Juventus, allenamento aspettando i nazionali: mezza squadra di Allegri ancora in Qatar

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Francesco Cosatti

Francesco Cosatti

La Juve al lavoro alla Continassa: allenamenti doppi e singoli tra palestra e campo per chi è a Torino con Allegri, con Pogba e Chiesa concentrati per ritrovare condizione. Ma sono ancora cinque gli juventini in Qatar, in corsa per la semifinale mondiale. Intanto la settimana prossima è atteso il parere non vincolante dell’avvocato generale della Corte di giustizia, sul caso Superlega

Metà squadra corre alla Continassa, metà corre ancora verso il sogno mondiale. Al caldo del Qatar tra Argentina e Brasile, sono cinque gli juventini che stanno per scendere in campo alla ricerca di una semifinale tutta sudamericana che sarebbe ad alta colorazione bianconera. E così mentre Allegri al freddo di Torino alterna gli allenamenti doppi a quelli singoli, tra lavoro in palestra e campo, con chi deve ritrovare la vera condizione (Pogba e Chiesa su tutti), al mondiale i pensieri dei bianconeri son ben diversi. Lontano dalle questioni societarie e finanziarie che in questo dicembre 2022 sono al primo posto delle riflessioni della Juventus.

Superlega, atteso il parere della Corte di Giustizia 

Tra una settimana, il prossimo 15 dicembre, la Juve potrebbe vivere altra giornata importante in chiave europea, in chiave Superlega. E’ atteso infatti il parere – certamente non vincolante – dell’avvocato generale della Corte di giustizia che darà un’indicazione sul ruolo monopolistico della UEFA in materia di calcio, dall’istanza sollevata da Juventus, Real Madrid e Barcellona attraverso un tribunale di Madrid. Un tema su cui è intervenuto da Doha ancora una volta il presidente del PSG e dell’ECA Al-Khelaifi che tra poche ore si incontrerà con il board proprio in Qatar: “Tutti sono contro la Superlega: club, tifosi, tutte le parti interessate -le parole di Al-Khelaifi- È qualcosa a cui nessuno può pensare perché non è un contratto legale ma sociale, sarà impossibile realizzarlo e credo che loro lo sappiano. Vogliono trarre il massimo da Eca e Uefa, è solo una forma di negoziazione da usare contro di noi, ma è tutto molto chiaro: non hanno nulla da negoziare. Siamo uniti con l’Uefa, siamo più vicini, come una famiglia e siamo tutti insieme: grandi medi e piccoli club per risolvere i problemi del calcio europeo”.