Juventus, Cuadrado: "Pirlo non ha colpe, sta facendo un grande lavoro. Ronaldo un esempio"

Serie A

Parla l'esterno colombiano: "Pirlo sta facendo un grande lavoro, non è colpa sua. Siamo noi che andiamo in campo e abbiamo perso troppi punti. Cristiano Ronaldo è un esempio per noi, quando è arrivato non ci credevo. Champions? La gente pensa sia facile ma nel calcio non è così. Ma bisogna continuare a crederci, ci proveremo finché non tocca a noi"

Juan Cuadrado è intervenuto in via telematica con il Liceo Scientifico e delle Scienze Applicate S.Anna per un incontro chiamato “La sfida del Covid nello Sport“. L'esterno della Juventus ha parlato del momento della squadra bianconera e del finale di stagione: "Pirlo sta facendo un grandissimo lavoro, non è facile arrivare in un top club – ha dichiarato Cuadrado – Ci sono stati dei cambiamenti e dei giocatori nuovi, bisogna avere pazienza. Non è colpa sua, siamo noi che andiamo in campo e abbiamo perso dei punti che non dovevamo perdere. Ma dobbiamo crederci fino alla fine. Cristiano Ronaldo? È uno dei migliori al mondo, un professionista da cui c'è solo da imparare. È un esempio per la voglia che mette in ogni partita e negli allenamenti. Quando è arrivato non ci credevo, ma sono contento che ora sia nella mia squadra. Non mi è dispiaciuto cedergli la numero 7, per me conta solo giocare, il resto non è importante".

"Champions? Niente è facile, continueremo a provarci"

C'è ancora delusione per l'eliminazione dalla Champions: "Questo è il calcio, la gente pensa che sia facile ma invece non lo è mai. Quando non raggiungi un sogno non è perché sei scarso. Bisogna continuare a lavorare, lo faremo finché non tocca a noi. Sono fiducioso, siamo una grandissima squadra e possiamo riuscirci. Ora dobbiamo vincere queste ultime partite e restare nelle prime posizioni per ottenere la qualificazione in Champions League. La finale di Coppa Italia sarà molto importante. Derby con il Torino? Speriamo di vincere, non dobbiamo avere paura. Ci alleniamo per scendere in campo con voglia e per ottenere un grande risultato".

"Il calcio senza tifosi non è lo stesso, ma priorità alla salute"

Sulle ricadute del Covid sul calcio: "È un momento particolare per tante persone, noi come calciatori siamo spesso fuori casa ma in questo periodo sono stato di più con la mia famiglia e i miei figli. Anche se non è stato facile, per me è stato comunque bello. Il calcio non è la stessa cosa, ma ora la cosa più importante è la salute. L'effetto dello stadio vuoto è brutto, i tifosi sono la nostra carica ma siamo dei professionisti e dobbiamo continuare a dare del nostro meglio, sperando che al più presto potremo riavere il pubblico allo stadio. La mia positività? Quando ho scoperto di avere il Covid ero tranquillo, ero asintomatico e potevo fare tantissime cose. Mi sono riposato fisicamente e spiritualmente, ma continuando ad allenarmi. È sto difficile solo vedere i miei compagni giocare senza potergli dare una mano". Sul suo passato, infine: "Ho lavorato tanto per diventare un calciatore, a 13 anni sono andato via di casa. Ho avuto molta disciplina, ho creduto nella mia passione e nei miei sogni. Mi sono sforzato tanto e alla fine ce l'ho fatta. I miei idoli erano Ronaldinho e Ronaldo 'il fenomeno'". 

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