Silvio Berlusconi, l'ultima intervista a Sky Sport: "Ripensando a tutto, che orgoglio…"

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L’ultima intervista di Silvio Berlusconi a Sky Sport è datata 17 febbraio 2023, alla vigilia di Monza-Milan, il suo derby. Nella lunga chiacchierata con Peppe Di Stefano e Manuele Baiocchini, Berlusconi ripercorreva il suo passato di vittore, di campioni e di emozioni

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"Milan nel cuore per papà"

"Il Milan è la mia squadra del cuore, andavo a vedere le partite del Milan con mio papà, il Milan ce l’ho dentro da sempre. Per tutta la mia vita ho fatto sogni che a tutti sembravano irrealizzabili. Quando ho preso il Milan volevo che il Milan diventasse la squadra più forte del mondo e ci sono riuscito. Ho vinto tutto. E ripensando a tutto quello che abbiamo fatto, ancora un po’ di orgoglio lo sento dentro…". 

L’aneddoto di Atene 1994

“Del 94' ho un ricordo forte: avevamo vinto lo scudetto ed ero a Roma, in Senato, per chiedere la fiducia al Governo. Non sono riuscito a vedere la finale di Atene, mi chiama Galliani mentre c’era il voto per la fiducia e mi dice che avevamo vinto 4-0, gol doppietta di Massaro e gol di Savicevic e Desailly, giocando benissimo. Gli dissi: ‘quando ci vediamo?’. E lui: ‘se vuole prendo un aereo e vengo stasera a cena’. E’ venuto…“

I miei campioni

Sono tanti i giocatori che Berlusconi ha portato e ha cresciuto al Milan. A molti di loro era ancora legato: "A Maldini voglio molto bene, è figlio e padre di giocatori del Milan. Voglio bene a tanti del mio Milan. A Gullit, a Van Basten… Il più grande? Baresi. Giocatore fantastico, uomo di un’onestà assoluta, amato e rispettato da tutti, anche dagli avversari".

Ibra e Leao

Berlusconi in quell'intervista parlava anche di due protagonisti del Milan di oggi: "Ibra è un campione e un leader. E’ carismatico. Oltre ad essere un calciatore che stimo è anche un mio amico e quindi viva Ibra, giochi pure finché ne ha voglia e fin quando il fisico glielo consentirà. Leao mi piace e mi sta simpatico, per me può giocare anche da centravanti".

La differenza fra Milan e Monza

“Milan e Monza sono due cose diverse. Il Monza mi piace, sono contento quando vince, batto le mani, mi emoziona. Ma non è ancora entrato nel mio cuore. Non l’ho preso non per il calcio, ma perché ammiro la realtà brianzola e perché ho pensato che dopo 110 anni non era giusto che il Monza restasse in Serie D. Aiutai gli allora proprietari a salire in C, poi lo prendemmo con Galliani: vincemmo la C, vincemmo la B e siamo andati in A. Ai giocatori ho rivelato il mio sogno (lo scudetto, ndr). Mi hanno guardato perplessi, ma è un altro sogno che si aggiunge ai grandi sogni della mia vita, tutti realizzati. Adesso i tifosi del Monza sentono l’ambizione di avere la loro squadra che partecipa alla Serie A. E se un giorno dovessimo vincere anche lo scudetto, dovremmo andare a giocare a San Siro...”