Inter, Marotta presidente è scelta di campo nel segno della continuità

la carriera
Andrea Paventi

Andrea Paventi

La storia del nuovo presidente dell’Inter, dai primi passi nel calcio a Varese fino a oggi passando dalla Sampdoria, portata fino alla Champions, ai trionfi con la Juventus prima dell'approdo in nerazzurro nel 2018. L’evoluzione dei suoi ruoli nel calcio 

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È stata una scelta di campo quello che ha portato alla nomina di Giuseppe Marotta come 22° presidente della storia ultracentenaria dell’Inter. Lo stesso humus di esperienza di quei terreni di provincia che lo hanno visto calpestare 19enne i campi delle giovanili del Varese, città nella quale è nato e dove ha raccolto il suo primo successo dirigenziale con la promozione in serie B nel 1980. 

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La sua è stata una crescita esponenziale di ruolo e incarichi. Dopo le esperienze Monza, Como e Ravenna, infatti, il salto di qualità negli anni lunghi e intensi vissuti prima alla Samp, che ha contribuito a portare dalla B alla Champions e poi alla Juve dove la sua opera di ricostruzione ha impostato l'incredibile serie di scudetti bianconeri. 8 anni a Genova e 8 a Torino per formarsi come direttore generale ma anche amministratore delegato con la capacità di inserirsi nelle dinamiche della Lega calcio di cui è diventato negli anni sempre più un consigliere di riferimento. 

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All'Inter dal 2018 insieme a Conte

Successi personali ottenuti grazie alla scelta di giocatori di forte spessore: da Casiraghi a Vieri, da Recoba a Cassano, da Pogba a Tevez, fino ai campioni portati progressivamente in nerazzurro. All’Inter è arrivato nel 2018, con Suning in plancia di comando, nel ruolo di amministratore delegato dell’aerea sportiva. Alla fine del primo anno la squadra è tornata in Champions con un mercato che nell’estate successiva ha riportato i grandi colpi nella galassia nerazzurra oltre all’investimento fatto su un allenatore vincente come Antonio Conte. La squadra sarebbe poi tornata a disputare una finale europea a dieci anni dall’ultima e a vincere il diciannovesimo scudetto. 

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Dopo, passando per l’annus orribilis del covid, le possibilità di investimento sono cambiate ma è nel contesto di maggior austerity che le capacità manageriali di Marotta emergono. Autofinanziamento e sostenibilità sono i principi di ieri e di oggi. Cambiano molte cose ma non la capacità della squadra di competere. Cambiano giocatori e tipologia di interventi sul mercato. L’Inter passa da Conte ad Inzaghi sotto la supervisione attenta proprio di Beppe Marotta che ha una sua idea di finanza creativa in cui parametri zero e operazione low diventano una occasione diversa per tenere la squadra ai suoi standard di rendimento abituali senza perdere mai di vista gli obiettivi. L’Inter continua a vincere, arrivano coppe nazionali, finale di Champions e lo scudetto della seconda stella

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Torna un presidente italiano 11 anni dopo Moratti

Finisce l’era Suning parte quella Oaktree, il filo di continuità e di scelta responsabile premia il lavoro fatto proprio da Marotta, che viene nominato presidente nel ricordo di Giacinto Facchetti. Non propriamente un mecenate come Massimo Moratti, il presidente del triplete che aveva lasciato la presidenza dell’Inter nel 2013. E, dopo 11 anni, cambiano gli interpreti ma il presidente dell’Inter torna ad essere un italiano e con una mission intrigante e ambiziosa per il presente e per il futuro

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