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Fiorentina-Torino, Juric: "Non siamo competitivi, il mio è stato un grido di disperazione"

Serie A

L'allenatore granata parla di "grido di disperazione" riferendosi al suo sfogo sul mercato, rincarando la dose nell'intervista rilasciata a Sky: "Ci sarebbe bisogno di intervenire su più ruoli, ma ormai è tardi. Torino è una grande piazza, i discorsi fatti con la società erano diversi"

FIORENTINA-TORINO 2-1: HIGHLIGHTS

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Seconda sconfitta in campionato per il Toro, che dopo il 2-1 casalingo rimediato dall'Atalanta sette giorni fa, incassa un ko con lo stesso punteggio anche a Firenze. Ivan Juric, al termine della partita con la Fiorentina, ha parlato a Sky Sport tornando sulla sua amarezza per il mancato intervento della società sul mercato, perlomeno secondo quanto aveva richiesto e quanto si aspettava.

Juric sconfortato: "C'è tanto da lavorare"

Juric si dice deluso da tante cose, perché "sicuramente ci vuole un’altra fisicità per giocare il calcio che vogliamo fare. Se perdi continuamente tanti contrasti diventa difficile perché a livello di gioco dobbiamo migliorare tanto, questo lo sapevo già. C’è veramente tanto, ma tanto da lavorare. Non è facile mettere tutto a posto, si tira da una parte e poi va male l’altra. Penso che la Fiorentina oggi abbia giocato meglio, erano più dinamici, hanno meritato sicuramente".

"Ieri è stato un grido di disperazione"

Il punto dolente di Juric non sono le due sconfitte ma il mancato sostegno della società sul suo progetto. Le parole dell'allenatore granata sul mercato sono eloquenti: "Mi viene difficile parlare perché io la mia analisi l’ho fatta da più di un mese, di tutte le cose che bisogna fare per essere competitivi. Ieri è stato un grido di disperazione. Io arrivo dal basso, dal Crotone, dalla C1, non ho la puzza sotto al naso. La squadra negli ultimi due anni ha preso 140 gol, è arrivata sempre a salvarsi all’ultima giornata, ha perso giocatori importanti. Io ho fatto la mia analisi con tutta tranquillità, abbiamo venduto altri giocatori e sicuramente, per fare un tipo di calcio e prendere me come allenatore, devi fare qualcosa. Poi non so veramente se è tardi perché il calcio non è che prendi uno e lo metti dentro e va bene. La mia analisi l’ho fatta, schietta e sincera, quello che c’era da fare, quello che non andava bene, quello che c’era da fare per essere minimamente competitivi, per avere un senso. Adesso vediamo, penso che siamo in ritardo e anche adesso sia molto difficile, poi non ci sono scuse".

Un Toro "né carne né pesce"

Juric ribadisce il concetto e offre la sua versione dei fatti: "Ho le idee chiare, sono stato chiaro e sincero con la società dall’inizio, ho firmato anche un contratto molto oneroso, tutto bene, tre anni di sicurezza e garanzie… ma per fare il calcio che abbiamo fatto negli ultimi anni bisogna comunque fare delle cose perché così non sono né carne né pesce. Quando prendi un allenatore di un certo tipo, cerchi di dargli le cose che lui chiede, e io veramente chiedo poco, non chiedo la luna. Perdiamo Lyanco, che io volevo vedere con me, lo abbiamo perduto e non arriva nessuno. Ma ci sono tante situazioni che sono così. A me Pobega piace, è un bel giocatore, può fare bene, ma per me è sempre una sconfitta della mia società, vuol dire che non abbiamo idee, che non siamo capaci. I discorsi dell’inizio erano completamente diversi. Torino è una grande piazza e si respira il potenziale che c’è. Sicuramente c’erano altri discorsi, altre idee, altri programmi. Io percepivo altre cose, poi quello che è successo non lo so".

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