Milan Napoli, le chiavi tattiche della sfida

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Daniele Manusia

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Una sfida importante in ottica primo posto per il Milan, ma anche per il Napoli per rimanere aggrappato a uno dei quattro posti per la Champions League. La partita sarà visibile domenica sera su  Sky Sport Uno (201 del satellite, 472 e 482 del digitale terrestre), Sky Sport Serie A (202 del satellite, 473 del digitale terrestre) e Sky Sport (251 del satellite)

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PROBABILI FORMAZIONI

La partita a Napoli di un girone fa è uno dei punti più alti toccati dal Milan in questa stagione, e non solo perché era arrivata una vittoria (3-1) contro una rivale diretta, che in quel momento era seconda in classifica. I rossoneri si erano presentati a Napoli senza Stefano Pioli, positivo al coronavirus, ma al massimo del loro potenziale, schierando quella che a inizio stagione era considerata la formazione titolare. Oggi la situazione è diversa ma il Milan è ormai così abituato ad avere tanti indisponibili, a rimodellare di volta in volta la formazione, che le distinzioni tra titolari e riserve sono sempre più sfumate.

 

Lo hanno mostrato in modo chiaro le ultime due partite, contro il Verona e il Manchester United. Le scelte di Pioli erano ridotte al minimo (in panchina a Manchester c’erano sette giocatori, tra cui due portieri e un attaccante della Primavera), ma il livello delle prestazioni è rimasto comunque alto. Il pressing è stato brillante, con degli aggiustamenti in base ai diversi sistemi di Verona e United ma sempre con l’idea di liberare un centrocampista in copertura dello spazio davanti alla difesa, facendo stringere l’esterno più lontano dalla palla in pressione su un centrocampista centrale avversario.

 

Qui sotto c’è un esempio dalla partita contro il Verona. Krunic, schierato da trequartista centrale, va nella zona di Tameze, Castillejo, che era invece l’esterno sinistro, è più avanzato e si orienta sul centrale destro del Verona, Magnani, mentre su Faraoni, che ha la palla, si alza il terzino sinistro del Milan, Dalot. L’azione del Verona si sviluppa a destra, e quindi a stringersi verso Veloso è Saelemaekers, che lascia così Meité senza avversari (Barak, uno dei due trequartisti del Verona, era infatti seguito da Kessié), libero di muoversi e intervenire in base allo sviluppo della manovra.

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Anche il possesso si è adattato ai diversi modi di difendere di Verona e United. Contro la squadra di Juric, il Milan è stato più diretto, si appoggiava a Donnarumma per avere superiorità numerica in uscita dalla difesa, visto che i due difensori centrali, Tomori e Romagnoli, erano marcati da Zaccagni e Lasagna, e ha fatto ruotare molto i tre trequartisti, che si scambiavano le posizioni di continuo muovendosi su tutto il fronte offensivo, per mettere in crisi le marcature a uomo del Verona.

 

In occasione del gol segnato da Dalot è stato Krunic, il trequartista centrale, ad abbassarsi in appoggio davanti a Tameze per ricevere il passaggio da Tomori. Kessié era più largo a sinistra, Castillejo dalla fascia sinistra si era spostato al centro e Saelemaekers, da destra si era invece portato a sinistra nella zona della palla, a ricevere il passaggio in verticale di Krunic dietro il centrocampo del Verona. A segnare dopo l’assist dell’esterno belga era stato invece Dalot, che da terzino ha concluso l’azione in area tagliando da sinistra.

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Contro lo United, il Milan poteva palleggiare un po’ di più soprattutto a destra, dove si apriva il trequartista, Brahim Díaz, ad aggiungere una linea di passaggio con un movimento che lo United ha fatto fatica a leggere. A sinistra bastavano invece i movimenti combinati di Dalot e Krunic per attirare fuori posizione Wan-Bissaka e aprire uno spazio per il taglio di Leão, o dello stesso Krunic, tra il terzino dello United e Maguire. La posizione avanzata di Dalot permetteva comunque al Milan di cambiare gioco da destra a sinistra, come nell’occasione qui sotto.

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Brahim Díaz si abbassa oltre i trequartisti dello United per ricevere il passaggio di Kjaer, tiene la palla per un paio di secondi e poi cambia gioco a sinistra su Dalot, su cui deve uscire Wan-Bissaka, allontanandosi da Bailly e aprendo uno spazio in cui va a inserirsi Krunic. Dalot non serve subito il compagno ma, dopo uno scambio tra Saelemaekers e Díaz, Krunic riesce comunque a tirare dalla zona sinistra dell’area. Il suo tiro viene però toccato da Bailly e finisce comodamente tra le braccia di Henderson.

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Il Napoli dovrebbe dare al Milan riferimenti simili a quello dello United, visto che anche gli azzurri si schierano con il 4-2-3-1. Gattuso ha comunque anche la possibilità di scegliere il 4-3-3, ruotando il triangolo in mezzo al campo per avere uscite più comode sul triangolo centrale del Milan. Le due mezzali si alzerebbero sui due centrocampisti e il mediano seguirebbe invece il trequartista. Per passare da un sistema all’altro servono piccoli ritocchi - basta aggiustare le posizioni di Zielinski, da trequartista a mezzala sinistra, e di Fabián Ruiz, da mediano a mezzala destra - che però cambiano in modo significativo lo sviluppo della manovra e i movimenti in fase difensiva.

 

La scelta tiene conto anche degli avversari. Sia il Bologna sia il Sassuolo, le ultime due avversarie affrontate dal Napoli, si sono schierate con il 4-2-3-1, il sistema utilizzato anche dal Milan, ma Gattuso le ha sfidate in modo diverso. Contro il Sassuolo ha preferito il 4-3-3, contro il Bologna ha invece schierato il 4-2-3-1. Nel primo caso la manovra avanzava grazie ai triangoli formati naturalmente dal 4-3-3, ma il Napoli ha faticato a difendere i passaggi in diagonale nello spazio dietro il mediano, Demme.

 

Le uscite previste dal pressing, con Zielinski che si alzava sul centrale destro del Sassuolo (Marlon) e Demme che scalava in avanti nella zona di Maxime Lopez, mentre Fabián Ruiz seguiva Locatelli, portavano fuori posizione il triangolo di centrocampo e liberavano uno spazio che il Sassuolo ha sfruttato più volte, con passaggi taglia-linee in diagonale dopo una prima circolazione in orizzontale. Qui sotto è Ferrari a trovare Djuricic dietro Fabián Ruiz, e l’azione si concluderà con un tiro da fuori area di Defrel.

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Contro il Bologna la scelta di avere una linea di passaggio in più al centro, sul trequartista (Zielinski), permetteva al Napoli di tornare più facilmente in mezzo al campo dopo l’uscita sulle fasce, una costruzione utilizzata ad esempio per segnare il primo gol con Insigne. La presenza di Fabián Ruiz di fianco a Demme, poi, permetteva di coprire meglio gli spazi centrali, e di evitare quei passaggi dietro il centrocampo che il Sassuolo era riuscito a trovare con una certa comodità.

 

È probabile che anche contro il Milan, così come è avvenuto contro il Bologna, nel ruolo di punta si alterneranno Mertens e Osimhen. Il belga ha iniziato da titolare contro i rossoblù e può agevolare lo sviluppo della manovra garantendo qualche movimento in appoggio in più, abbassandosi al centro o aprendosi soprattutto a sinistra. Osimhen invece permette al Napoli di essere più diretto, di risalire il campo velocemente, come ha mostrato una decina di minuti dopo essere entrato in campo contro il Bologna. Il Napoli ha recuperato il possesso al limite della sua area con Koulibaly e con due passaggi ha trovato Osimhen nel cerchio di centrocampo, con il solo Danilo davanti e una metà campo in cui correre. Il nigeriano ha ovviamente bruciato in velocità il difensore del Bologna e dopo essere entrato in area sulla destra ha segnato calciando verso il palo opposto.

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Osimhen non segnava esattamente da un girone, dalla partita di andata contro i rossoblù, ma va detto che ha saltato buona parte della stagione per problemi fisici. Nel frattempo a prendersi più responsabilità a livello realizzativo ci hanno pensato Lozano, che però non dovrebbe esserci a Milano, e Insigne, che nelle ultime due partite ha segnato tre gol e servito un assist.

 

Finora il rendimento del Napoli è stato piuttosto altalenante ma la zona Champions League è ancora a portata di mano. Di certo la sfida con il Milan non è l’ultima spiaggia per sperare di rientrare nei primi quattro posti, ma è comunque una grande occasione per avvicinare l’obiettivo.