Serie A, le migliori giocate della 25^ giornata

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Redazione l'Ultimo Uomo

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Il gol di Zlatan Ibrahimovic annullato contro la Fiorentina, l'azione che ha portato al primo gol della Lazio, con Marusic, a Genova e altri momenti da ricordare dell'ultimo turno di campionato

La venticinquesima giornata di campionato ha visto il rinvio di ben quattro partite per ragioni sanitarie. Bisognerà vedere, quindi, come e quando sarà completata. Tra le partite giocate spicca la vittoria della Lazio, capace di trovare i gol - e che gol - anche da giocatori meno impegnati come Cataldi e Marusic. Il Napoli contro il Brescia ha dimostrato una grande capacità di recupero, vincendo in rimonta grazie anche a un gioiello di Fabian Ruiz. Il Milan pareggia con la Fiorentina, pur giocando un bel calcio, la Roma torna alla vittoria, in maniera anche convincente. La Juve vince pur non mostrando il suo gioco migliore, con Ronaldo che eguaglia il record di giornate consecutive in rete, undici. Per il resto queste sono le migliori giocate delle partite svolte.

La velocità di pensiero di Bentancur

Il controllo di tacco di Bentancur a una prima occhiata non sembra una giocata di quelle che ti fanno alzare dal divano. Al contrario ci appare come un tocco quasi casuale, come se Dybala con il suo retropassaggio corto l’avesse colpito per sbaglio. A guardare meglio, però, ci si accorge che l’eccezionalità sta nella velocità di pensiero dell’uruguaiano: il passaggio del compagno è forte e anche idealmente sbagliato, vista la distanza tra i due e la pressione che sta portando il giocatore della SPAL (Bentancur sta proprio guardando da un’altra parte tanto non si aspetta il passaggio di ritorno), allora come liberarsi da una situazione scomoda il più rapidamente possibile?

 

Bentancur forse non fa l’unica giocata possibile, però fa la giocata più risolutiva, quella che gli permette di liberarsi della pressione senza tornare indietro o spazzare il pallone o mettere in difficoltà qualche altro compagno. Una giocata minimale che in diretta è quasi difficile da notare e apprezzare, ma che racconta molto del talento di Bentancur, che magari non è così evidente (è facile dire che sia un giocatore elegante, meno facile spiegare in cosa consiste il suo gioco) ma è unico e speciale.

 

La forza di Ibrahimovic

 

Questo gol di Zlatan Ibrahimovic è tutto ciò che ci aspettiamo da Zlatan Ibrahimovic ogni volta che è in campo. Il tipo di gol che lui e solo lui può segnare. Per questo è un’ottima risposta sia a chi gli augurava di ritirarsi prima di iniziare il suo declino (perché, se il declino è così glorioso che gli permette ancora tali vertici di grandezza?), sia a chi lo considerava “fritto”, “bollito”, “cotto” o tutti quei termini culinari che si usano per descrivere un calciatore che non ha più nulla da dare, consumato come un taglio di carne.

 

È un gol annullato e non discuteremo qui del perché è stato annullato. Ci limitiamo a segnalare la sproporzione tra la bellezza di questo gol e l’insignificanza giuridica del fallo di mano che è stato segnalato. Dovrebbe ricordarci che diamo sempre troppa importanza alla giustizia del regolamento nel calcio.

 

Il gol è il misto di tecnica, estro e forza fisica che crea il giocatore unico che è Ibrahimovic. L’elasticità e la tecnica con cui si mette davanti al difensore arpionando il pallone con l’esterno. L’intuizione di buttarsi avanti la palla a lato di Pulgar, così come poteva fare in quei gol impossibili che segnava ai tempi dell’Ajax, quando si fletteva come un giunco di quasi due metri. Per gli amanti di Ibra bisogna sottolineare anche il tiro, schiacciando il pallone come se fosse un oggetto troppo piccolo per lui.

 

L’apertura di Cristante

 

La carriera di Bryan Cristante sta arrivando in questa stagione a una sorta di resa dei conti. Emerso dalle giovanili del Milan come uno dei centrocampisti più interessanti della sua generazione, Cristante è dovuto passare per una serie di precoci fallimenti (al Benfica, al Palermo, al Pescara) prima di tornare alla ribalta del calcio d’élite italiano, con quella grande stagione all’Atalanta che ha convinto la Roma a puntare su di lui. A Roma, però, Cristante non ha mai convinto, confermando l’impressione che il contesto tattico costruito intorno a lui da Gasperini aiutasse a mascherarne i limiti. Molti pensavano che il calcio tecnico e associativo di Fonseca fosse la definitiva pietra tombale sulle sue aspirazioni di rinascita, e invece il tecnico portoghese ha dimostrato fin dall’estate di credere molto nelle sue capacità di crescita. E in effetti, nella prima metà di campionato, con il gioco della Roma in crescita, Cristante è sembrato un giocatore più complesso e con prospettive più interessanti di quello che non aveva dimostrato finora. Almeno fino a quando l’intero gioco collettivo dei giallorosso non si è improvvisamente appassito nelle ultime settimane, per l’appunto.

 

Alla luce di questi avvenimenti è difficile interpretare questo splendido cambio di gioco in diagonale rasoterra, che ricorda quelli effettuati da alcuni dei migliori interpreti del ruolo. Il Lecce infatti mette una pressione minima ai portatori palla della Roma, che in queste ultime settimane aveva dimostrato proprio di soffrire nella gestione del possesso in condizioni difficili. È possibile che questo passaggio che taglia a metà il Lecce, insomma, non sia altro che un fuoco di paglia, l’ennesima conferma che Cristante non sia nulla di più di un centrocampista in grado di esaltarsi solo grazie a un contesto tattico che lo favorisca. Ma non è detto che invece sia un altro segnale di crescita, la spia più evidente del buon lavoro di Fonseca. 

 

Il sinistro di Theo Hernandez

Diciamolo il più chiaramente possibile: Theo Hernandez è un giocatore fuori scala per la Serie A. Ogni volta che tocca il pallone, o sembra planare sull’erba dell’esterno sinistro, il terzino francese del Milan sbatte in faccia la propria superiorità tecnica e atletica alla quasi totalità dei propri avversari in campionato, senza farci nemmeno troppo caso. Guardate con che semplicità in questo caso elude il tentativo di pressione di Duncan, passandogli attraverso con un tunnel. Guardate come sembra dare al pallone una traiettoria irreale, da videogioco, quando deve cambiare gioco per Castillejo, colpendo il pallone come se nemmeno gli andasse. Sono meglio di voi, questo sembra dire quando gioca a calcio Theo Hernandez - un terzino che segna come un’ala e forse avrebbe bisogno di un campo da calcio più grande per farlo assomigliare davvero agli altri 21 giocatori in campo. 

 

L’azione del gol di Marusic

Si parla spesso della necessità o meno di iniziare l’azione dal portiere. Per alcuni è un rischio esagerato, per il fatto che se perdi il pallone nella tua area di rigore, insomma, prendere gol è un attimo. Eppure ormai la maggioranza degli allenatori usa il portiere come parte del proprio gioco, per allentare la pressione e coinvolgere quanti più giocatori possibili nel palleggio. Qui a Vavro basta tornare da Strakosha per eludere la pressione del Genoa, per poi iniziare l’azione più liberamente. Un’azione che si concluderà con un gol.

 

Certo, la Lazio poi accelera, verticalizza, fa la Lazio: Radu dall’esterno taglia tutto il campo, la palla supera Milinkovic-Savic, ma è Marusic il più rapido ad arrivare sul rimbalzo, di testa, e in equilibrio precario serve Caicedo, poi si butta dentro tra due avversari. Caicedo tenta di servirlo in quel corridoio. Il passaggio non è perfetto, Marusic però prima riesce a controllare portandosi avanti il pallone, poi riesce a vincere un doppio contrasto rimbalzando prima su Masiello e poi su Soumaoro, riuscendo a uscirne vincitore, per poi - addirittura - riuscire a mandare il pallone sotto l’incrocio colpendo di piatto mentre sta cadendo a terra.