Napoli-Roma, le chiavi tattiche della sfida

Serie A

Daniele Manusia

Una partita tra due squadre che in maniera diversa cercano il controllo sul gioco. Chi avrà la meglio? Napoli-Roma sarà trasmessa in diretta su Sky Sport Serie A, Sky Sport Uno e Sky Sport 251 domenica 29 novembre alle 20.45

NAPOLI-ROMA LIVE

La Roma di Fonseca è in un buon momento: tre vittorie consecutive in campionato e due in Europa League hanno proseguito un avvio di stagione positivo. Anche l’assenza forzata di Dzeko è stata “coperta” dalla leadership tecnica di Pedro e Mkhitaryan, autori di una prima parte di stagione eccezionale. La fiducia dei risultati hanno permesso a Fonseca di schierare, nell’ultima partita contro il Cluj, una difesa composta da Spinazzola, Cristante e Juan Jesus, per cercare di gestire le energie e i recuperi dagli infortuni anche in vista della partita con il Napoli, ma ovviamente domenica sera spera di avere a disposizione almeno parte dei suoi centrali titolari. Anche Gattuso, però, ha i suoi problemi: Osimhen non è ancora al meglio, e dovrà fare a meno sicuramente di Bakayoko, in pratica i due giocatori su cui l’allenatore ha costruito il cambio di struttura di questa stagione, dal 4-3-3 al 4-2-3-1. 

 

Il confronto tra Roma e Napoli, oltre a essere uno scontro diretto per la parte alta della classifica, è anche l’occasione per apprezzare la contrapposizione tra due stili di gioco diversi. Entrambi gli allenatori propongono l’intenzione di voler giocare un calcio offensivo e partecipativo, ma organizzano le loro fasi in maniera quasi opposta, sfruttando le caratteristiche dei giocatori a disposizione.

 

Cosa rischia Gattuso

Gattuso ha sopperito all’assenza di Osimhen nelle ultime due partite mantenendo il sistema di gioco e schierando contro il Milan come terminale offensivo Mertens con Politano alle sue spalle, mentre contro il Rijeka è toccato a Petagna e Zielinski. Il Napoli quest’anno ha un buon assortimento offensivo e può permettersi di scegliere più combinazioni se Osimhen non dovesse farcela, ma l’incognita più grande riguarda il centrocampo. 

 

Nelle ultime stagioni uno dei problemi del Napoli è stato proprio l’equilibrio in mediana; Gattuso aveva provato a risolverlo nella prima metà del 2020, grazie all’arrivo di Diego Demme, con un ritorno al trio che era stato abbandonato da Ancelotti. L’ex RB Lipsia aveva avuto un buon impatto sulla fase difensiva del Napoli, assicurando protezione alla difesa, ma l’acquisto di Bakayoko era servito per un passaggio definitivo al doppio mediano. L’ex Chelsea è infatti considerato il perfetto complemento di Fabian Ruiz, determinante per equilibrare il Napoli grazie alle sue doti di protezione e di copertura di larghe porzioni di campo. Se la squadra di Gattuso vuole attaccare allungandosi sul campo per sfruttare le qualità di Osimhen e liberare spazio per i tre trequartisti, un giocatore con queste caratteristiche è imprescindibile. 

 

Senza di lui, e per giunta contro una squadra che ha i due giocatori più determinanti per il suo gioco proprio alle spalle del centrocampo avversario, il Napoli potrebbe faticare, soprattutto in transizione difensiva (che poi, già normalmente, è la situazione di gioco nella quale il Napoli concede di più). Questa contingenza potrebbe portare Gattuso a chiedere ai suoi di forzare meno le verticalizzazioni nella partita di domenica, magari inserendo Zielinski alle spalle della punta per avere un giocatore più incline a fare densità nelle zone interne del campo rispetto alla soluzione Politano adottata contro il Milan, oltre che abile nel creare occasioni grazie alla sua qualità in conduzione. 

 

Contro il 3-4-2-1 della Roma, che come il Napoli è ai vertici delle classifiche di baricentro medio e dominio territoriale (gli azzurri terzi e i giallorossi quarti, in entrambe) ma ha un approccio molto più aggressivo sul primo pressing, la squadra di Gattuso dovrà giocare una partita molto precisa in fase di costruzione, puntando a sfruttare gli spazi in campo aperto che, prima o poi, la squadra di Fonseca si ritrova a concedere, mettendo i suoi attaccanti nella condizione ideale: puntare una linea difensiva che potrebbe essere molto rimaneggiata. 

 

Le armi di Fonseca

Le azioni manovrate della Roma sono tra le più interessanti del campionato. Già dallo scorso anno i giallorossi si erano distinti soprattutto per la capacità di muovere la palla e accompagnare l’azione con tanti uomini, ma è solo dopo il passaggio al 3-4-2-1, l’arrivo di Pedro e la continuità ritrovata da Mkhitaryan, che il loro livello di pericolosità media si è alzato. La Roma, in questo momento, è la seconda squadra del campionato per xG prodotti su azione a partita (2.18), è quella che ne concede meno (0.78), ed è anche la seconda per la pericolosità media di ogni singola occasione (0.16) proprio grazie alla capacità nel controllare il gioco attraverso il possesso. Certo, dall’altro lato c’è il fatto che le poche occasioni concesse sono generalmente pericolose: è quindicesima per valore di xG medio dei tiri concessi (0.14). La Roma concede poco, ma quando lo fa, a causa del suo stile di gioco, dà all’avversario grosse opportunità. Ciò avviene soprattutto nelle transizioni difensive, ma a volte anche dopo qualche pressing alto andato a vuoto. In entrambe le circostanze, la difesa è chiamata a un grosso sforzo per temporeggiare in campo aperto. In questo senso, affrontare l’attacco rapido del Napoli con una linea difensiva improvvisata a causa delle assenze, potrebbe essere un grosso problema. Al centro dovrebbe essere impiegato Cristante, che eventualmente dovrà vedersela con i movimenti complessi di Mertens, e senza la protezione laterale di almeno due tra Mancini, Ibanez e Smalling per la Roma potrebbe essere molto difficile evitare di essere infilata in profondità.

 

A maggior ragione, la partita offensiva dei giallorossi dovrà essere precisa. Contro il blocco difensivo del Napoli, la Roma non dovrà fare altro che continuare a sfruttare alcuni dei canali di gioco che hanno funzionato finora: abbassare un centrocampista (Veretout) in ausilio dei tre difensori centrali in impostazione per sganciarne uno in avanti, alzare i quinti e stringere tra le linee Mkhitaryan e Pedro. Tutte mosse che potrebbero generare delle piccole crisi dentro il sistema ordinato di Gattuso, che dovendo difendere i frequenti cambi di gioco attraverso scalate laterali, ma allo stesso non concedere nulla tra le linee, si potrebbe trovare in difficoltà e quindi commettere degli errori.

roma

Nell’azione qua sopra, Ibanez porta palla sulla sinistra per superare lateralmente la linea delle due punte del Genoa (Veretout si abbassa per coprirne la posizione), per poi servire in diagonale Pellegrini. A questo punto, Karsdorp attacca la profondità e l’italiano lo serve. Il lancio viene intercettato dal terzino del Genoa, ma sulla seconda palla arriva Mkhitaryan, che tira e prende la traversa. 

 

La nascita dell’occasione potrebbe sembrare fortuita a causa della deviazione, ma in realtà è stata propiziata dall’occupazione degli spazi dei giallorossi, che possono portare i due uomini più pericolosi sulle zone centrali avanzate, sfruttando l’autosufficienza dei mediani in impostazione e soprattutto la propositività degli esterni. Una situazione che potrebbe riproporsi contro il Napoli per tre ragioni: l’analogia della struttura difensiva (4-4-2), la conseguente difficoltà nell’arrivare rapidamente a coprire un cambio di gioco preciso contro due esterni larghi e la pericolosità tra le linee, dove Demme sarà chiamato a dare una grossa mano.

 

Sarà interessante vedere quale tra le due squadre riuscirà a controllare di più il gioco attraverso le azioni manovrate, poiché da lì potrebbero passare i momenti più decisivi della partita. Il Napoli potrebbe sfruttare le assenze per ricercare un palleggio ancora più paziente, che potrebbe attirare il pressing della Roma e aprire enormi spazi per gli attaccanti in un secondo momento. La Roma, invece, dovrà cercare di limitare gli errori in fase di impostazione, muovendo la palla in ampiezza e aspettando il momento propizio per trovare i suoi principali creatori di gioco, sfruttando anche il ritrovato Dzeko con delle palle lunghe. Chiunque ne uscirà vincitore, quella di domenica sera sarà una bella sfida sul piano tattico, tra due allenatori costantemente messi in discussione, ma che stanno dando delle identità precise e divertenti alle loro squadre.