Vialli, Paolorossi, Pelé, Diego e Sinisa...
grazie luca ©GettyIl ricordo di Vialli attraverso la penna di Massimo Corcione, ex direttore di Sky Sport e Sky Sport 24 e compagno di viaggio di Gianluca durante tutta la sua esperienza in tv a Sky
Capita anche a chi con la religione ha rapporti solo sporadici: quando uno di noi abbandona il campo della vita, il primo pensiero vola a immaginare che cosa succederà poi. Quasi che l’idea che tutto finisca con l’ultimo respiro sia davvero inaccettabile, per tutti.
Dov’è finito Luca Vialli?
Proprio ora che era diventato meno perfetto, più umano, meno imbattibile, più facile perfino alla lacrima, finora frequentata con grandissima discrezione. Così lo immaginiamo cittadino di un mondo parallelo, ma senza sofferenza, dove ciascuno fa ciò che più gli piace e che soprattutto riesce a fare meglio, avvicinandosi alla perfezione definitiva. Un mondo senza malattia, l’ingiustizia massima che non risparmia nessuno, come non ha risparmiato Vialli che, qui sulla Terra, ha centrato sempre tutti gli obiettivi che aveva scelto per sé e la propria squadra. Tutti, meno uno...
Il Mondiale
Il progetto, che quel maledetto nemico combattuto invano negli ultimi cinque anni ha interrotto, lo stava ancora rifinendo insieme con Mancini, quell’abbraccio che chiuse il trionfo dell’Italia all’Europeo fu solo una plateale conferma. L’immagine consacrata a celebrare l’amicizia come sentimento invincibile. Di amici inconsolabili ne ha lasciati tantissimi Vialli, a tutti ha affidato le consegne per continuare le opere interrotte. Compresa quella fondazione costituita con Massimo Mauro, il suo ambasciatore nel mondo normale che ha imparato a conoscere grazie a lui.
Attenti a quei due
Ora, anche in questo luogo dove tutto è possibile al livello più alto, Luca sarà indaffaratissimo: avrà già ritrovato Paolorossi, suo opposto nella coppia più imprevedibile che sia stata mai formata. Nella prima vita era accaduto in tv, dove tutto si può se c’è la volontà di renderlo fattibile. Sky Sport volle realizzarla fortissimamente: Vialli tendente alla perfezione, Pablito inno alla spontaneità; insieme rappresentavano la sintesi perfetta del calcio, il meglio del meglio. Uno era stato chiamato a insegnare il football agli inventori del gioco, l’altro con i suoi gol aveva fatto piangere l’intero popolo brasiliano. Ve li immaginate, loro due incontrare Pelé e Mihajlovic, altri freschi arrivi, e parlare di pallone senza nessun assistente di studio pronto a invitarli a chiudere. Lassù, il tempo non è tiranno e quei tre di cosa da dirsi ne avranno sempre. Chi sa se faranno capannello con quell’argentino ribelle che è da quelle parti ormai da più di due anni. Diego, di solito, non va d’accordo con nessuno, ma con Vialli troverà un’intesa. Successe una volta, in una finale di Champions vinta dal Milan: Maradona era scortato dal procuratore di turno: non consegnò verità memorabili, ma non offese nessuno. E anche quello venne ascritto come successo del mediatore Luca. Difficile litigare con lui, c’è riuscito solo Zeman, ma quei veleni sono affare da Inferno. Per noi i più bravi abiteranno per sempre in Paradiso.