Nicola dopo Lazio-Torino: "La salvezza più complicata". Cairo: "Futuro Belotti? Vedremo"

TORINO
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L'allenatore del Toro commenta la salvezza: "La più complicata di quelle che ho ottenuto". Il presidente Cairo: "Faremo aggiustamenti, Belotti e Nicola? Vedremo". Analisi acuta quella di Sirigu: "Questa situazione nasce da lontano, poi è subentrata la paura. Giampaolo? Non eravamo pronti per il suo gioco"

LAZIO-TORINO: HIGHLIGHTS

Soddisfazione e lucidità nelle parole di Davide Nicola che commenta il pari dell'Olimpico contro la Lazio che vale la salvezza: "Questa salvezza è stata la più complicata di quelle che ho fatto per tante dinamiche, abbiamo ottenuto quello che avevamo promesso, avremmo potuto arrivarci prima ma per mille situazioni non ci siamo riusciti. Siamo arrivati a Roma e abbiamo visto il Papa - dice - La Lazio ha giocato 'alla morte' e io sono contento perché la salvezza è ancora più meritata. Siamo molto contenti. I ragazzi sono stati bravi dopo due gare fatte male, ci siamo dati compiti semplici per ritrovare qualche sicurezza, era una partita difficile, ma è anche vero che potevamo andare in vantaggio con Sanabria e forse avremmo sofferto meno. Belotti? Ha dimostrato che le qualità di un giocatore non sono solo tecniche ma anche caratteriali, al momento non è al top, ma per me è straordinario da tutti i punti di vista". Una rincorsa che parte da un lavoro certosino: "Il lavoro è stato fatto da un punto di vista tecnico-tattico partendo da una valutazione della rosa e provando a dare dei principi miei di gioco più verticale quando prima erano abituati ad altro, c’è stato anche un lavoro a livello mentale ma soprattutto nell’ultimo periodo. Il futuro? Per rispetto dei tifosi e dei giocatori ora dobbiamo pensare all’ultima partita per il resto dirò quello che penso ma lo farò più avanti".

Cairo: "Belotti? Voglio capire cosa vuole fare"

Rasserenato il presidente del Torino Urbano Cairo dopo la salvezza conquistata: "Abbiamo fatto un secondo tempo molto importante, eravamo un po’ spaventati e sulle gambe, abbiamo subito un po’ ma abbiamo colpito il palo con Sanabria, chiaramente la Lazio ha dato tutto ed è giusto così indipendentemente che Simone sia fratello di Filippo, hanno onorato il campionato - dice - E’ stata una stagione molto particolare, siamo partiti male, poi ci siamo ripresi, poi è arrivato il Covid dopo Cagliari. Abbiamo fatto una serie di risultati negativi. Con lo Spezia c’erano ancora le scorie della gara con il Milan e oggi era una gara complicata. La squadra non è molto distante da quella che arrivò 7^ due anni fa, adesso dovremo lavorare con Vagnati per fare tutti gli aggiustamenti del caso e non avere queste sofferenze. Nicola ha fatto un grande lavoro con il suo staff, eravamo partiti troppo male prima, lavoreremo per fare dei campionati diversi dagli ultimi due. Belotti e Nicola? Adesso parleremo bene con tutti e due, il Gallo ha un anno di contratto, ora andrà all’Europeo e poi voglio capire cosa vorrà fare. Con Nicola presto ci parleremo".

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Sirigu: "Abbiamo dovuto pensare da 'piccola', non adatti a Giampaolo"

Uno dei protagonisti del match è stato certamente Salvatore Sirigu che analizza i perché il Torino sia arrivato a salvarsi alla penultima giornata di campionato: "Forse ci ha tradito la parte mentale ed è subentrata la paura. Ci sono varie componenti e dovremo analizzare, metabolizzare e ripartire, cosa che non è successa l’anno scorso per vari motivi. E’ innegabile che quando il Torino si deve salvare a una giornata dalla fine devi capire cosa è andato storto e capire come migliorare - spiega - Credo che dall’anno scorso, abbiamo avuto delle difficoltà, soprattutto dopo il 7-0 con l’Atalanta. Poi entrare in campo è diverso, non vuoi prendere gol e ti subentra la paura nelle gambe. Non reagivamo ed è quello che ha portato all’esonero Mazzari. Da lì è iniziato; prima entravamo in campo con un atteggiamento diverso, è arrivata la pandemia e quando il campionato è riniziato abbiamo capito che dovevamo salvarci. Poi non abbiamo avuto il tempo materiale e noi non eravamo una squadra pronta per Giampaolo, eravamo una squadra malata che andava curata. Siamo sempre stati aggressivi, abbiamo cercato di cambiare gioco ma serviva cambiare la testa. La prima parte di stagione è stata difficile, ci siamo guardati e abbiamo iniziato a pensare da piccola soprattutto quando hai giocatori di qualità ma abituati a un’altra dimensione".