Patrick Zaki scarcerato: "Sto bene, forza Bologna!"
Patrick Zaki è stato scarcerato: il giovane ricercatore ha potuto riabbracciare la madre e la fidanzata a Mansoura. Zaki era in carcere dal 7 febbraio 2020 con l'accusa di aver diffuso informazioni false contro lo stato egiziano: incriminati 3 suoi articoli, uno dei quali denunciava la discriminazione nei confronti dei cristiani copti. "Sto bene, forza Bologna" tra le sue prime parole: un legame con la città emiliana che non si è mai interrotto. Il club rossoblu su Twitter: "Ti aspettiamo al Dall'Ara"
669 giorni di prigionia: tanto è durata la detenzione in Egitto di Patrick Zaki. 22 mesi in cui Bologna e tutta l'Italia si sono mobilitati per chiedere la sua liberazione. Finalmente il giovane ricercatore egiziano è tornato in libertà. Ma ora dovrà affrontare comunque il processo: la prossima udienza l'1 febbraio. Zaki è accusato di aver pubblicato notizie false contro lo stato egiziano. In particolare sono 3 gli articoli incriminati, uno dei quali denunciava la discriminazione nei confronti dei cristiani copti in Egitto
Zaki ha potuto riabbracciare la fidanzata e la madre. Ora la speranza è che possa tornare ai suoi studi all'Università di Bologna. Il rettore dell'Ateneo Giovanni Molari ha scritto: “Le immagini che giungono dall’Egitto ci colmano di felicità. Il nostro ateneo ha lottato fin dal primo giorno, fin da quel lontano 7 febbraio 2020, perché i diritti di Patrick fossero rispettati e per ribadire il nostro sostegno ai diritti fondamentali della persona, alla libertà di parola e di insegnamento, e al valore ineguagliabile del pensiero critico"
Vestito di bianco - il colore degli imputati nei processi egiziani - secondo fonti presenti sul luogo, Zaki avrebbe alzato la mano con l'indice e il dito medio in segno di vittoria. Tra le sue prime parole: "Sto bene, forza Bologna". Parole che segnano ancora una volta il legame tra il giovane e la città emiliana. Zaki fu arrestato il 7 febbraio 2020, al suo arrivo in Egitto per un periodo di vacanza
Immediato il commento del Bologna calcio, che con un tweet ha accolto la notizia della liberazione di Zaki: "Ti aspettiamo al Dall'Ara". Durante la detenzione il giovane egiziano aveva avuto pensieri per la squadra emiliana, di cui è grande tifoso. "So che il Bologna non va tanto bene, ma io continuo a tifare per loro" aveva detto. E il club si era mobilitato per lui. Prima di Bologna-Juve dello scorso campionato, la sua immagine era stata proiettata allo stadio
Così come, il giorno del suo 30esimo compleanno, il 16 giugno 2021, Zaki aveva consegnato ai genitori un biglietto: "Forza Italia oggi negli Euro". Gli azzurri di Mancini quella sera vinsero contro la Svizzera 3-0
Molte città italiane hanno riconosciuto la cittadinanza onoraria a Zaki. Tra le prime la sua città adottiva, Bologna. E per lui "Figurine forever", un'associazione di collezionisti, aveva ideato una particolare figurina. “È il nostro modo per tenere alta l’attenzione su Zaki – spiegava Emiliano Nanni, presidente dell'associazione –. Lui è un bolognese come noi, tifoso come noi". Il ricavato della vendita delle figurine è stato devoluto ad Amnesty International
22 mesi di mobilitazione. Da Amnesty International, alle associazioni, ai singoli cittadini che hanno tenuto alta l'attenzione sul caso del giovane ricercatore. Un legame, tra Zaki e Bologna, che non si è mai interrotto. Ma che anzi ha visto la città emiliana e i suoi abitanti in prima fila. Una gigantografia con il disegno di Patrick Zaki realizzato dall’artista Gianluca Costantini è stata messa sotto le Due Torri a Bologna
La vicenda non è finita. Ora Zaki dovrà affrontare comunque il processo. Tra le accuse formalizzate contro di lui dallo stato egiziano ci sono: istigazione alla violenza, alle proteste, al terrorismo e gestione di un account social che punta a minare la sicurezza pubblica.. Ma la sua scarcerazione è un segnale di speranza. L'augurio è che possa tornare nella sua Bologna a studiare e a tifare per la sua squadra del cuore
