Serie A, le migliori giocate della seconda giornata

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Daniele Manusia

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La giocata di Kulusevski, il tacco di Osimhen e altre grandi giocate dalla seconda giornata di campionato

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Dopo una prima giornata a metà, si è finalmente giocato un turno completo (in attesa di Bologna-Parma). Abbiamo potuto vedere l’Inter ribaltare all’ultimo una Fiorentina gagliarda, la Juventus rischiare molto contro la Roma, strappando un pareggio grazie a Cristiano Ronaldo, ma anche l’esordio convincente della Lazio e la pioggia di gol del Napoli e l’inattesa rimonta del Benevento, insomma una giornata di campionato divertente. In attesa di capire quali squadre prenderanno la testa e quali saranno invece indietro, queste sono le migliori giocate della seconda giornata della Serie A 2020/21.


Zapata sposta i muri

In uno sport immaginario in cui nel calcio sono ammessi i placcaggi sopra la cintura, Duvan Zapata è Pallone d’Oro. Quest’azione si descrive da sé: il primo controllo - ehm - non delicatissimo; l’improvvisa sterzata d’esterno, con cui Zapata si gira nel famoso “fazzoletto”; poi il tunnel, sempre di esterno, a Berenguer; infine quei 40 metri di campo percorsi disarcionando l’avversario che gli si era aggrappato alle spalle (Vojvoda, a cui Zapata ha dato il suo personale benvenuto in Serie A), una progressione interrotta solo dal sandwich Rincon-Meité. Zapata questo tipo di azioni le ha sempre fatte, si può quasi dire che sia cresciuto con gli avversari sulla schiena, ma negli anni ha migliorato il proprio controllo tecnico e ha sviluppato anche la propria immaginazione. Se è già raro un centravanti che porti palla in quel modo, sono pochissimi che, ricevuta palla sui piedi con l’uomo addosso, riescono a girarsi ed eludere anche il raddoppio. Quando si dice che per l’Atalanta è fondamentale vincere i duelli individuali si sottintende anche che è anche grazie a gente come Zapata se sta ottenendo i successi di questi anni. 

 

Il filtrante di Malinovsky 

 

Avevamo lasciato Malinovsky a buttare giù le porte avversarie con la forza del suo calcio, lo ritroviamo qualche settimana dopo a usare il suo sinistro per tagliare il campo come una spada laser. Insomma ogni settimana si aggiunge qualche sfumatura alla sensibilità dei piedi di Malinovsky, un giocatore più raffinato di quello che sembra. La bellezza di questo filtrante sta proprio nella sua realizzazione: per non perdere un tempo di gioco, il trequartista dell’Atalanta lo gioca praticamente in corsa, colpendo di mezzo collo esterno per darle velocità senza però farla alzare. Il pallone sembra planare tra i piedi di Pasalic, sulla corsa, come un idrovolante in un film d’azione.  

 

Il lancio di Theo Hernandez

Quando sono schierati entrambi a sinistra, l’intesa tra Theo Hernández e Rebic è tra le più importanti per il gioco del Milan. Rebic dà profondità tagliando verso il centro, impegna i difensori e crea gli spazi necessari alle discese palla al piede di Hernández. Qui invece la loro intesa prende una forma diversa, e dimostra di poter funzionare ed essere decisiva per il Milan anche quando Rebic, come contro il Crotone, viene schierato da centravanti per compensare l’assenza di Ibrahimovic. Hernández non cerca di avanzare come al solito, ma alza subito la testa per vedere i movimenti dei compagni e sceglie l’opzione più lontana, appunto Rebic, che nel frattempo è scattato dietro la difesa del Crotone. Il lancio è forte e preciso e va a incrociare la corsa di Rebic, che controlla la palla quasi con la spalla destra e, una volta arrivato in area, è bravo a saltare Marrone, che lo sgambetta causando un rigore. Kessié lo trasformerà poco dopo portando in vantaggio il Milan.

 

L’assist di Osimhen

Osimhen è arrivato al Napoli con caratteristiche ben precise: una dimensione atletica fuori scala, una tecnica da verificare in un campionato di più alto livello come la Serie A. Nella prima partita gli sono bastati due scatti dietro la difesa del Parma per offrire al Napoli la profondità di cui aveva bisogno, e la presenza in area di rigore. Alla seconda partita, contro un Genoa remissivo, il suo contributo è stato ancora più evidente e Gattuso ha detto che Osimhen era quello che gli mancava, un giocatore che permetteva alla squadra di segnare. Non stiamo parlando di un giocatore raffinatissimo spalle alla porta, e con grandi letture negli ultimi metri; ma è una dimensione del talento di Osimhen che ancora dobbiamo imparare a conoscere. In quest’azione, magnifica in tutto il suo sviluppo, brilla il suo colpo di tacco di suola per liberare Zielinski in area. Zielinski che poi si prende il suo tempo, mandando a vuoto l’intera difesa del Genoa.

 

La giocata di Kulusevski 

Per inserire Morata al centro dell’attacco, Pirlo ha spostato Kulusevski sulla destra, a fare l’esterno a tutta fascia a piede invertito. Un esperimento che non ha funzionato bene: Kulusevski si trovava a ricevere lontano dalla porta, spesso con i piedi sulla linea laterale, senza la possibilità di far valere le sue qualità nel gioco tra le linee. Tuttavia, anche in una partita grigia, lo svedese è riuscito a mettere in mostra un lampo delle sue qualità. 
 

Prima danza intorno a Mkhitaryan, illudendone il recupero per due volte, poi quando arriva il raddoppio di Pellegrini si fa scivolare il pallone alle spalle e con il tacco sinistro lo fa passare in mezzo ai due avversari per servire Ramsey. Ma forse la cosa più incredibile della giocata è che, mentre inganna i due giocatori della Roma con il tacco, Kulusevski si sta già girando per passargli oltre e ricevere il passaggio di ritorno dal compagno con una rapidità abbastanza inspiegabile per un giocatore con il suo fisico. Per concludere Kulusevski se la porta avanti con la suola e poi con il destro trova nuovamente Ramsey dentro l’area di rigore.

 

Il recupero in grande stile di Spinazzola

Leonardo Spinazzola è stato tra i migliori della Roma in entrambe le partite giocate ma se contro il Verona la sua prestazione era passata sotto traccia, ieri all’Olimpico aveva un compito molto più difficile perché dalla sua parte aveva Kulusevski e un ottimo Danilo. Il duello col brasiliano è stato uno di quelli sensibili per l’equilibrio della partita. Un duello che non ha avuto un vincitore netto, visto che alla fine i due sono stati tra i migliori delle rispettive squadre. Spinazzola però ha mostrato una grande brillantezza col pallone, aiutando sempre la squadra a risalire il campo, minacciando sempre l’uno contro uno, riuscendo in un paio di dribbling su Danilo in posizioni piuttosto ravvicinate alla porta. Questa giocata è allora solo un sintomo del momento di fiducia che sta vivendo; un recupero su Morata in velocità, coronato con un colpo di tacco che passa sotto le gambe dell’attaccante spagnolo.