Inter, Simone Inzaghi sentito in Procura per l'inchiesta ultras: "Richieste ma no minacce"

l'inchiesta

Nell'ambito dell'inchiesta "Doppia curva", che ha portato a 19 misure cautelari nei confronti di ultras di Inter e Milan, l'allenatore nerazzurro è stato ascoltato dagli inquirenti come persona informata sui fatti. Inzaghi avrebbe ammesso di aver parlato con gli ultras nerazzurri ma di non aver subito pressioni o minacce

INCHIESTA ULTRAS INTER E MILAN, COSA E' SUCCESSO

Come persona informata sui fatti, Simone Inzaghi è stato ascoltato dagli agenti della Squadra Mobile in merito all’inchiesta Doppia Curva della Dda di Milano, che la scorsa settimana ha portato all’arresto di 19 Ultras ai vertici delle curve di Inter e Milan. Un’intercettazione in particolare, tra l’allenatore dell’Inter e il leader della Curva Nord Marco Ferdico, sarebbe stata indispensabile secondo gli inquirenti a cogliere le pressioni che sarebbero state rivolte alla società Inter. Nella stessa, Ferdico, ora detenuto nel carcere di Voghera, sollecitava Inzaghi a intervenire presso il direttore Marotta, attuale presidente, per avere 200 biglietti in più per la finale di Champions di Istanbul. Nelle quasi 600 pagine dell’ordinanza del gip, l’allenatore dell’Inter compare anche in relazione alla volontà dei capi ultras di incontrare Skriniar, a dimostrazione, sempre secondo gli inquirenti, che il nuovo direttivo della curva si sarebbe interessato anche a vicende di calciomercato. Come riporta ANSA Inzaghi, sentito dagli investigatori della Squadra mobile milanese, nell'inchiesta dei pm Paolo Storari e Sara Ombra, avrebbe ammesso di aver parlato al telefono con Ferdico e di aver avuto rapporti di interlocuzione con i capi curva, che parlavano con tutti, con l'allenatore, con la dirigenza e ciò rientrava nelle note dinamiche del rapporto tra i supporter del tifo organizzato e la squadra. Ha precisato, però, che in quei dialoghi lui non ha manifestato alcun timore, alcuna paura, che non si è sentito mai minacciato dal capo ultrà e dalle sue richieste. Sulla questione dei biglietti per la finale di Istanbul, Inzaghi avrebbe chiarito, sempre da quanto riporta ANSA, che per una squadra, quando è sul campo, è molto diverso se a supportarla ci sono 800 o invece 1500 persone che fanno il tifo e, dunque, l'interesse suo e della squadra era di non perdere quel supporto, che non ci fosse un altro sciopero della curva come accaduto in Coppa Italia. Ad ogni modo, ha ribadito, in quelle richieste di biglietti non ha sentito alcuna pressione o minaccia. Inzaghi, come Zanetti, che sarà ascoltato nelle prossime ore, è semplice testimone, disposto a collaborare per chiarire una piccola parte di un’inchiesta imponente, che ha alla base l’ipotesi di associazione a delinquere finalizzata a commettere una serie di reati, nel caso della Nord, anche con l’aggravante del metodo mafioso. Lato Milan, nei prossimi giorni verrà sentito il capitano Davide Calabria. La Procura Federale intanto segue gli sviluppi.