Serie A e Covid, Draghi sente Gravina: calcio valuti stop o porte chiuse

GLI SCENARI

Simone De Luca

Il Premier ha sentito il Presidente della Figc auspicando la sospensione della Serie A, per fronteggiare l'aumento dei casi Covid. La Lega però è intenzionata a proseguire, senza limitare la capienza degli stadi. Non è però da escludere che il Governo - nei prossimi giorni - possa imporre le porte chiuse

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È una partita che si gioca su più tavoli quella della prosecuzione del campionato di Serie A. L’ultimo in ordine cronologico, quello del governo e della FIGC. In una telefonata al presidente Gravina, Mario Draghi ha espresso la sua preoccupazione auspicando una sospensione della Serie A. Gravina sarebbe anche d’accordo, visto che dalla Serie B in giù i campionati sono già tutti fermi, ma la competenza è della Lega che, dopo aver vidimato il nuovo protocollo in consiglio, è intenzionata a proseguire. E, al momento, anche senza limitare ulteriormente la capienza degli stadi visto che l’accesso è consentito solo indossando le mascherine FFP2. 

Insomma: le calde indicazioni del Governo non hanno scalfito le volontà della Lega di Serie A: giocare. Ma non è escluso che nei prossimi giorni possa arrivare un provvedimento del Consiglio dei Ministri per far disputare le partite sì, ma a porte chiuse.

Cosa succederà domenica

A meno di clamorosi dietrofront quindi la seconda giornata di ritorno si giocherà senza grossi cambiamenti. Anzi alcuni potrebbero esserci in realtà: magari spostare alcune partite a lunedì per poter permettere alle quarantene di finire. Ma comunque seguendo il protocollo (appena approvato) dei 13 giocatori, di cui almeno un portiere, compresi i Primavera maggiorenni, disponibili. E chissà che questo non possa portare comunque a far disputare (anche senza spostamenti) le gare che oggi sono state vietate dalle disposizioni delle ASL, ovvero Cagliari-Bologna, Torino-Fiorentina e Udinese-Atalanta.