Un inserimento graduale: così Antonio Conte lavora per fare in modo che un nuovo campione giunto nella squadra entri nei meccanismi alla perfezione. I tempi? In passato è servito anche più di un mese
I tifosi interisti che vorrebbero vederlo sempre in campo, da subito. Conte che predica calma e spiega che per inserire al meglio Eriksen nel suo sistema di gioco occorre tempo. Non è una novità per l'allenatore nerazzurro, che in carriera ha saputo pazientare anche con altri campioni, da Vidal a Pogba, da Llorente a Marcos Alonso. Raccogliendo poi i frutti
Conte: "Eriksen può fare meglio. 3-5-2? Valutiamo nuove soluzioni"
11 settembre 2011, l’esordio della prima Juve di Conte. Contro il Parma, i bianconeri giocano con il 4-2-4 “promesso” dal nuovo allenatore al suo arrivo: Giaccherini (nuovo acquisto) e Pepe sulle fasce, Matri e Del Piero di punta. I due acquisti più costosi del mercato estivo, Vucinic (15 milioni alla Roma) e Vidal (12 milioni al Bayer Leverkusen) siedono in panchina, ed entreranno in campo solo nella mezz’ora finale, sul risultato di 1-0
Anche l’olandese Elia, altra ala richiesta da Conte in estate (terzo acquisto più costoso di quella sessione, 10 milioni all’Amburgo per un giovane ritenuto molto promettente), parte fuori, restando in panchina per tutti i 90’
Il segnale che i due campioni danno è comunque importante: dopo 1’ dall’ingresso in campo di Vucinic, la Juve segna il 2-0 con Pepe, mentre 5’ dopo l’ingresso di Vidal è lo stesso cileno a fare 3-0 su rigore (la partita finirà 4-1)
Alla seconda giornata, Vucinic è già titolare (con Matri: fuori Del Piero), mentre Vidal fatica ancora a trovare posto in mezzo al campo, chiuso dagli intoccabili Pirlo e Marchisio. Per lui ancora un ingresso a partita in corso, cosa che avverrà anche alla terza giornata
Solo alla quarta giornata (25 settembre 2011), contro il Catania, si vede Vidal titolare. Il cileno non verrà più messo in discussione, anche se per trovare la giusta quadra bisogna attendere fine novembre e lo scontro diretto con il Napoli di Mazzarri. Nel corso di quella gara, Conte si schiera a specchio “copiando” il 3-5-2 e rimontando lo svantaggio (3-3 il finale): viene varata la formidabile BBC in difesa, e a centrocampo trovano spazio, senza pestarsi i piedi, Marchisio, Pirlo e Vidal, tutti adottati nei ruoli a loro più congeniali. Riassumendo: un paio di settimane per “inserire” Vidal negli undici, ma oltre due mesi per riadattare il sistema di gioco, trovando quello più giusto per le caratteristiche dei suoi giocatori
Caso leggermente diverso per il giovanissimo Pogba, arrivato alla Juve a parametro zero nell’estate 2016. A 19 anni, nonostante le evidenti ed enormi qualità, è difficile imporsi immediatamente come titolare in un sistema che ha trovato il suo perfetto equilibrio
Pogba, infatti, fa panchina per tre giornate di fila, esordendo solo il 22 settembre 2012 (4.a giornata), titolare contro il Chievo. Solo un assaggio, perché nelle successive partite Conte lo usa nuovamente con il misurino: finale di gara nel turno infrasettimanale contro la Fiorentina, 6 minuti contro la Roma, di nuovo panchina contro il Siena, quarto d’ora finale contro il Napoli (è il 20 ottobre 2012), in cui trova il gol del 2-0 (il suo primo in A) e, di fatto, si conquista il posto. Con il campionato iniziato il 25 agosto, è un “processo” durato 2 mesi
Al terzo anno in bianconero, i grandi innesti sono quelli di Tevez e Llorente. Se l’Apache diventa subito il punto di riferimento dell’attacco della Juve, titolare dalla prima giornata, lo spagnolo deve sudare molto di più per conquistarsi un posto. Alla prima, contro la Samp, entra in campo al minuto 89, poi due panchine di fila
Per Llorente, prima gara da titolare alla quarta giornata (22 settembre 2013, un mese dopo l’inizio del campionato), con gol decisivo nel 2-1 al Verona
Segue una serie di partite in cui Conte lo usa in maniera altalenante, finché, a metà dicembre, Llorente non diventa un titolare inamovibile: nelle successive 23 partite, fino al termine del campionato, 21 gare partendo da titolare
Nella stagione 2016-2017, la sua prima al Chelsea, i grandi acquisti estivi sono quelli di David Luiz, Marcos Alonso e Kantè. Chi fatica più di tutti è Marcos Alonso, voluto da Conte e prelevato dalla Fiorentina per 26 milioni di euro
Prima gara in panchina, ingresso a gara in corso nella seconda. È dopo la mazzata contro l’Arsenal (3-0) del 24 settembre 2016, che Conte rivede il suo schieramento, abbandonando il 4-2-3-1 e passando alla difesa a 3 anche in Premier League, con il tridente in attacco. E sulla fascia sinistra trova posto Marcos Alonso, “inserito” - anche in questo caso - un mese dopo il suo arrivo al Chelsea (31 agosto)
Più rapido l’inserimento di Morata, grande acquisto dell’estate successiva. Lo spagnolo parte dalla panchina alla prima giornata, ma entra e segna. Dalla gara successiva è titolare, posto conservato grazie ad altre due reti in 3 partite. Nel suo caso, “tempo di inserimento” di una settimana circa…
In nerazzurro, gli inserimenti più graduali sono stati quelli di Barella e Godin, con Lukaku ovviamente al centro del progetto fin da subito. Il difensore ex Atletico Madrid, nonostante la grandissima esperienza (ma in un sistema difensivo a 4), fatica per adattarsi alle richieste di Conte. Indisponibile alla prima, fa il suo esordio alla seconda giornata, contro il Cagliari, entrando dalla panchina
Titolare contro Udinese, Milan e Lazio, alla sesta giornata Conte gli preferisce il giovane Bastoni, che pian piano guadagna sempre più punti agli occhi dell’allenatore, fino a scavalcare Godin nelle gerarchie. Le ultime partite, però, hanno dimostrato quanto l’uruguaiano possa ancora dare all’Inter
E si arriva così all’inserimento “lento” di Eriksen. Arriva in nerazzurro il 28 gennaio, il giorno dopo si presenta ai suoi nuovi tifosi entrando a partita in corso contro la Fiorentina, in Coppa Italia
Debutto da titolare il 2 febbraio contro l’Udinese, poi però nel derby col Milan è di nuovo escluso. Nuovo ingresso a partita in corso (con una straordinaria punizione sulla traversa) e panchina anche nello scontro diretto con la Lazio (entra al 77’ con la Lazio avanti 2-1)
Il primo gol arriva il 20 febbraio, in Europa League, contro il Ludogorec, quasi un mese dopo il suo approdo all’Inter, ma è ancora presto per dire che Conte abbia trovato il modo per inserirlo nel suo sistema. Fino a lasciare intendere che potrebbe anche cambiare modulo...
