Napoli-Atalanta, Scamacca: "Su di me pregiudizi, a casa tifavo per la Nazionale"

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Dopo la mancata convocazione in Nazionale, Scamacca va subito in gol con l'Atalanta e chiarisce: "A casa ho tifato per l'Italia perché sono stra-attaccato alla Nazionale. Non so se quella di Spalletti era una sanzione disciplinare, su di me ci sono pregiudizi da quando ho 16 anni. Con il Ct nessun problema"

NAPOLI-ATALANTA 0-3

È un Gianluca Scamacca che parla apertamente e con sincerità, quello che dopo la rotonda vittoria sul Napoli (con gol nel 3-0 finale) si presenta ai microfoni di Sky, commentando la partita ma tornando anche sulla mancata convocazione di Spalletti, che aveva con l’Italia: “La vittoria di oggi è importantissima perché contro una diretta concorrente per la Champions: abbiamo messo un piccolo mattoncino per la costruzione della nostra casa”, le sue prime parole, prima di toccare l’argomento Nazionale: “Io stavo a casa e tifavo per loro, perché sono italiano e sono stra-attaccato alla Nazionale. Faccio il mio percorso e prendo quello che viene, lavoro ogni giorno per vivere momenti come questi e togliermi soddisfazioni. Se le porte della Nazionale sono ancora aperte per me? Non ho parlato col Ct, da parte mia nessun problema”, la risposta a Spalletti, che al momento dell’esclusione aveva giustificato la scelta dicendo che, quando aveva convocato l’attaccante, non lo aveva visto esprimersi al meglio.

"Pregiudizi su di me da quando ho 16 anni"

La domanda, poi, arriva diretta dallo studio Sky, senza girarci troppo intorno: perché, nonostante sembra che abbia tutte le qualità necessarie, questo Scamacca non è il centravanti titolare della Nazionale? “Questo non dovete chiederlo a me”, risponde, “io so che devo lavorare tanto e cerco di migliorarmi tutti i giorni. Sono momenti, a volte c’è quel clic che ti fa esplodere. Io cerco di non perdere il divertimento…”. E poi sui “messaggi” che gli allenatori sembrano mandargli (ultimo proprio la mancata convocazione di Spalletti): “Penso che siano stimoli, usano bastone e carota, e mi spingono a fare di più. Se quella di Spalletti era una sanzione disciplinare? Dico la verità, non lo so. La gente parla, ma non sta in camera con me la sera e non sa cosa faccio. Si è detto della Playstation, se ne dicono di tutti i colori, ma io so la verità e non ho bisogno di convincere nessuno. La gente che mi conosce sa che persona e che professionista sono. Io non ci rimango male perché me ne frego: è da quando ho 16 anni che volano pregiudizi su di me, ma io sono solido e penso solo al giudizio delle persone per me importanti. Alle altre non do importanza, mi dispiace ma non posso farci niente…”

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