Milan, Kjaer: "Crediamo allo scudetto. Pioli è perfetto per me"

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Il difensore danese fissa gli obiettivi: "Pensiamo a tornare in Champions, ma siamo in testa e abbiamo il dovere di credere al titolo, anche se lo scudetto non deve essere un'ossessione. Maldini e Massara mi hanno preso per dare una mano nello spogliatoio. E anche Pioli mi ascolta. Eriksen? Mi ricorda la mia situazione con l'Atalanta"

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Nessuna paura di pronunciare una parola che per molti è tabù: scudetto. Idee chiare per Simon Kjaer, uno che da quando è arrivato al Milan si è ritagliato un ruolo da protagonista assoluto in campo e non solo. Praticamente insostituibile, il difensore danese - con 1182 minuti giocati - è il giocatore rossonero più utilizzato in questa stagione. Merito suo ma anche di Stefano Pioli, con il quale il rapporto è ottimo: "Io ho bisogno di sentire fiducia - ha detto Kjaer nel corso di una lunga intervista concessa a La Gazzetta dello Sport - e ho sempre ripagato gli allenatori che mi hanno dato continuità. Pioli è uno di questi e il nostro rapporto è ottimo. Capita che ho dei dubbi o penso che alcuni aspetti tattici si possano cambiare per migliorare e lui mi ascolta. Chiaramente le decisioni spettano a lui, ma c'è sempre dialogo. È l'allenatore perfetto per me".

L'obiettivo scudetto e il ruolo di leader

Con il Milan in testa alla classifica, secondo Kjaer è sbagliato nascondersi: "Se siamo da scudetto? Siamo primi, quindi certamente possiamo vincere. Anche se sappiamo che la stagione è lunga e dobbiamo continuare a pensare partita dopo partita. Di sicuro lo scudetto non deve diventare un'ossessione. Deve essere un obiettivo perché questa è la storia del Milan. In ogni caso, intanto pensiamo a tornare in Champions. Poi proveremo a lottare per il titolo, abbiamo il dovere di crederci. Ormai siamo giovani solo sulla carta d'identità, abbiamo dimostrato di essere una grande squadra". Parole da leader, ciò che il difensore danese è diventato: "In campo e in allenamento mi sento un leader - ha proseguito Kjaer -, osservo molto e cerco sempre di dare l'esempio. Maldini e Massara mi hanno portato al Milan per questo, per avere una voce nello spogliatoio e per dare una mano ai giovani. Negli anni ho imparato che non bisogna mai accontentarsi e che bisogna lavorare per migliorarsi sempre. Al momento i risultati arrivano, ma bisogna ricordare sempre che non ci vuole molto a tornare indietro. Il riscatto da parte della società nella scorsa stagione? Sapevo di aver fatto il possibile. Quando ho firmato ho vissuto un sogno e continuo a viverlo adesso che siamo primi in classifica. Mi piacerebbe chiudere la carriera al Milan".

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Ibra, gli avversari e Eriksen

Con Ibrahimovic, Kjaer è uno dei giocatori di maggiore esperienza tra i rossoneri: "Zlatan è unico al mondo. Non ho mai visto attaccanti dominanti come lui, in grado di abbinare tecnica e fisicità in questo modo. Il nostro rapporto è ottimo, così come quello con tutti gli altri". E a proposito di attaccanti, l'ex Roma e Palermo ha parlato dei più difficili da affrontare: "L’Inter ha due grandi giocatori, ma Lautaro mi ha messo in difficoltà più di Lukaku. L’argentino è più mobile e imprevedibile. E poi c'è sempre Cristiano Ronaldo, che in area è quasi immarcabile". In chiusura, inevitabilmente, anche un pensiero su Christian Eriksen, amico e compagno di Nazionale che non sta trovando il suo spazio all'Inter. Un po’ come è accaduto a Kjaer all’inizio della scorsa stagione con l'Atalanta: “A Bergamo ho giocato sei partite e non abbiamo mai perso. Lasciarmi fuori è stata una decisione tattica di Gasperini, ma io non ho nulla contro di lui. Con Eriksen siamo molto amici, ci sentiamo spesso e, quando è possibile, ci vediamo. Il momento che sta vivendo mi ricorda la mia situazione a Bergamo: a volte le idee e i metodi di un allenatore non sono adatti a certi giocatori. Ma sono sicuro che non mollerà".

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