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Udinese-Atalanta, Marino: "Ci hanno mandato al martirio, non si doveva giocare"

l'accusa

Il direttore dell'area tecnica bianconero si è sfogato duramente dopo il 6-2 interno contro l'Atalanta. Marino ha accusato la Lega di aver fatto giocare all'Udinese un match che non avrebbe dovuto disputare, costringendo il club a "schierare anche giocatori che erano in quarantena"

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"Questa partita non ha avuto senso, è stata un martirio, come si fa a commentarla?”. Ai microfoni di Sky Sport il direttore dell'area tecnica dell'Udinese Pierpaolo Marino ha espresso la propria rabbia per il fatto che la sua suqadra abbia dovuto giocare il match contro l'Atalanta (perso 6-2).  “Siamo stati costretti a radunarci come un torneo da bar – ha proseguito Marino - alcuni giocatori non si allenavano da una settimana/dieci giorni, e in panchina avevamo tanti Primavera fermi da molto. Perché questo accanimento per farci giocare? Questo è incomprensibile. Si dice che si vuole salvare lo spettacolo, ma che spettacolo c'è stato? Abbiamo giocato con calciatori che avrebbero dovuto dovuti stare in quarantena, ora vedremo le conseguenze.  La peculiarità del disastro che hanno fatto con l'Udinese è sotto gli occhi di tutti e oggi che si è voluto fare? Avete visto una partita in cui c'era l'Udinese? No, è stata una partita di martiri. Ma la Lega ci ha detto che i nostri giocatori in quarantena dovevano giocare, perché probabilmente in caso contrario non avremo raggiunto il numero dei giocatori. Poi c'è stato detto che Pereyra, giocatore che si è operato poco fa, era 'arruolabile'. Avremo dovuto farlo giocare con la spalla operata? Non frequento la Lega da tanti anni – ha concluso il dirigente dell'Udinese -, ma so che una cosa del genere non mi è mai capitata in tutti gli anni di esperienze nel calcio. Lo ripeto, la società e la squadra oggi sono stati sportivamente martiri".