Milan, Furlani: "Io amministratore delegato e tifoso. Pulisic preso perché straordinario"

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L’amministratore delegato ha parlato a Sportico.com raccontando la sua passione di tifoso, diventato ad. Poi a proposito di Pulisic: “Con lui l’e-commerce è esploso, è un colpo che è stato notato negli Usa ma noi l’abbiamo preso perché è un grande calciatore: farà la differenza”

Il colpo di mercato messo a segno con l’americano Christian Pulisic, Redbird e gli affari con gli Stati Uniti, la sinergia con gli Yankees e poi la sua doppia veste di amministratore delegato e tifoso del Milan. In una intervista concessa a Eric Jackson su Sportico.com, per la rubrica ‘Business beyond the game”, l’ad del Milan Giorgio Furlani ha affrontato tanti temi che riguardano il club rossonero. A cominciare dall’acquisto dell’americano ex Chelsea: “Pulisic è stato acquistato perché è straordinario -ha raccontato in un inglese impeccabile Furlani- Al Milan serviva un calciatore come lui, siamo certi che farà la differenza. Lo ribadiamo: è per questo motivo che l’abbiamo preso. Poi ovviamente negli Stati Uniti è stato notato come acquisto, i numeri dell’e-commerce sono esplosi con lui, negli Usa il 90% delle maglie del Milan che vengono vendute sono quelle con il numero 11 di Pulisic. L’effetto è grande e lo sarà ancora di più. Ma noi siamo fortunati che sia con noi perché è un calciatore top e ci aiuterà a crescere ancora negli Stati Uniti. Ma non è stato acquisto per fare ricavi extra, piuttosto perché è forte. Questa è la ragione principale per cui Christian è al Milan”.  

Furlani: “Io un ad tifoso. Con gli Yankees sinergia senza limiti”

“I New York Yankees sono soci del club e sono stati finora straordinari -ha proseguito Furlani, a proposito della collaborazione tra brand con la celebre squadra di baseball- Vendiamo dei nostri prodotti nel loro stadio e loro fanno lo stesso a Milano. Quest’estate abbiamo giocato a Las Vegas e a Los Angeles, chissà che l’anno prossimo il Milan non possa giocare allo Yankees Stadium. Su ciò che potremmo fare insieme non ci sono limiti”. Quindi, l’ad milanista ha parlato sul piano più personale, raccontando il suo ruolo attuale e la sua passione di bambino tifoso del Milan: “In origine il mio piano era diventare il centravanti del Milan ma non ero così bravo e così ho intrapreso un altro percorso -racconta sorridendo- Sono fortunato, è un privilegio per me che sono milanese e milanista. Fino a sei anni fa la mia carriera non aveva nulla a che spartire con il calcio, poi sono entrato nel cda e ora sono il Ceo. Sono felice e anche fortunato”.