Serie A, le migliori giocate della 28^ giornata

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Daniele Manusia

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La grande azione della Sampdoria, l'elastico di Karsdorp, il tunnel di Hetemaj o lo slalom speciale del gigante Koulibaly. Tutte le migliori giocate dall'ultimo turno di campionato

 

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Più ci avviciniamo alla fine, più ogni giornata conta, sembra quella decisiva per le sorti del campionato. Paradossalmente non giocando l’Inter è la squadra che ne esce meglio: la sconfitta della Juventus allontana un fantasma, mentre la vittoria del Milan, pur di carattere, ha mostrato alcune crepe. Appena sotto, la Roma ha perso un’altra volta contro una rivale diretta al quarto posto, mentre l’Atalanta ha avuto la meglio sulla squadra che più le somiglia. Anche la lotta per la retrocessione va definendosi: con le vittorie di Spezia, Benevento e Genoa, a rischiare davvero sembrano rimaste in quattro, anche se lì la corsa è davvero ancora lunga e, più che mai, le giocate dei singoli potranno decidere la classifica futura. Queste sono le migliori di questa settimana. 

 

Il controllo di scapola di Pellè

Spesso tendiamo a non inserire i gol in questa rubrica, perché il concetto di “giocata” è leggermente differente da quello di “grande gol”. In alcune circostanze però è impossibile esimersi. Era facile essere scettici sul ritorno in Serie A di Pellé, dopo 4 anni passati in un campionato lontano e di basso livello come quello cinese, ma ci sono alcune qualità che non appassiscono. Avendo giocato poco - e male - nel nostro campionato abbiamo sempre sottovalutato le capacità di Pellè, che però è sempre stato un buon attaccante d’area di rigore. In questo gol mette in mostra due delle sue migliori qualità: lo stop di petto e il gioco in acrobazia. Anzi forse vale la pena soffermarsi più sullo stop di petto che sulla rovesciata. La sponda di Kucka non è perfetta, Pellè deve allungare la spalla destra per arrivare a controllarla e, un giocatore con meno sensibilità, magari l’avrebbe controllata per tornare indietro. Pellè invece non ha nessun dubbio, con un colpo di - difficile dirlo, scapola? - si alza il pallone perfettamente sopra la testa e a quel punto la rovesciata è quasi un gioco da ragazzi.  

 

La grande azione della Sampdoria nel gol di Candreva

Se vi dico “Sampdoria di Ranieri” a cosa pensate? Ve lo dico io: ai colpi di testa disperati di Yoshida dentro l’area, a un calcio paludato, alla minestra - intesa in senso metaforico di calcio come piatto povero, fatto di scarti, diluito, ma sempre salutare, buono anche nel primo giorno di primavera. A un certo punto bisognerà liberarsi anche di qualche luogo comune, perché se è vero che la Sampdoria è una squadra dall’identità italiana - nel senso di squadra equilibrata, che tende a minimizzare i rischi, che cura la fase difensiva in modo maniacale, fatta di giocatori che possono fare le olimpiadi - d’altra parte non è una squadra che gioca “bassa”, per esempio; non è una squadra confusa col pallone. Anzi, ha le idee chiarissime e come vediamo in quest’azione, costruita tutta sul lato forte sinistro con scambi in spazi stretti, può produrre un calcio anche piacevole. È una grande azione collettiva, dove però va sottolineata soprattutto la giocata di prima di Manolo Gabbiadini: un passaggio semplice frutto di una lettura sofisticata.
 

Il tunnel di Hetemaj

Scommetto che avete perso il conto degli anni di Hetemaj. Sembra essere in Serie A semplicemente da sempre, e ci sono stati momenti in cui vi eravate dimenticati di lui - per poi vederlo ricomparire con vostra sorpresa in qualche squadra minore del campionato. Lo scorso anno era in B, col Benevento, e la sua carriera sembrava agli sgoccioli. Forse non immaginavate che quest’anno potesse ancora giocare in Serie A a questi livelli. Andare allo Juventus Stadium e dare battaglia su ogni singolo pallone. Guardate in quest’azione, a 35 anni, l’energia vitale di Hetemaj. Guardate quanto sembra superiore a quella dei giocatori della Juve. Se tutta la parte di caos, scivolate e difese del pallone la possiamo anche accettare, il tunnel che fa poi a Morata è oltraggioso. Se vogliamo prendere un’azione simbolo del coraggio del Benevento nella partita di ieri, forse dovrebbe essere questa.

 

L’azione personale di Koulibaly

Alcune volte viene il dubbio che Koulibaly sia sprecato come difensore (se vogliamo pensare ai difensori come giocatori minori, idea sbagliata ma siamo pur sempre in una rubrica di “giocate”). È raro trovare un calciatore con un fisico così possente in grado di effettuare giocate così raffinate, più adatte agli esterni dribblomani. In questa stagione Koulibaly è stato spesso assente, tra la positività al Covid e infortuni vari. In campo era incappato in qualche partita storta, facendo venire qualche dubbio sul suo valore attuale. Ieri contro la Roma ha giocato una grande partita, forse perché finalmente è riuscito a mettere minuti nelle gambe. Quando il centrale del Napoli sta bene, è un piacere per gli occhi. Questa azione, con almeno un paio di dribbling assurdi, di cui uno scivolando a terra, è forse la meno fondamentale della sua partita, ma racconta bene di come Koulibaly sia ancora un giocatore di livello superiore per la Serie A. 

 

L’elastico di Karsdorp

Prima di diventare un esterno a tutta fascia di una difesa a cinque, Rick Karsdorp nelle giovanili del Feyenoord faceva il trequartista, che insomma è il ruolo più lontano nelle nostre teste dall’esterno a tutta fascia - un giocatore che suda, corre, si sacrifica, che di certo non associamo alla creatività e i numeri d’alta scuola. Quasi in ogni partita, però, il passato di Karsdorp riemerge sotto forma di filtranti illuminanti o trick da calcio di strada, come questo elastico sulla linea di fondo con cui fa passare la palla tra le gambe di Mario Rui. Al di là del gusto estetico, la capacità di Karsdorp di entrare dentro al campo in maniera originale ha un’importanza vitale per la Roma, che spesso fa fatica ad eludere la prima pressione in maniera organizzata e fa affidamento sulle qualità dei propri giocatori per far risalire il pallone. In questo caso, però, la giocata arriva pochi secondi prima della fine del primo tempo, con la Roma già sullo 0-2 - una immagine fedele della serata nera a cui è andata incontro la squadra di Fonseca, evanescente e mai in partita.