli (a differenza ad esempio della Juventus con Pjanic) ha molta più urgenza di ritrovare nei pressi della trequarti, per restituire imprevedibilità alle proprie azioni offensive e scaricare qualche responsabilità da Insigne, in un periodo in cui Mertens è indisponibile e Milik non può sobbarcarsi i tempi di regia di tutto il reparto offensivo.


La crescita della Juventus nel pressing

La Juventus, nelle ultime partite, ha mostrato una crescita nella qualità del pressing alto, dopo un periodo di appannamento. La gara contro il Cagliari, in particolare, è stata una dimostrazione di ferocia e precisione nella copertura degli appoggi avversari, tanto che i rossoblù hanno fatto davvero fatica a raggiungere la metà campo bianconera per tutta la partita, complice anche una disposizione sostanzialmente molto simile a quella dei padroni di casa, che aiutava gli uomini di Sarri a ripartirsi le consegne di pressione in maniera meno caotica. 

 

Nelle partite successive, contro Roma (due volte), Udinese e Parma, la Juventus è stata meno continua nell’arco dei 90 minuti sotto questo aspetto, ma a sprazzi ha mostrato comunque quell’enfasi tanto cara al suo allenatore per mettere in crisi la costruzione avversaria. Non a caso è venuta fuori da queste cinque partite con 15 reti fatte e appena 3 subite (rigore di Perotti, Cornelius da palla inattiva e autogol di Buffon sul tiro da fuori di Under).

 

Nello stesso periodo, Cristiano Ronaldo ha attraversato forse la miglior fase della sua carriera juventina finora, mostrando un coinvolgimento tattico e una prestanza psicofisica che erano mancate nel periodo tra ottobre e novembre, a causa di alcuni problemi ad un ginocchio. Il portoghese, come ammesso da Sarri, è un giocatore che può creare non pochi problemi alla sostenibilità del sistema di gioco: Ronaldo è infatti praticamente inesistente durante il pressing della Juve, costringendo quindi la squadra ad aggiustare la propria posizione in relazione a quella del portoghese, che in fase offensiva si mantiene solitamente molto, tipicamente sulla sinistra, ma che in fase di non possesso non scende quasi mai sotto la linea del pallone e va ad accentrarsi. Per tutta la prima parte di campionato, Sarri ha assorbito questa difficoltà schierando Matuidi come mezzo sinistro; pur con tutti i suoi limiti a livello creativo, il francese ha dimostrato di poter svolgere le richieste basiche  che gli vengono richieste in fase di distribuzione del gioco e di riuscire a compensare i movimenti di Ronaldo, fungendo sia da allungatore dell’avversario con le sue corse in profondità, sia da soluzione in ampiezza per l’uscita del pallone quando Sandro è più arretrato. 

 

Complice la lunga squalifica di Bentancur, Rabiot ha iniziato a imporsi come mezz’ala di destra, ma nell’ultima partita di Coppa Italia ha finalmente potuto mostrare le proprie doti a sinistra, sebbene il sistema della Juventus fosse diverso, con un 4-3-3 che diventava 4-4-2 in fase di non possesso, a seconda della posizione di Douglas Costa. In questo incastro, i compiti di pressione per la mezz’ala sinistra sono forse meno problematici sulle vie esterne, ma diventano più complessi sulle scalate centrali, in quanto non c’è più il trequartista a prendere in consegna il mediano centrale avversario o il terzo difensore/terzino. 

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Una delle migliori occasioni create su ripartenza contro la Roma: Bentancur esce forte su Cristante, che sbaglia il controllo, e gli ruba palla. Costa, che si era abbassato per coprire l’uscita del compagno, riceverà e partirà centralmente, sfruttando lo spazio venutosi a creare.

 

L’unico giocatore che sembra in grado di far cambiare sistema a Sarri in questo momento è Douglas Costa. Per ammissione dello stesso allenatore, con la Roma, Costa doveva aggiustare la propria posizione in base a quella del pallone, rimanendo più alto quando il pallone era in possesso della Roma ma sulla sua fascia, e chiudere la linea da quattro abbassandosi quando invece era dal lato opposto. In realtà la Juventus ha prevalentemente appiattito la propria difesa su un 4-4-2, ma che ci fosse l’intenzione di percorrere una strada diversa rispetto al solito era intuibile. 

 

Non è da escludere che contro il Napoli Sarri chieda uno sforzo simile a Douglas Costa, così da accoppiarsi meglio al 4-3-3 di Gattuso, per provare a ripetere una prestazione simile a quella vista col Cagliari in fase di pressing. Allo stesso tempo però, le difficoltà tecniche incontrate dai padroni di casa nel palleggio e lo scarso apporto dei terzini alla manovra, potrebbero orientare Sarri a riproporre il trequartista, per avere un uomo in più a dare fastidio alla prima manovra centrale del Napoli e, anche magari, per dare continuità all’impiego di Aaron Ramsey, che sembra il titolare prescelto da Sarri nel ruolo, dopo un lungo ballottaggio con Bernardeschi. 

 

Insomma, si affrontano due squadre dalle esigenze complementari e contrastanti: Il Napoli deve maturare nelle proprie azioni offensive, mentre la Juventus deve mostrare continuità in quelle difensive. Finora la squadra di Sarri ha giocato grandi partite contro le avversarie disposte a controllare il pallone, trovando parecchi spazi in ripartenza (e la gara di andata è un esempio, per quanto primordiale), nonostante le caratteristiche così poco propense delle proprie punte al pressing. Gattuso ha diversi problemi da affrontare, ma potrebbe sfruttare la ritrovata solidità del centrocampo come base e l’entusiasmo di una gara sentitissima da tutto l’ambiente come trampolino per lanciare definitivamente il suo progetto.