Kjaer e il malore di Eriksen: "Non sono un eroe, l'istinto mi ha guidato"

l'intervista
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Il difensore danese, in un'intervista al Corriere della Sera, ha rivissuto quegli attimi durante Danimarca-Finlandia: "Ho avuto la prontezza di restare lucido, è stato un lavoro di squadra. L'unica cosa che conta è che Christian ora stia bene". E sul Milan: "Ora siamo più difficili da affrontare, sogno lo scudetto"

Il 12 giugno 2020 è una data che Simon Kjaer non dimenticherà mai nella sua vita. Il giorno di Danimarca-Finlandia, esordio casalingo a Euro 2020 della nazionale scandinava, ma anche del malore di Christian Eriksen. "Ricordo prima la festa, poi il silenzio" racconta Kjaer in un'intervista al Corriere della Sera dove ha rivissuto quel pomeriggio. Il suo intervento è stato fondamentale affinché Eriksen restasse in vita, ma il difensore e capitano danese non vuole essere definito eroe: "Ho avuto la prontezza di restare lucido, come i miei compagni - spiega - È stato un lavoro di squadra, avremmo fatto ovviamente lo stesso se fosse stato un avversario. Ho fatto tutto senza riflettere, l'istinto mi guidava e ho fatto quello che dovevo, automaticamente. Era la prima volta che mi succedeva, spero anche l'ultima. L'unica cosa che conta è che Christian ora stia bene. Solo questo è importante".

"Milan? Siamo più difficili da affrontare"

Un episodio che ha segnato Kjaer, che resterà nella sua mente, ma che fa parte del passato. Il presente è l'inizio della nuova stagione con la maglia del Milan: "La continuità ci sarà d'aiuto, ma stiamo lavorando per crescere ulteriormente - ammette il difensore - Siamo diventati più imprevedibili, più difficili da affrontare. Con Giroud davanti ci siamo rinforzati, è un grande attaccante. Ha esperienza, fame, sa fare gol. Anche in Champions ci sarà utile".

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"Sogno lo scudetto con il Milan"

La crescita dei rossoneri nella scorsa stagione ha riportato la squadra in Champions League, ma adesso Kjaer punta in alto. L'obiettivo è lo scudetto: "Una squadra come il Milan ha il dovere di puntare al massimo - spiega - Solo così si cresce. Io non ho mai vinto un campionato e mi piacerebbe riuscirci col Milan. Sarebbe un sogno, ma ci sono anche gli altri. La concorrenza è forte, davanti a tutti vedo Inter e Juve". Testa al presente, quindi, senza pensare al futuro e al contratto in scadenza tra un anno: "Per me non è un problema. Io qui sto benissimo e vorrei restare a lungo. Il Milan era un sogno e l’ho realizzato".

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