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Inter-Milan, Kakà fa il pronostico: "Segna Ibra, poi speriamo bene"

Serie A
©Getty

L'ex trequartista, che oggi studia da manager in Brasile, parla di derby a La Gazzetta dello Sport: "Può essere la partita della svolta per i rossoneri. Pronostico? Segna Ibra, poi speriamo bene". E sul suo futuro: "Mi piacerebbe lavorare con Maldini e Boban ma questo non è il momento giusto per lasciare il Brasile"

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Kakà con il Milan ha vinto tutto. Compreso il derby, che avverte come una partita diversa da tutte le altre. Brasile-Italia, la distanza è notevole ma l'ex centrocampista sa cosa farà domenica sera. Tornando indietro nel tempo magari, proprio al suo primo gol in rossonero. Dall'altra parte i nerazzurri, cross di sinistro di Gattuso e colpo di testa vincente. Una rarità per chi è sempre stato abituato ad incantare con i piedi: "E' una partita che può consentire al Milan di svoltare veramente - ha commentato in esclusiva a La Gazzetta dello Sport - San Siro è uno spettacolo meraviglioso, si tratta di una gara che può dare una bella spinta". Ne ha bisogno Pioli, che per lo scudetto non può più fare nulla ma che spera nella Champions. Kakà un derby lo ha giocato (e vinto) pure lì. Era il 2003 e i rossoneri avrebbero poi alzato la coppa a Manchester contro la Juve: "Si dice sempre che il derby è una cosa a parte - ha continuato a spiegare - quando lo giochi in Europa è ancora più unica". Tempo di fare un pronostico dunque: "Segna Ibra, poi speriamo bene. E' splendido vedere come si diverte ancora". Non ci sarà dal 1' Paquetà, che sta attraversando un momento difficile: "Deve trovare fiducia in se stesso, l'anno scorso è andato bene ma il secondo anno si fa sempre più fatica. Gli altri cominciano a capirti, è più difficile. Può essere un giocatore importante, una buona mezzala. Deve cercare di mescolare le sue qualità e il suo istinto con le necessità del calcio italiano". 

"Io nello staff? Non è il momento giusto"

Kakà non fa più il calciatore ma studia da manager. Chissà che un domani non lo possa essere nel suo Milan: "Ho finito il corso in Brasile e adesso sto approfondendo le mie conoscenze - ha continuato - mi piacerebbe fra tanti anni anche fare il presidente. Allenatore o direttore sportivo no. La vita del primo è troppo complicata. In questo momento stare vicino ai miei figli è la cosa più importante. Poi chissà, fra cinque o dieci anni forse cambierò idea. La voglia di tornare al Milan è tanta, ma il tempo non è quelo giusto. Mi piacerebbe lavorare con Maldini e Boban, aiutare il club, imparare. Per ora mi accontento di seguire il derby da lontano".