Genoa, Zangrillo: "Per fare la rivoluzione bisogna pensare in grande"

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Il nuovo presidente rossoblù a Sky: "Serve il coraggio di fare la rivoluzione e la rivoluzione si fa pensando in grande". Sul nuovo progetto: "Dobbiamo creare valore e fare impresa con lo sport, ma in modo moderno e innovativo". Sul suo ruolo: "Garantirò passione, coraggio, trasparenza e credibilità"

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"Per meritare di più noi dobbiamo avere il coraggio di fare la rivoluzione. E la rivoluzione è pensare in grande". A parlare ai microfoni di Sky Sport è il nuovo presidente del Genoa Alberto Zangrillo. Idee chiare su quello che sarà il suo compito e il nuovo progetto rossoblù: "Serve una nuova progettualità in cui c’è il fattore sportivo che è fondamentale, che però deve essere corredato dalla ricerca rigorosa di qualcosa di innovativo e di moderno che parte dallo stadio, dal portare i tifosi allo stadio in  un certo modo, che probabilmente parte dall’idea di valutare se lo stadio può diventare di proprietà. Quindi che parte dal creare valore e fare impresa con lo sport, in modo moderno e innovativo, non provinciale. Prima della guerra il Genoa, calcisticamente parlando, ha fatto da guida, mentre adesso continuiamo a inseguire. Ora è il  momento di fermarci, resettarci e partire con più slancio e una nuova progettualità", ha ammesso Zangrillo.

Quindi da presidente-tifoso non è preoccupato del presente?

"No, se mi si chiede quello che accadrà nelle prossime 5-6-7 partite è evidente che sono preoccupato. Queste sono cose che non vanno trascurate, noi dobbiamo mantenere la categoria e dovremo fare di tutto perché ciò accada. Ma non basta. Se gli americani sono così interessati a noi è perché abbiamo qualche caratteristica, qualche numero in più, che va sfruttato al meglio”

 

Sull'incarico di presidente rossoblù

"Sono un po’ un presidente atipico, nasco in modo atipico perché mi faccio forza su quella che è un’idea condivisa ma su di un patrimonio che non è il mio ma che devo cercare di mettere a reddito come se fosse il mio. E lo faccio per la città di Genova e per i nostri sostenitori"

 

Il calcio in Italia è nato grazie a un medico, che fondò il Genoa e divenne allenatore e promotore di questo sport. Perché nel 2021 un medico rinomato come lei accetta di diventare presidente di una squadra di calcio?

"Perché nella mia vita ho sempre cercato di fare le cose che mi piacciono. Potevo entrare in politica qualche anno fa, ma era un qualcosa che non mi piaceva e non mi appagava. Le grandi sfide mi appassionano. Non trascurerò assolutamente quello che è il mio mestiere primario, ma fare il presidente del Genoa non sarà un qualcosa di secondario. Li mettiamo su due ambiti completamente differenti ma sullo stesso piano. Anche per il Genoa cercherò di assicurare passione, forza, determinazione, coraggio, trasparenza e credibilità".

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