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Galliani a Casa Sky Sport: "Rimpianti Del Piero e CR7, Ibra non mi parlò per 1 anno"

Serie A

Galliani si racconta a Casa Sky Sport: "Provai a prendere Del Piero prima della Juve, non me la sentii di spendere 5 miliardi. Braida voleva CR7, ma lo Sporting chiese 16 miliardi per un ragazzino. L'altro rimpianto è Roberto Baggio, lo presi 5 anni prima di quando poi sarebbe venuto. Per Ibra avevo già chiuso nel 2006, Calciopoli rovinò tutto. Quando l'ho venduto nel 2012 non mi ha parlato per un anno, poi ha capito. Monza? Con Berlusconi vogliamo portarlo in Serie A"

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Più di 30 anni nel Milan, con 29 trofei e infinite emozioni: Adriano Galliani ora è tornato nella sua Monza, ma non dimentica le stagioni in rossonero. Tra colpi di mercato e tanti rimpianti: "Un acquisto sfumato è stato sicuramente Carlitos Tevez. Poi l'altro giocatore che avevo preso è Roberto Baggio, era del Milan cinque anni prima di quando poi sarebbe arrivato. È un mio rimpianto", ha raccontato a Casa Sky Sport. Ma Galliani ci ha provato anche per altri grandi fuoriclasse del calcio italiano: "Assolutamente sì. Ho provato a prendere Del Piero prima della Juventus, il ds del Padova venne da noi e ci chiese 5 miliardi di lire. Rimpiango tantissimo, perché non mi sentii di spendere questa cifra. Così come un altro rimpianto è Cristiano Ronaldo, lo Sporting CP chiese 16/17 miliardi per un ragazzino di 16 anni. Braida spingeva, io ero preoccupato perché la cifra era mostruosa per un calciatore forte, ma pur sempre un bambino. Totti l'abbiamo corteggiato, ma non siamo mai stati vicinissimi perché lui voleva restare a Roma". Non solo calciatori, ci sono anche allenatori sfumati: "Sarri è vero, è stato veramente vicinissimo al Milan. Guardiola no, ci abbiamo provato ma la trattativa non è stata mai a un passo dalla conclusione".

"Avevo preso Ibra nel 2006. Quando l'ho venduto non mi ha parlato per un anno"

Capitolo Ibra. Lo svedese è tornato a gennaio, ma ha avuto un grande passato nel Milan: "Me lo ricordo quando lo affrontammo con l'Ajax, pensavamo fosse fortissimo ma poco concreto sotto porta. È migliorato negli anni, sbagliava tanti gol da ragazzo. Poi venne alla Juventus e migliorò moltissimo. Un'altra cosa di Ibra che mi dispiace molto è che era praticamente fatta nell'estate del 2006, quella di Calciopoli. Braida andò in ritiro, trovammo l'accordo ma anche il Milan venne coinvolto. Non sapevamo cosa sarebbe successo, andò poi all'Inter. Se proverò a portarlo al Monza? Ci ho provato con Kaka l'anno scorso, ma ha voluto rimanere in Brasile. Con Ibra ci abbiamo provato, ora con il coronavirus è impensabile. Quando l'ho ceduto nel 2012 non mi ha parlato per un anno perché era convinto di essere stato tradito, poi ha capito. Mi aveva promesso che sarebbe rimasto, ma siamo stati costretti a vendere lui e Thiago Silva. Quell'anno smisero tanti campioni del Milan". Sulla cessione di Sheva: "Nel 2006 ha scelto di andare a Londra, è stata una sua decisione e non del Milan o di Berlusconi. Dopo l'ultima giornata di campionato, andò ad Arcore dal presidente che gli chiese di non partire, così come feci io fino alla firma. Insomma, non è stato venduto dalla società ma è stato lui che ha scelto di andare al Chelsea.  

"Con Berlusconi vogliamo portare il Monza in A"

Ora il Monza e un grande sogno: "Sono nato e cresciuto a Monza, mia mamma mi portava a vedere la squadra quando avevo 5 anni. Quando ne ho avuto la possibilità, ho iniziato ad appoggiarla anche economicamente. Poi ho incontrato Berlusconi nel 1979 e gli ho ceduto metà della mia azienda, mi sono detto disposto a lavorare tutti i giorni ma che avrei voluto a vedere il Monza in casa e trasferta. Nel 1985 Berlusconi acquistò il Milan e mi chiamò per lasciare il Monza, io andai. Ma oggi piango, perché il 13 aprile del 2017, quindi esattamente tre anni fa, abbiamo venduto la società rossonera. Prima del virus ero convinto che il Monza tornasse in Serie B già dal primo luglio, spero che quest'emergenza non cambi i piani. Berlusconi vuole portare questa squadra in Serie A, è l'unica lombarda a non esserci riuscita". Sulla ripresa: "Mi auguro che i campionati riprendano, abbiamo disputato più del 70% delle partite. Il campo, come sempre, deve decidere chi vince e chi perde. Noi abbiamo 16 punti sulla seconda, spero non ci sarà bisogno di discutere. Se non si può riprendere, è giusto che si cristallizzi la classifica".