Serie A, le migliori giocate della 26^ giornata

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Daniele Manusia

©LaPresse
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Un filtrante di Viola, una scivolata di Romero e altre grandi giocate dalla 26esima giornata di campionato 

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La 26esima giornata si è chiusa con l’importantissima vittoria dell’Inter sull’Atalanta, in una partita forse non spettacolare ma molto intensa, dove i duelli individuali ci hanno ricordato un tipo di bellezza del gioco del calcio che spesso sottovalutiamo. I difensori dell’Atalanta contro gli attaccanti dell’Inter, ma anche la difesa del centro da parte dell’Inter. Nel weekend invece avevamo assistito a 10 minuti in cui Morata e Chiesa hanno ribaltato la Lazio, alla vittoria del Milan sul Verona grazie alle seconde linee, a una Roma sempre più solida. Sia in cima che in coda il campionato si è smosso: è arrivato marzo e ogni partita conta di più. Queste sono alcune delle giocate più belle della giornata appena conclusa.  

 

Il filtrante di Viola per Gaich 

Forse il filtrante di Viola non è geniale, ne impossibile, dopotutto era l’unica linea di passaggio a disposizione del giocatore del Benevento, ma c’era un modo più giusto per eseguirlo? Spesso l’ambizione dei calciatori viene confusa col narcisismo, ma può esserci differenza tra un passaggio di piatto dritto per dritto e lo stesso passaggio fatto di mezza punta esterna sinistra tra le gambe dell’avversario. Viola è uno di quei giocatori con stile in tutto quello che fa, e anche questo filtrante a prima vista sembra più un modo per dire: “guardate quanto sono bello”, ma più uno lo rivede più capisce che quel tocco così insolente è non solo il migliore, ma anche l’unico, per mandare verso la porta Gaich che poi, forse non casualmente, riesce a chiudere l’azione con un gol. 

 

La finta di Insigne

L’abbiamo scritto qui, forse addirittura la settimana scorsa: Lorenzo Insigne è il miglior giocatore della Serie A per quanto riguarda il primo controllo. Nessuno come lui ha la capacità di manipolare gli avversari con un solo tocco del pallone. Qui riceve un passaggio sbilenco da Meret e tutto quello che gli serve per ribaltare l’azione è un movimento con l’anca verso il pallone per ingannare la pressione di De Silvestri e poi un tocco a seguire con il tacco interno per scivolargli via. Se fosse un cartone sarebbe Beep Beep con Willy il Coyote. 

 

La conclusione di Gojak e la risposta di Cordaz

Quando è arrivato al Torino Amer Gojak si è preso la maglia numero 10 e ha detto di ispirarsi a Modric e a De Bruyne. Un centrocampista bosniaco cresciuto nella Dinamo Zagabria: come si faceva a rimanere tranquilli? Complice il caos del Torino, però, Gojak non è riuscito a esprimersi: ha giocato poco e male, e ha prodotti pochi highlights, per uno che calcia benissimo col destro e col sinistro, di interno collo forte o a giro, o anche d’esterno. Nella terribile sconfitta contro il Crotone il Toro ha preso un paio di traverse, e questa è una, con Gojak che aveva tirato forte a giro come Kevin De Bruyne, ma Cordaz ha fatto un vero miracolo deviando la palla sul legno.

 

L’intervento di Djimsiti su Lukaku 

L’Inter è il migliore attacco del campionato, ma ieri ha chiuso con un solo tiro in porta (certo, sufficiente per una vittoria fondamentale). Il merito è stato dei difensori dell’Atalanta, che hanno accettato di duellare continuamente contro i due attaccanti più forti nell’uno contro uno della Serie A. Djimsiti ha giocato una delle migliori partite da quando è in Italia, e questo intervento ne è un po’ la sintesi. Perché sì, inizialmente Lukaku gli scappa alle spalle su un pallone lungo, si vede proprio che non riesce a tenerlo neanche con le cattive. Ma a quel punto non molla, lo insegue per 40 metri (cosa che è riuscita impossibile a quasi tutti i difensori del campionato dopo aver perso il primo duello con Lukaku), poi dopo aver recuperato la posizione tra l’attaccante e la porta ha la lucidità di leggere la sterzata di Lukaku e fermarla con un intervento abbastanza pazzesco per intuito e tempismo (lì è un attimo che causi il rigore). Non contento riesce ad anticipare l’avversario per una seconda volta e poi immolarsi per respingere il tiro di Lautaro. Così si finisce per subire un tiro in porta. 

 

Il recupero di Romero su Lukaku

Se Djimsiti aveva “tenuto botta” come si dice in questi casi, Romero è stato costretto a un intervento più disperato. Guardate quanto parte dietro a Lukaku. L’attaccante dell’Inter ha tutto il tempo per prepararsi il tiro, tagliare davanti all’avversario per poi sistemarsi il pallone sul piede preferito. Ed è proprio su questo che scommette Romero, come un testa o croce, ovvero che Lukaku si sarebbe spostato il pallone sul sinistro al contrario di quello che la sua corsa avrebbe lasciato ipotizzare. È un grandissimo intervento, con quel livello di disperazione che lo rende speciale, visto che comunque per togliere il pallone a Lukaku Romero deve rischiare una scivolata pericolosissima.