Dalla BBC alla SBD: il nuovo muro di Conte la chiave dello scudetto dell'Inter

scudetto inter
Matteo Barzaghi

Matteo Barzaghi

Da Barzagli-Bonucci-Chiellini, il segreto del primo scudetto di Conte alla Juve, a Skriniar-De Vrij-Bastoni, miglior difesa del campionato e protagonista del trionfo nerazzurro. Ecco come Conte ha costruito il suo nuovo muro 

SDB sembra la definizione di un motore: “super-diesel-biturbo”. BDS apparirebbe come l’acronimo di un partito politico: “binomio destra-sinistra” una cosa bipartisan. Niente da fare. Siccome i paragoni sono sempre complicati, si cercava una somiglianza con le iniziali, ma pare difficile. Con i cognomi dell’attuale difesa interista non si riesce a ricreare una sigla in stile BBC della vecchia retroguardia juventina di Conte. Detto questo, in qualcosa i due reparti si assomigliano. Da Barzagli-Bonucci-Chiellini a Skriniar-De Vrij-Bastoni storie di due muri tricolori. Due difese eccezionali che mischiano capacità difensive, come quelle di Chiellini o Skriniar, a ottime letture tipiche di Barzagli o De Vrij e infine possiedono anche piedi educati capaci di impostare con lanci da centrocampisti: roba da Bonucci o Bastoni. Nonostante qualche somiglianza nelle caratteristiche però le iniziali dei cognomi nerazzurri non formano insieme alcun canale televisivo in stile BBC e così ci lanciamo su un normale SDB. Il comune denominatore però c’è e si chiama Antonio Conte. Lui è il padre della BBC e della SDB. Ma facciamo un passo indietro per capire come è nata la miglior difesa di questo campionato.

Skriniar

Nella prima giornata disputata dall’Inter in questa Serie A (che però era la seconda in calendario) Conte schiera contro la Fiorentina D’Ambrosio (coi suoi 3 gol rimarrà nella storia di questo campionato), Bastoni centrale e Kolarov centro sinistra. Risultato? Vittoria per 4-3 con lampi in attacco e fantasmi dietro. È ancora la prima Inter che vuole fare un gioco superoffensivo e una pressione altissima. Dietro si balla, non solo per responsabilità dei difensori. E Skriniar? Non viene schierato e col mercato ancora aperto la deduzione è semplice. C’è il Tottenham che lo vuole. Ausilio nel prepartita racconta di un meeting con gli Spurs ma conclude: “Milan non è sul mercato”. La realtà è che domanda e offerta non si incontrano e Skriniar resta a Milano. A pensarci oggi uno sliding doors devastante. Tottenham fuori da tutto con 2 allenatore esonerati. Inter campione d’Italia con Skriniar sempre presente e miglior difesa del torneo. Il destino ha salvato sia lo slovacco che l’Inter. Poi ci ha messo certo del suo lo stesso Skriniar che è ripartito alla grande mettendosi alle spalle la fase finale della scorsa Europa League vissuta da spettatore. Milan in questa annata ha mostrato di nuovo tutte le sue qualità: potenza fisica, abilità in marcatura, grinta, gioco aereo ma soprattutto la capacità di cambiare la frequenza dei passi e adattarsi al tipo di attaccante da affrontare. Così riesce a lottare con le classiche prime punte molto fisiche ma è anche in grado di fermare con le sue leve lunghe i piccolini o i fantasisti. Come contro la Lazio quando blocca col gambone un’incursione di Correa. Decisivo dietro e anche davanti con 3 gol pesanti di cui uno fondamentale. Quello segnato in mischia contro l’Atalanta in una vittoria per 1-0 di straordinaria importanza. In più: ogni partita che passa si adatta meglio al sistema con la difesa a tre. Nel primo anno di Conte aveva faticato. Non gli veniva naturale spingersi in attacco o scivolare fuori verso l’avversario. Soffriva la posizione decentrata e spesso laterale. Nel secondo anno invece ha preso le misure e la confidenza con il modulo riuscendo a tornare titolare inamovibile. Il timbro di Skriniar su questo scudetto è nitido.

Skriniar festeggia così sui social lo scudetto
Skriniar festeggia così sui social lo scudetto

De Vrij

Il Ministro della Difesa. Gioca con lo stemma del migliore difensore della passata stagione sulla maglia. Basta questo a spiegarne l’importanza. Dei tre è quello che comanda i movimenti e sposta la linea. Se negli anni precedenti aveva colpito anche in zona gol (indimenticabili per i tifosi quelli nei derby) questa volta si è imposto più per l’abilità difensiva, gli anticipi e la capacità di portare palla contro le difese chiuse e le squadre rintanate nella propria metà campo. Molto della costruzione dal basso di Conte si basa sull’intesa Handanovic-De Vrij e all’olandese spetta la scelta intelligente se farsi vedere basso o alzarsi per lasciare salire Handanovic e creare anche spazio per Brozovic. L’unico gol realizzato contro la Sampdoria coincide con una delle due sconfitte. Ma come detto, quest’anno a Stefan toccava dare equilibrio a tutta la squadra. Missione compiuta in pieno. Poi non è da sottovalutare anche il carattere dell’olandese. E non stiamo parlando di abilità in battaglia ma di tutto l’opposto. Nel mondo del calcio esistono pochissime persone gentili come lui. Provate a fare una gita ad Appiano Gentile: in mezzo a mille bolidi che sfrecciano troverete un suv aziendale nero che si ferma sempre con qualsiasi tifoso glielo chieda: è De Vrij il difensore più gentile della Serie A che porta calma e serenità a tutto l’ambiente. E se l’Inter è la migliore difesa del campionato è anche per merito dell’olandese.

De Vrij suo social mostra una delle sue passioni: il pianoforte
De Vrij suo social mostra una delle sue passioni: il pianoforte

Bastoni

Due scene raccontano la favola. Prima: quando Bastoni viene aggregato alla rosa del primo anno di Conte nessuno all’esterno dell’Inter se ne accorge. Nemmeno il club ne enfatizza troppo l’arrivo visto che non lo presenta nemmeno alla stampa dal momento che era stato acquistato precedentemente. Seconda scena: il lancio strepitoso di Alessandro per Barella contro la Juve nel derby d’Italia vinto 2-0: un tracciante illuminato in grado di spaccare in due la difesa della Juve. Dimostrazione di visione e capacità tecnica di mettere il pallone nello spazio. E se vogliamo citare anche una terza immagine c’è il cross per Lukaku a Bologna. Un cross da esterno navigato. Bastoni si è reso indispensabile per la qualità delle sue giocate e l’aggressività sempre maggiore nei confronti degli avversari. Dei tre dietro sembra quello nato per giocare a 3 con Antonio Conte. E infatti fu l’allenatore prima a volerlo tenere quando ancora nessuno lo notava e poi a metterlo titolare a scapito di giocatore più esperti o affermati. Bastoni caracolla per il campo, alle volte sembra quasi distratto o assente per il linguaggio del corpo. Invece è solo un’impressione. Appena l’azione arriva dalla sua parte si trasforma e diventa un soldato. Alto 1,90 e passa, non si contano le sovrapposizioni e le corse sulla fascia. Il piede sinistro è molto ben educato ma la caratteristica che ha colpito maggiormente è un’altra: la personalità. Bastoni se ne infischia del nome dello stadio in cui gioca o dell’avversario che affronta. Questo gli ha permesso di affermarsi senza paura. Un aneddoto che dice tutto: l’anno scorso durante le prime partite quando ancora giocava poco, a chi gli domandava come fosse giocare nell’Inter rispetto al Parma o all’Atalanta lui rispondeva così: “qui è più facile perché tutti sono forti e tutti sanno cosa fare”. In una parola Bastoni.

La festa social di Bastoni
La festa social di Bastoni

Skriniar + De Vrij + Bastoni= SDB. La migliore difesa della serie A.

 

PS. Da non dimenticare il contributo di Andrea Ranocchia e Danilo D’Ambrosio. Il primo che spesso viene indicato come uomo spogliatoio, in realtà ha dimostrato soprattutto sul campo il suo valore. Ogni volta che Conte lo ha chiamato in causa, Andrea ha risposto presente con partite di sostanza e saggezza. D’Ambrosio invece è stato sfortunato. Dopo una prima parte molto positiva con 3 reti fondamentali (quella di Cagliari pesante come un macigno) si è infortunato a gennaio in casa della Sampdoria e non ha più trovato continuità di rendimento. L’anno prima aveva tratto giovamento dal metodo Conte che quando trova la sua squadra poi cambia raramente. Quest’anno invece ha pagato questa situazione e si è trovato a dover rincorrere. Lui come tanti altri che, pur non giocando sempre, hanno costruito una competizione sana nello spogliatoio decretando così la forza del gruppo. La vittoria nasce anche da questa chimica.