Baggio al Festival dello Sport: "Lautaro giocatore straordinario, è il simbolo dell'Inter"

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Le parole del Divin Codino dal palco del Festival dello Sport di Trento: "Il calcio italiano sta tornando, anche se non siamo andati ai Mondiali. Auguro a Spalletti di riptersi anche alla guida della Nazionale". Tanti i temi toccati da Baggio che ha dedicato un ricordo a Mazzone: "Incarnava i valori del padre, era una persona pulita e onesta"

Roberto Baggio incorona Lautaro Martinez. È lui il giocatore preferito dal Divin Codino, ospite nella prima giornata del Festival dello Sport a Trento: "L'avevo già visto giocare in Argentina nel Racing a 18 anni, quando segnava 3 gol in Libertadores - racconta - All'epoca non venne convocato per il Mondiale e in un'intervista disse che era comunque felice di quello che aveva fatto e avrebbe avuto tempo per andarci. Chepeau. Oggi è il simbolo dell'Inter: oltre a fare gol, lui è su ogni palla. È un giocatore straordinario". Parole d'elogio, come quelle spese nei confronti di Luciano Spalletti, in un'attenta analisi della leggenda azzurra sul calcio italiano: "Nella passata annata il Napoli giocava un calcio stupendo, lo scudetto è stato meritato - ha detto Baggio - Mi auguro che Luciano Spalletti possa ripetersi anche alla guida dell'Italia. A livello di campioni il calcio italiano sta tornando, ma tutto sommato non siamo mai andati via anche se a livello di nazionale non siamo riusciti a qualificarci ai Mondiali. Tutte le squadre oggi vogliono giocare. Il problema dell'Italia è che un allenatore, per quanto possa programmare il lavoro, perde 3 partite e viene cacciato. Per cultura siamo troppo legati al risultato. Inzaghi sta facendo benissimo, Pioli anche. Alla fine vince una squadra sola e gli altri sembrano scarsi, ma in Italia il calcio è difficile".

"Mazzone incarnava i valori di un padre"

Dal presente al passato. Baggio ha toccato tanti temi nella lunga intervista sul palco di Trento, dedicando un pensiero a Carlo Mazzone: "Era una persona pulita e onesta. È stato adorato da tutti i calciatori proprio perché incarnava dei valori da padre. Non potevi non volergli bene. Brescia è una sorta di centro del calcio perché dopo me e Mazzone ci sono i vari Pep Guardiola e De Zerbi. Un merito è senz'altro di Gino Corioni, il presidente. Era avanti anni luce".

"Il calcio mi ha lasciato tante cose belle"

Baggio, infine, si è soffermato sugli insegnamenti appresi durante la sua carriera da calciatore: "Il calcio mi ha lasciato tantissime cose belle. Mi ha insegnato che nella vita non bisogna mai mollare. Le sofferenze e le sconfitte che incontriamo, se le sappiamo cogliere, diventano un trampolino. A 18 anni non lo capivo, poi con il tempo ho appreso. Ho sempre giocato con una passione infinita, ho sempre cercato di seguire quello che avevo imparato attraverso gli allenamenti, perché non dimentico mai che se non mi fossi allenato duramente non avrei realizzato quello che ho fatto nella mia vita. La passione ti porta al di là di qualunque muro invalicabile".