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Vincenzo D'Amico è morto a 68 anni: addio a un artista del calcio mai banale

Serie A

Riccardo Gentile

L'ex stella della Lazio degli anni '70 si è spento a Roma dopo aver combattuto con un cancro, che lui stesso aveva annunciato di avere lo scorso 6 maggio. E' solo l'ultimo di tanti protagonisti di quella fantastica squadra a essersi spento prima del tempo, come Re Cecconi, l'allenatore Tommaso Maestrelli, Frustalupi, Chinaglia, Pulici, Facco e Wilson. Il ricordo per Sky Sport di Riccardo Gentile

MORTE VINCENZO D'AMICO, IL RICORDO DELLA LAZIO

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Un talento purissimo, una personalità fuori dal comune. Vincenzo D’amico è stato un artista del calcio, consapevole eccome della sua genialità. Finché ha potuto l’ha dimostrata sul campo, per poi passare dall’altra parte. E’ stato uno dei primi ex calciatori a vestire i panni dell’opinionista televisivo. Con lo stesso smalto, con i medesimi colpi di classe. Sapeva benissimo di essere una persona intelligente, per questo aveva una dote rara, quella di non prendersi mai troppo sul serio. Ironico, sarcastico, mai banale.

 

Era il primo a sapere di aver raccolto meno di quello che avrebbe potuto dalla sua carriera. Eppure l’inizio fu travolgente in una Lazio poi passata alla storia, quella del 1974. Quella del primo scudetto, trascinata da un leader come Giorgio Chinaglia, e da un allenatore fuori dal comune come Tommaso Maestrelli. Fu lui a credere in D’Amico, tanto da promuoverlo titolare in un gruppo diventato nel tempo, inevitabilmente, materia preziosa per la letteratura sportiva. Era il più giovane di tutti Vincenzo, il bambino prodigio capace di inventare calcio per gente molto più navigata di lui. Sembrava l’inizio di una carriera trionfale e invece resta quello l’unico titolo. Complice la morte di Tommaso Maestrelli due anni più tardi e la crisi di un club che non seppe ripetersi nelle stagioni successive.

 

D’Amico, però, restò sempre alla Lazio, anche in serie B, a parte una parentesi al Toro al termine della quale chiese espressamente di tornare a Roma. Della Lazio è stato capitano, bandiera, trascinatore nei momenti più complicati della storia del club come quel Lazio-Varese per evitare la retrocessione in Serie C. Un atto d’amore che i tifosi biancocelesti non potranno mai dimenticare. Se ne va un pezzo di storia, non solo della Lazio. E chi ha avuto il privilegio di conoscerlo, sa anche di aver perso un grande uomo