Arrivano le prime decisioni del Viminale dopo gli scontri tra tifoserie e polizia prima del derby di Roma. Stop di tre giornate alle trasferte dei tifosi di Lazio e Roma. Dal prossimo campionato, poi, non sarà consentito di disputare di sera le partite a rischio per l’ordine pubblico. Quest’altra decisione è stata ‘preannunciata’ alla Figc dal Ministero dell’Interno
La stangata era nell’aria da quando, nella serata del derby tra Lazio e Roma, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi aveva promesso "ogni ulteriore misura necessaria per garantire l’incolumità degli uomini e delle donne in divisa". E le prime misure, dopo gli scontri tra tifoserie e polizia di domenica scorsa (che ha portato al ferimento di 24 agenti), sono arrivate. Stop alle trasferte per le due tifoserie per le prossime tre partite in calendario. Di fatto fino a fine stagione (mancano sei partite). E dal prossimo campionato niente più partite ad alto rischio per l'ordine pubblico di sera. È stato lo stesso Viminale a comunicare questa intenzione alla Figc.
Sette gli arresti finora (sei nella giornata di martedì)
E, in attesa di emendamenti in materia al decreto sicurezza che ha iniziato il suo iter alla Camera, sono quindi arrivate le decisioni più immediate. Intanto, salgono a sette gli arresti per gli scontri avvenuti. Dopo il primo di lunedì, la polizia ha arrestato oggi altri sei ultras: tre biancocelesti e tre giallorossi, accusati di aver partecipato ai violenti disordini. Si tratta di 'volti noti'. Uno è già gravato da Daspo. Per tutti sono state avviate le procedure per il daspo. Intanto stamattina è stato convalidato l'arresto del tifoso fermato dalla polizia in flagranza differita e si trova ora ai domiciliari. Il bilancio della guerriglia scattata intorno alle 17.30, tre ore prima del fischio d'inizio, è di ventiquattro poliziotti feriti, vetrine di negozi infrante e auto danneggiate. Violenze avvenute contemporaneamente su due fronti. Da un lato un gruppo di 500 ultras giallorossi che ha cercato di raggiungere Ponte Milvio dove erano radunati i tifosi biancocelesti e, trovandosi davanti lo sbarramento delle forze di polizia, ha innescato un lancio di pietre, bottiglie e altri oggetti. Dall'altro circa mille laziali che mentre si stavano muovendo verso lo stadio sono tornati indietro cercando un contatto con i rivali, impedito dai reparti di polizia con cariche di alleggerimento, lacrimogeni e l'uso dell'idrante.
Continuano le indagini della Digos
Al vaglio le posizioni di numerosi altri ultrà, anche stranieri, in via di identificazione. Ferma condanna per le violenze è arrivata dal presidente della Lazio Claudio Lotito che però invita a "creare una dicotomia tra la posizione dei tifosi e quella dei delinquenti". "Rischiamo di etichettare come tifosi - ha detto - persone che non hanno nulla a che fare con il tifo. Bisogna enucleare le persone che delinquono e metterle in galera buttando la chiave. Questi soggetti non hanno nulla a che vedere con il calcio".