Inter e Milan, arresti tra gli ultras. Le news di oggi

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L'operazione ha portato a 19 misure cautelari tra carcere e domiciliari, con oltre 50 perquisizioni. Gli indagati sarebbero quasi tutti riconducibili agli ultras di Inter e Milan: tra i reati contestati ci sarebbero associazione per delinquere con aggravante del metodo mafioso, estorsione e lesioni. Dalle indagini emergono "legami fra gli apicali esponenti delle curve al fine di conseguire profitto". La procura Figc chiede ai Pm gli atti dell'inchiesta

Gli agenti del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, della Squadra Mobile e della S.I.SCO di Milano hanno eseguito decine di misure cautelari e decreti di perquisizione nei confronti di persone indagate a vario titolo per associazione per delinquere con l'aggravante del metodo mafioso, infiltrazioni della 'ndrangheta nei traffici, estorsione, lesioni ed altri gravi reati. Gli indagati sarebbero quasi tutti riconducibili alle tifoserie ultras di Inter e Milan e i reati connessi al giro d'affari legato al contesto calcistico. Tra i presunti traffici nel mondo delle curve, su cui la Procura di Milano stava indagando da tempo, c'è anche la gestione degli affari dell'indotto dello stadio di San Siro, dai parcheggi alla vendita di gadget e panini, fino a quello dei biglietti per le partite. In totale sono fin qui 19 i destinatari delle misure cautelari firmate dal gip Domenico Santoro: 16 in carcere e 3 ai domiciliari. Oltre a queste ci sono anche più di 50 gli ultras delle curve di Milan ed Inter destinatari di perquisizioni nell'inchiesta. "In merito alle indagini che coinvolgono esponenti delle tifoserie organizzate, il Club rossonero si è immediatamente reso disponibile a collaborare con gli inquirenti, per fornire qualsiasi documentazione e informazione richiesta": lo fa sapere, all'ANSA, il Milan.

I reati contestati

I reati contestati sono associazione per delinquere con l'aggravante mafiosa, estorsione, false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all'autorità giudiziaria, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, accesso abusivo a sistemi informatici, lesioni, percosse, rissa e resistenza a pubblico ufficiale. L'inchiesta non riguarderebbe, invece, traffici di droga.

Indagini sulla "alleanza" tra le due curve

Tra le presunte attività estorsive, contestate nella maxi inchiesta che ha delineato una "alleanza" tra le curve degli ultras interisti e milanisti nei traffici illeciti anche con infiltrazioni della 'ndrangheta, c'è principalmente quella sui servizi di catering relativi allo stadio di San Siro. In più, secondo quanto riporta l'Ansa, dalle indagini dei pm Paolo Storari e Sara Ombra sarebbero emerse anche estorsioni e richieste di "pizzo" nei confronti degli ambulanti che vendono panini e cibo fuori dal Meazza, oltre ad una serie di pestaggi e cosiddetti "reati da stadio". Dalle indagini, secondo quanto riporta l'ordinanza di custodia cautelare per 19 persone, emerge "il patto di non belligeranza fra le due tifoserie organizzate, a prima vista connesso ad una tranquilla gestione della vita di stadio ma, a ben vedere, caratterizzato da legami fra gli apicali esponenti delle curve al fine di conseguire profitto, in un contesto in cui la passione sportiva appare mero pretesto per governare sinergicamente ogni possibile introito che la passione sportiva vera, quella dei tifosi di calcio, genera". In particolare, per quanto riguarda la curva dell'Inter appare "un quadro fosco" nel quale "interessi di natura economica, speculazioni e condotte delittuose ascrivibili all'ordinaria dinamica degli stadi si coniugano con un fattore di recente emersione (ma già segnalato dalla relazione della Commissione Parlamentare Antimafia dell'anno 2017): le attenzioni della 'ndrangheta sul mondo del tifo organizzato".

Il procuratore di Milano: "Infiltrazioni criminali tra gli ultras"

Come spiega in una nota il procuratore di Milano, Marcello Viola, si tratta di "una complessa indagine" della Dda milanese "che ha riunito diversi filoni investigativi condotti da più articolazioni della Polizia di Stato, nonché dal Gico di Milano e dallo Scico della Gdf". Assieme "all'esecuzione delle misure cautelari sono state delegate ed eseguite decine di perquisizioni a carico di ulteriori indagati". Inoltre, la Divisione Anticrimine della Questura di Milano "ha applicato a più soggetti diversi divieti di accesso ai luoghi, ove si svolgono manifestazioni sportive", ossia dei Daspo, o "ha comunque avviato la relativa procedura nei confronti di numerose altre persone". Le indagini hanno consentito, secondo l'accusa, "di accertare l'esistenza di infiltrazioni criminali tra gli ultras e hanno coinvolto i principali esponenti dei cosiddetti 'direttivi' delle tifoserie organizzate delle due principali squadre calcistiche milanesi".

La Procura Figc chiede gli atti

Si è già attivata anche la giustizia sportiva per l'inchiesta giudiziaria di Milano sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nelle curve di Inter e Milan. Il procuratore federale della Figc, Giuseppe Chinè, sta infatti chiedendo in queste ore - apprende l'ANSA - ai pm della Procura della Repubblica di Milano l'ordinanza di custodia cautelare e gli atti di indagine non coperti da segreto. L'intento é verificare eventuali condotte "rilevanti" per l'ordinamento sportivo, da parte delle due società o di loro tesserati.