Serie A, le migliori giocate della 38^ giornata

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Daniele Manusia

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Un tiro quasi perfetto di Messias, una serpentina di Berardi, un'azione da far vedere nelle scuole calcio del Milan e altre giocate che hanno chiuso la stagione 2020/21

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Ed eccoci ancora una volta alla fine di un’altra stagione di Serie A. I pochi obiettivi concreti di classifica si sono risolti non senza qualche sorpresa: il Napoli, infatti, con lo spettacolare suicidio contro il Verona si è condannato all’Europa League, permettendo alla Juventus di rientrare all’ultimo all’interno delle prime quattro, mentre il Milan con la sofferta vittoria a Bergamo alla fine ha conquistato il secondo posto. A proposito di partite sofferte: la Roma, dopo essere andata sotto per 2-0 con uno Spezia senza più obiettivi, alla fine è riuscita a difendere il settimo posto valido per la qualificazione in Conference League dall’attacco del Sassuolo, che ha superato facilmente la Lazio nonostante l’inferiorità numerica. In un clima di rilassatezza generale, e forse proprio per questa, non sono mancate le grandi giocate, di cui come al solito trovate una selezione di seguito. Ci risentiamo alla prossima stagione, speriamo tecnicamente ancora più ricca di questa.

 

La serpentina di Berardi

Domenico Berardi ha chiuso ieri la sua migliore stagione in Serie A, in cui si è definitivamente affermato come leader tecnico del Sassuolo e nuovo esempio della tradizione italiana di grandi talenti diventati bandiere di squadre di provincia. Con il gol e l’assist di ieri, Berardi è arrivato a 17 gol e 7 assist stagionali in campionato, che è un’enormità anche al di là del fatto che il primo rigorista della squadra di De Zerbi. Le sue partite, però, rivelano una dimensione tecnica che va oltre ai numeri, come ci dimostra questa azione in cui recupera palla uncinandola con il sinistro, la mette tra le gambe di Radu per entrare in area e alla fine costringe Parolo a un salvataggio miracoloso in rovesciata con Raspadori servito a un passo dalla linea. Non ci sono molti altri giocatori in Serie A in grado di giocare con questa leggerezza, esercitando un dominio tecnico così chiaro sugli avversari. E il fatto che uno di questi pochi giochi ancora al Sassuolo è una ricchezza del nostro campionato che non dovremmo sottovalutare.

 

Una grande azione del Milan

Non è un caso che il Milan ha sbloccato la partita che era diventata la più importante della stagione grazie a un’azione lungo la catena sinistra. Durante tutto l’anno è stata la più sfruttata, grazie alle combinazioni tra Hernandez e l’esterno alto. Se di solito la squadra di Pioli si appoggiava all’esuberanza del suo terzino per guadagnare metri, qui c’è tutto un lavoro di raccordo che la rende una di quelle azioni da far vedere nelle scuole calcio. A essere coinvolti sono poi stati i giocatori più importanti per il Milan: prima Bennacer, poi Kessié che non si accontenta della giocata facile ma protegge il pallone fino a che non trova Calhanoglu tra le linee. Il turco, schierato a sinistra, con un tocco di piatto fa correre Hernandez sulla fascia mettendolo uno contro uno con Maehle. Il francese legge bene la situazione e non forza il dribbling, trova lo scarico per Saelemaekers che è bravo a chiudere un secondo triangolo con un piatto di prima che mette Hernandez praticamente in porta. 

 

Il controllo a seguire di Joao Pedro

Se il Cagliari si è salvato, dopo un momento difficilissimo, deve molto al suo capitano. Dopo un’onesta carriera da attaccante generoso ma con grandi difficoltà nel segnare, negli ultimi due anni il brasiliano è fiorito come una rosa a maggio. Non sono solo i gol (che comunque sono 16, dopo i 19 della scorsa stagione), ma è l’influenza sulla squadra sia a livello di gioco che di leadership. Joao Pedro è uno di quei rari casi di giocatori che migliorano invecchiando. Qui su un cross un po’ casuale di Rugani, riesce in un controllo fuori di testa. Col piatto smorza il pallone mentre è spalle alla porta facendolo passare oltre il difensore, una di quelle giocate che è difficile anche solo pensare e che nel 99% dei casi finiscono con il pallone che torna da dove è venuto. Joao Pedro invece riesce a mettersi davanti alla porta. Se poi pensate che abbia sprecato tutto con il tiro, non si vede bene da questa angolazione ma è il portiere a deviare in maniera decisiva il suo tiro. 

 

Il tiro (quasi) perfetto di Messias

Se ci fosse un premio dato da questa rubrica, lo vincerebbe Messias. Arrivato in Serie A alla soglia dei 30 anni, con una storia assurda che lo ha visto partire dai campionati UISP. Messias è un giocatore elegante, di quelli fuori dal tempo che senza avere un fisico strabordante o la velocità di un motorino, riesce a produrre giocate spettacolari praticamente in ogni partita. È una questione di qualità: guardate la pulizia del suo tocco, come si coordina per colpire il pallone di prima a giro dandogli quella parabola per tagliare fuori il portiere. Anzi se possiamo dargli una colpa è troppo perfetta: sarebbe bastato meno per il gol. Ma forse è più bello così, col pallone che prende la traversa e rimbalza serafico sulla linea di porta.



Il miracolo di Rafael su Cristante

In una partita distratta e confusionaria come sono spesso le ultime partite di campionato, Spezia e Roma hanno regalato diversi momenti di divertimento e addirittura di bellezza. In questa azione che porta all’occasione più clamorosa della squadra di Fonseca, ad esempio, ci sono diverse cose degne di nota: il laser-pass verticale di Villar verso Dzeko, la palla di prima d’esterno di Pastore a servire l’inserimento di Cristante, l’aggancio volante del centrocampista della Roma e infine, a non farci mancare niente, l’incredibile riflesso di Rafael, che intuisce le intenzioni dell’avversario e praticamente ad occhi chiusi mette le mani esattamente dove andrebbero messe. Un’occasione che è anche un piccolo bignami della stagione della squadra di Fonseca, spesso arrivata a un passo dal gol con azioni bellissime senza riuscire a realizzarlo. In questo caso, per lo meno, non ha pesato sugli obiettivi di classifica rimasti.