Caso tamponi: la Lazio ha presentato ricorso alla Corte d'Appello Federale contro la sentenza di primo grado che aveva condannato il club ad una multa di 150mila euro e inflitto a Lotito e ai medici Pulcini e Rodia rispettivamente 7 e 12 mesi di inibizione. Ricorrerà in appello anche la Procura Figc.
Una scelta attesa, diventata ufficiale questa mattina. La Lazio ha presentato
ricorso alla Corte d'appello Figc sul caso tamponi, contro la sentenza di condanna del Tribunale Federale che ha sancito 150 mila euro di multa al club biancoceleste e inflitto 7 mesi di inibizione al presidente Claudio Lotito e 12 mesi ai medici sociali Ivo Pulcini e Fabio Rodia. La Lazio era finita sotto processo per la violazione del protocollo Covid, la mancata comunicazione e il corretto isolamento dei positivi nei 10 giorni intercorsi tra il 28 ottobre e l'8 novembre dello scorso anno: le due partite di Champions contro Bruges e Zenit e quelle di campionato contro Torino e Juventus; l'impiego di Immobile contro il Torino, non ammesso dal Tribunale come parte terza, e la presenza in distinta di Djavan Anderson contro la Juve. Nelle motivazioni del primo grado, la mancata comunicazione tempestiva alla Asl sulla positività di alcuni giocatori e il loro mancato isolamento ha visto ricadere le colpe maggiormente sui medici sociali, mentre Lotito è stato punito per omessa vigilanza nei confronti dello staff sanitario, dovendo imporre l'isolamento in funzione del proprio ruolo. Entrambi i provvedimenti, sono comunque stati inferiori rispetto alle richieste della Procura Federale, che chiedeva 13 mesi e 10 giorni per Lotito e 16 mesi per i due medici. La stessa Procura ricorrerà in appello.