Guerra Ucraina-Russia, Mihajlovic: "Io so che significa, mi allenavo per non pensare"
BOLOGNAL'allenatore serbo ricorda i terribili momenti della guerra: "Io so cosa significa, speravo di allenarmi 24 ore al giorno per non pensare alla realtà. Ma isolarsi non è facile quando si è coinvolti direttamente. La gente non si deve abituare alla guerra, tutti dobbiamo fare qualcosa per farla terminare"
Parole dirette e toccanti di chi, in passato, l’orrore della guerra lo ha vissuto da vicino, sulla propria pelle. Sinisa Mihajlovic, allenatore del Bologna, ha parlato così della difficilissima situazione che si sta vivendo in queste ore in Ucraina. "Ho sentito una frase 'quando la guerra si fa tra i ricchi, sono i poveri a morire'. Io sono convinto che la guerra non può e non deve essere l’unico modo per risolvere i problemi. Ricordo quando c’era la guerra nel mio Paese, vincemmo la coppa dei campioni e c’era la guerra. Quando vincemmo con la Lazio lo scudetto bombardavano. Tutti abbiamo problemi nella vita, ma i veri problemi sono questi", le sue parole nel corso della conferenza stampa alla vigilai della gara di campionato contro la Salernitana.
"Io speravo di allenarmi tutto il giorno per non pensare alla guerra"
Mihajlovic torna con la mente agli anni difficili del conflitto dei Balcani: "Io speravo sempre che i miei allenamenti durassero tutta la giornata per non pensare alla guerra, per non pensare ai bombardamenti. E in quei momenti ero felice. Quando invece finivo di allenarmi pensavo alla realtà e quelli sì che erano problemi per uno che era coinvolto direttamente. Non è facile riuscire a isolarsi e concentrarsi sulle altre cose. Immagina in una guerra dove magari non senti i genitori per settimane e non sai se sono vivi o se sono morti. Mi ricordo quando sentivo decollare gli aerei ad Aviano chiamavo mia madre e le dicevo: 'Tra cinque minuti bombardano, mettetevi in cantina'. Nonostante questo andavo in campo, ma non era facile. Io spero solo che la notizia della guerra non diventi tra qualche giorno la seconda o la terza notizia e che magari dopo un mese non se parli più. La gente non si deve abituare alla guerra, tutti dobbiamo dare un contributo per far sì che tutto finisca il prima possibile", ha affermato Mihajlovic prima di lasciare – visibilmente provato – la conferenza.
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"Mi piacerebbe vincere qualcosa col Bologna"
Mihajlovic che in conferenza stampa ha presentato la sfida con la Salernitana che arriva dopo il successo contro lo Spezia nel turno precedente: "Siamo a meno due dal nostro obiettivo stagionale ma domani c'è Salerno, che non è solo una città stupenda, è una squadra con una tifoseria eccezionale. Spero che la Salernitana di Sabatini si salvi vincendo tutte le gare, tranne quella contro di noi. Loro si giocano la vita, noi non dobbiamo sbagliare l’atteggiamento, mettendo in campo intensità e concentrazione". L’allenatore del Bologna ha poi proseguito: "Il salto di qualità? Io 60-70 punti spero di farli col Bologna, qui sto bene, questa città rimarrà sempre nel mio cuore qualunque cosa accadrà per tutto quello che ha fatto per me. Qui mi piacerebbe vincere qualcosa, visto che ho vinto tanto da calciatore: a Bologna ci sono tutti i presupposti per farlo, bisogna vedere quanto tempo si impiegherà. Io sono contento di essere allenatore del Bologna, poi fra un mese, fra un anno si vedrà. Per il Bologna ho un debole, magari se fosse stata un’altra società avrei reagito in maniera diversa in altre situazioni. Sono lo stesso di prima ma forse più riflessivo: perché quando passi certe cose capisci che i problemi sono altri e diversi, la prospettiva è differente", ha concluso Mihajlovic.